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Italia, 5 cose da rivedere e una certezza: A. A. A. numero 10 cercansi

La ‘giovane Italia’ di Ventura suscita riflessioni positive per freschezza atletica, duttilità tattica, sicurezza in difesa e note liete in attacco ma il dubbio resta in mediana. Laddove non c’è più Pirlo e manca come il pane un ‘dieci’ alla Baggio.
A cura di Jvan Sica
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Dopo lo 0-0 contro i campioni del Mondo gli umori sono discordanti e le riflessioni molto ampie. Cosa è oggi la Nazionale e cosa vuol essere in futuro continua a essere la domanda principale a cui bisogna dare in fretta una risposta. L'Italia è una squadra camaleontica, capace di giocare con una formazione simile alla partita precedente in Liechtenstein ma cambiando totalmente modulo, passando dal 4-4-2 al 3-4-3 proprio quando tutti pensavamo che con i giocatori convocati proprio questo modulo era difficile da schierare.

In soffitta l'esperienza tattica di Conte. Invece Giancarlo Ventura ci prova, conscio che il 3-5-2 è il modulo ‘contiano', mandato a memoria grazie anche ai tanti juventini in squadra, e che il 4-4-2 è un modulo-rifugio a cui si può sempre fare riferimento grazie alla coppia di attacco ormai titolare.

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La freschezza della gioventù per novanta minuti. Zappacosta, Immobile, Belotti, Rugani e Romagnoli hanno giocato ad altissimo ritmo per tutto il tempo in cui sono stati schierati senza calare in rendimento fisico. Questa cosa non accadeva da molto tempo ed è la base per affrontare gli squadroni. Siamo una squadra per cui Ventura forse andrà oltre la ‘BBC' (Bonucci, Barzagli, Chiellini), perché Romagnoli ormai è una sicurezza contro ogni avversario e Rugani in questa partita ha dimostrato che il pochissimo utilizzo nella Juve è assolutamente inspiegabile.

Quale centrocampo? Se la difesa è, in totale controtendenza rispetto al passato prossimo, il reparto dove fra due anni avremo l’imbarazzo della scelta, sarà il centrocampo: se Verratti deve essere l’uomo che prende in mano la squadra come dovrà essere supportato? Basterà De Rossi a proteggere e non far sfiancare l'ex Pescara nel doppio ruolo di regista e mediano di copertura, oppure servirà comunque una doppia mezzala, come in Francia con Conte? Risolvere questo enigma porta con sé l’idea di un modulo quasi fisso e anche una serie di scelte per quel che riguarda gli uomini giusti da convocare.

In attacco Immobile-Belotti sono in forma e meritano di essere titolari. Considerata l'intesa raggiunta dai due e la dimensione tattica raggiunta è bene sapere che con entrambi ed eventualmente Balotelli, difficilmente gli azzurri potranno sostenere un attacco a tre.

Chi potrà essere il nostro numero 10? Tra cose positive e grandi dubbi, forse la partita della Germania ha rivelato come servirebbe come il pane un numero 10 alla Gundogan, un giocatore di sostanza nelle fasi di pressing ma che allo stesso tempo abbia la classe per mandare in porta con il passaggio giusto i due attaccanti centrali. Ventura ha testato Bernardeschi che non ha fornito una prova esaltanta; ha cercato di capire se Eder potesse svolgere il ruolo di attaccante esterno bravo nell’accentrarsi ma l’italo-brasiliano già in Francia aveva dimostrato difficoltà. Per quanto riguarda l’espressione di un 10 moderno siamo ancora in attesa dell’uomo veramente nuovo, un tipo di giocatore che ci faccia immaginare un gioco più creativo e rapido senza palla, mentre siamo già fin troppo ‘saettanti' con la palla ai piedi. Peccato che Pirlo non si possa clonare e per adesso restiamo senza né capo né ‘codino…'

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