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Iran, portiere arrestato per foto con donne senza velo

Sosha Makani è finito nei guai per scatti che lo ritraggono accanto a donne sorridenti e col volto scoperto. L’avvocato lo difende: “Violato il suo cellulare, quelle immagini non sono riconducibili a lui”. Rischia due anni di carcere oppure un’ammenda di oltre mille euro.
A cura di Maurizio De Santis
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In carcere per una foto che lo ritrae abbracciato a due donne. E' successo a Sosha Makani, portiere 29enne del Persepolis, società che in Iran è un po' come la Juventus essendo la squadra che in patria ha più titoli vinti all'attivo (9). Gli scatti che hanno messo nei guai il calciatore non ritraggono né un'immagine compromettente, né pose che possano offendere pudore e morale pubblica, né scene che abbiano contenuto erotico al limiti del porno. Nulla di tutto questo, almeno secondo la morale occidentale. In Iran, invece, è diverso: quei clic pubblicati sul profilo Instagram che hanno fatto il giro della Rete e immortalano il giocatore in compagnia di donne col volto scoperto, senza velo, sorridenti e rilassate sono considerati fuori legge. Anzi, il capo d'imputazione che pesa sulla testa di Makani è anche abbastanza grave e farebbe riferimento alla violazione dell'articolo 17 sulla norma che disciplina i crimini informatici. A riportare la notizia raccolta poi dai media inglesi, tedeschi e rimbalzata in Europa è il sito iranhumanright.com nell'ambito della campagna per i diritti umani in Iran: secondo l'associazione l'arresto è illegale, perché l'indagine non è ancora stata chiusa e mancano le opportune verifiche.

Cosa c'è scritto nella prescrizione? In base alla legge "qualsiasi persona che pubblica su internet foto o video di altri persone, siano privati oppure familiari, senza il loro permesso, arrecando danno oppure discredito rischia dai 91 giorni ai due anni di prigione (sanzione che può essere tramutata in un'ammenda che va da un minino di 155 euro a un massimo di 1230 euro).

L'avvocato di Makani ha provato a difendere il suo cliente facendo riferimento a un complotto, una montatura nei confronti del portiere. Il suo telefonino – secondo la tesi del legale – sarebbe stato violato e pertanto quelle fotografie non apparterrebbero a lui: "Le foto non hanno nulla a che fare con il mio cliente – ha ammesso Ali-Mohammadi Behnam -. Il suo account di messaggistica e il suo telefonino sono stati violati". 

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