Italia, come sei prevedibile: 590 passaggi e solo 3 tiri in porta
Due gol da record per un'Italia discreta e poco più. Spicca Barella, cagliaritano più precoce di Gigi Riva nel trovare la prima rete in nazionale, per come riesce a cucire il gioco nelle due fasi, a chiudere e presentarsi nella trequarti offensiva con continuità e lucidità. La chiude Kean, primo millennial in azzurro e secondo più giovane marcatore in azzurro. L'Italia amministra il possesso a basso ritmo, completa quasi 600 passaggi con Verratti che da solo ne direziona 107, ma solo tre tiri nello specchio della porta sugli undici totali contro una Finlandia francamente modesta. Immobile non incide se si esclude l'assist per Kean nell'unico vero scambio tra i due nel secondo tempo. Fa molto meglio Quagliarella nei pochi minuti che Mancini gli concede al posto del bomber della Lazio. Jorginho traccia 103 passaggi ma perde qualche pallone di troppo. Bernardeschi si vede poco.
La Finlandia difende praticamente a cinque e diventa subito chiaro quanto sia importante la spinta di Piccini e Biraghi e il ruolo di Bernardeschi nei corridoi interni una volta recuperato il pallone. Per questo Mancini vuole che Piccini stia più alto per garantire più ampiezza e permettere a Bernardeschi di stare più interno. Nel primo tempo si mantiene più alto di Biraghi, anche perché dal suo lato gioca anche il numero 10 che può coprirgli le spalle e diventare riferimento anche difensivo nelle transizioni.
Il vantaggio di Barella
Gli scandinavi si mantengono sotto la linea della palla, Verratti si abbassa tra i due centrali per orchestrare l'uscita bassa del pallone senza particolari ansie in assenza di pressing alto da parte dei finlandesi che in apertura di match si limitano a lanci lunghi dalla difesa di poca utilità. Interessante anche la posizione di Barella, più incursore vicino alle punte mentre Verratti e Jorginho si dispongono come una coppia di registi. Questo suo ruolo ibrido moltiplica le opportunità fra le linee e rende più difficile ai finlandesi andare a chiudere su appoggi indietro e seconde palle. Proprio da una respinta corta della difesa su un calcio di punizione matura il vantaggio di Barella, seppur agevolato da una deviazione. Però il 5-4-1 della Finlandia non consente a uno dei due mediani di abbassarsi e coprire le linee di tiro e passaggio dai 18-20 metri nel corridoio centrale.
L'Italia attacca col 4-3-3 e difende col 4-4-2
Un rischio che nelle transizioni negative rischia di correre anche l'Italia in caso di improvvise palle perse. Ne regala un paio Jorginho, sulla seconda Lod (due dribbling su due al 20′) va in progressione al centro ma conclude male. Gli azzurri tengono l'iniziativa, Immobile rimane l'uomo più avanzato anche senza palla mentre Kean gli gira intorno e crea spazi in pressione e progressione. E' un'Italia decisamente europea quella di Mancini, con gli attaccanti che partecipano al primo pressing, con una tendenza alla costruzione e all'attenta copertura degli spazi con e senza palla.
Dopo il vantaggio, l'Italia passa a difendere con un 4-4-2 classico, con Bernardeschi quarto di centrocampo a destra. Verratti, spesso primo nell'impostazione, è il primo a toccare i 25 passaggi riusciti (dopo meno di 20 minuti), Mancini conferma, come nelle gare di ottobre e novembre, di play basso ma più staccato da Jorginho.
Mancini inverte Barella e Verratti
La Finlandia non riesce a contrastare la fase di uscita bassa del pallone dell'Italia, come dimostrano i 25 passaggi che Chiellini completa nei primi 20′. Non riesce così a innescare Pukki, 24 gol quest'anno al Norwich, ma anche l'Italia un po' si adagia in una circolazione di palla scolastica. Non soddisfatto Mancini dei ritmi non altissimi che consentono alla Finlandia di occupare il campo e chiudere gli spazi senza correre eccessivi pericoli dietro a parte una notevole giocata personale di Verratti. Si alternano la mezzala del PSG e Barella (spostato poco dopo la mezz'ora sul centro-sistra e autore di una fondamentale diagonale difensiva) sempre con Jorginho regista basso davanti alla difesa.
Resta la sensazione di un'Italia che non abbina la profondità e l'efficacia negli ultimi trenta metri alla quantità di passaggi e di possesso palla, una squadra che fa circolare il pallone a ritmo basso ma poi al centro fatica ad aprire brecce nella compatta difesa finlandese
Kean si sposta a destra, Bernardeschi a sinistra
La motivazione nel puntare la porta e cercare il gol di Immobile non si traduce in un'effettiva presenza in area. Nemmeno i filtranti di Verratti che conosce l'attaccante della Lazio dai tempi del Pescara di Zeman gli danno possibilità di incidere in fase di finalizzazione. Su di lui va a chiudere Lod, centrocampista dello Sporting Gijon che si fa sentire nelle due fasi.
E' più Kean a saltare l'uomo. Varia, si sposta, l'attaccante della Juventus, che aveva cominciato la partita cercandola superiorità a sinistra ma nella ripresa si dispone sistematicamente verso destra. Notevole la verticalizzazione al 59′ di Barella per Kean che ha campo ma spreca il passaggio a rimorchio per Bernardeschi che si inseriva centralmente. Il talento della Juve dovrebbe installarsi nel vivo del gioco, almeno nelle idee di Mancini che gli chiede di andare ad appoggiare Biraghi sull'out sinistro.
Immobile-Kean, primo vero dialogo e gol
Non è contento, Mancini, dei movimenti di Immobile. E certo non può esserlo di Chiellini e Bonucci che guardano il pallone, consentono a Pukki di inserirsi in area e offrono alla Finlandia la migliore occasione della partita del pareggiare. E' un segnale di pericolo per gli azzurri che perdono le distanze e si allungano. Diventa inevitabilmente meno agevole coprire gli spazi sui ribaltamenti rapidi del gioco. Ma proprio su un cambio di fronte Immobile riesce a dialogare con Kean che a 19 anni e 23 giorni diventa il secondo più giovane marcatore nella storia della Nazionale italiana dopo Bruno Nicolè nel 1958.
Esce Immobile per Quagliarella che in pochi secondi di testa quasi segna il 3-0 sul cross di Bernardeschi, poi prende la traversa di destro. Entra anche Zaniolo, che Mancini vede come una mezzala d'attacco, ma il punteggio non cambia. L'Italia si tiene un risultato positivo che allunga a 48 la serie di gare interne senza sconfitte negli anni 2000, amichevoli escluse. Ma contro avversari di maggior valore quanto visto a Udine non può certo bastare.