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Oriundi, ecco chi sono in Italia e nelle altre nazionali

La scelta del nostro ct, non nuova per il nostro calcio, ha diviso l’opinione pubblica e “scandalizzato” alcuni protagonisti della nostra Serie A. Negli altri paesi, invece, l’integrazione di chi ha doppio passaporto non ha mai creato grossi problemi.
A cura di Alberto Pucci
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Aveva bisogno il nostro calcio di alimentare polemiche per la convocazione azzurra di Vazquez ed Eder? Probabilmente no. Inguaiato da problemi ben più grandi (in primis una pazzesca crisi economica ed un ranking che piange), il football di casa nostra si trova a battibeccare sulle decisioni del nostro commissario tecnico e sulle polemiche sollevate da Roberto Mancini e da altri addetti ai lavori. Una situazione surreale, forse unica nel vecchio continente, che rischia di macchiare ulteriormente l'immagine del nostro movimento agli occhi delle altre federazioni. In Europa, infatti, le convocazioni di giocatori dal doppio passaporto non hanno mai alimentato la stessa discussione che sta tenendo banco a Coverciano. In Spagna, ad esempio, dopo le vittorie firmate Di Stefano, Puskas e Kubala, l'unico caso che fece scalpore fu quello di Diego Costa: ma non per la scelta di fargli vestire la maglia delle "Furie Rosse", quanto per il dietro front del giocatore che, nel 2013, scese in campo con la nazionale brasiliana.

Gli altri casi – Se è vero che in Inghilterra il problema non è mai esistito, è altrettanto vero che nelle vicine Germania, Francia e Svizzera l'integrazione di giocatori provenienti da altri paesi è all'ordine del giorno. Nella rosa dell'undici campione del mondo in Brasile, infatti, erano ben cinque i giocatori "naturalizzati": Klose, Podolski, Ozil, Boateng e Khedira. La Francia ha scritto pagine memorabile del suo calcio, grazie alle giocate dell'algerino Zidane e degli africani Vieira e Desailly, mentre i nostri "cugini" svizzeri coltivano sogni con campioni come Shaqiri e Xhaka. Un falso problema anche in Portogallo che, nel corso degli anni, ha messo in campo il grande Eusebio (che era nato in Mozambico) e, successivamente, talenti brasiliani (Deco) e capoverdiani (Nani e Rolando).

I precedenti azzurri – Conte non è il primo (e non sarà l'ultimo) a fidarsi di giocatori dal doppio passaporto. In passato ci sono già stati molti casi, anche nelle rappresentative "under" azzurre che convocarono giocatori nati all'estero ma con parenti italiani e residenti nel nostro paese. Daniele Zoratto, ct della nostra Under 17, chiamò un giovanissimo Josè Mauri, mentre il suo collega Evani (Under 20) inserì nella lista Maurito Icardi (che, però, non si presentò a Coverciano) per una sfida amichevole contro l'Ungheria nell'aprile del 2012. Massimo Piscedda, per la sua Under 19, scelse allora due ragazzi del Bayern Monaco nati da genitori italiani (Soriano e Sansone), mentre nell'attuale Under 21 di Gigi Di Biagio brilla il centrocampista della Virtus Entella Cristian Battocchio: nato in Argentina ma di chiare origini italiane.

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