Italia, Calcio nella bufera: Serie A e B unite contro la Federazione e Abete

La norma che limita il tesseramento degli extracomunitari per le squadre italiane, è stata la scintilla che ha fatto scoppiare un vero e proprio incendio: la Serie A e anche la "nuova" Serie B sono pronte a dare battaglia alla FIGC.
Il primo passo sarà quello di boicottare, non partecipandovi, il Consiglio Federale di oggi, un gesto sicuramente ad effetto e gravissimo. Al termine di una seduta durata ben quattro ore i rappresentanti dei club di Serie A (con parole di fuoco anche da parte del procuratore di Balotelli Raiola che ha parlato della Federazione come di vergogna d'Italia) hanno emesso un comunicato durissimo: "La serie A considera improcrastinabile una revisione dei ruoli e dei rapporti tra le varie componenti che costituiscono la Figc. La Federcalcio è espressione del calcio nazionale, ma non può ignorare la componente principale di tale settore. La serie A costituisce la massima espressione, sportiva ed economica, del calcio italiano: serve un profondo rinnovamento”. Insomma detto in sintesi, a margine della nuova norma limitativa degli extracomunitari, si chiede un maggiore peso decisionale per la massima Serie del calcio italiano, che pur costituendo la quasi totalità delle risorse economiche del sistema calcio si ritrova in sede di Consiglio Federale ad avere solo 3 rappresentanti su 27.
Nel frattempo la Federazione guidata dal suo Presidente Abete contestatissimo, tiene duro e non sembra voler scendere a compromessi, come spiegato in questo comunicato ufficiale: " La Figc conferma che la decisione sugli extracomunitari e' stata assunta nel rispetto del quadro normativo fissato dalla legge Bossi-Fini.Il provvedimento e' inoltre in sintonia con le linee di politica sportiva dettate dal Coni negli ultimi anni, con l'obiettivo di contenere la presenza di atleti professionisti extracomunitari nelle Federazioni Sportive Nazionali. La Figc prende atto con rammarico della decisione della Lega di serie A di non partecipare al Consiglio federale di oggi".
Marco Beltrami