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Interrogatori: Mauri non convince, Milanetto ammette altre gare combinate

Giornata interlocutoria quella di ieri da parte degli inquirenti che hanno ascoltato le prime testimonianze. Con risultati non sempre positivi: Stefano Mauri non ha convinto il Gip, ha negato i rapporti con Ilievski, fornendo risposte che richiederanno ulteriori verifiche. Meglio Milanetto e Turati: da loro si sono scoperte nuove gare e coinvolgimenti di alcuni dirigenti di club.
A cura di Alessio Pediglieri
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interrogatori calcioscommesse

I primi interrogatori sono iniziati: in tutta la giornata di ieri la Procura di Cremona è stata impegnata ada scoltare ciò che avevano da dire i principali indagati con un esito non proprio positivo. Il ‘tintinnio di manette' che si era udito nella mattinata di lunedì sembrava aver provocato più di uno sblocco psicologico tra le persone che si ritengono maggiormente coinvolte nello scandalo del calcioscommesse, ma stando alle parole del pm Di Martino ci sarà ancora molto da lavorare. Gli inquirenti speravano di ascoltare se non delle confessioni, almeno delle parole di conferma che permettessero agli investigatori di incasellare altre tessere di un mosaico quasi infinito ed invece, in serata, tirando le somme, non si è stati soddisfatti. Tanto che lo stesso procuratore di Cremona ha confermato che i soggetti dovranno venire riascoltati.
Siamo solamente all'inizio di un processo entrato ufficialmenre nel vivo, in attesa che si sviluppi e si concretizzi il ramo d'indagine della Procura di Napoli (della quale vi sono le prime avvisaglie con gli avvisi di garanzia a Giannello e Giusti e il rischio di deferimento per il Napoli che rischia l'Europa) e della Procura di Bari (il nome di Leonardo Bonucci è arrivato proprio da lì). Qualcosa si è comunque mosso come ad esempio nell'interrogatorio di Omar Milanetto dal quale sarebbero emerse "nuove partite" a conferma di quanto aveva già sottolineato Di Martino preoccupato per una indagine che non ha avuto esitazione a definire "infinita" i cui club coinvolti rischiano tanto.

Le ‘sensazioni' negative di Di Martino – "Certo – ha spiegato il magistrato di Cremona nella serata di ieri – ogni partita citata necessiterebbe di approfondimenti, ma dal momento che le forze che abbiamo sono queste, sarebbe come cercare di svuotare il mare con un cucchiaino…".
E le gare in questione non sarebbero poche ma sfiorerebbero il centinaio di incontri tra Serie A, Serie B e Lega Pro, coinvolte direttamente o indirettamente all'interno del ‘calderone' delle scommesse illecite di una organizzazione che aveva basi a Singapore, nella ex Jugoslavia, in Ungheria e in Svizzera. Un lavoro ciclopico che dovrà per forza di cose autolimitarsi agli elementi più probanti. Ecco perchè, anche davanti alle dichiarazioni ‘sincere' di Buffon sui pareggi di fine stagione, Di Martino è stato chiaro e non ha intenzione di perdere tempo e sottrarre altre risorse alla sua procura: Non ha detto nulla di rilevante, non vedo perché dovrei ascoltarlo. Se poi avesse informazioni specifiche e non generali saremmo lieti di ascoltarlo. Conte? Abbiamo lasciato finire il campionato senza intervenire lasciando tranquilli sia il tecnico che la Juventus".
Ma tornando agli interrogatori di ieri, il pm cremonese ha commentato amaramente la quasi totale mancanza di collaborazione da parte dei soggetti coinvolti.

"Non è stato un colloquio produttivo, non c'è stata nessuna ammissione. La deposizione di Milanetto non è stata particolarmente brillante dal nostro punto di vista. Non c'è stata nessuna ammissione da parte sua e penso quindi di risentirlo a differenza degli altri 3 imputati sentiti ieri [Vittorio Gatti, Paolo Domenico Acerbis e Ivan Tisci, ndr] che non credo di dover riconvocare perchè due hanno confermato tutto mentre il terzo non ha detto niente di utile. Su Milanetto c'è però un aspetto particolare che non è ancora stato possibile inquadrare ed è su questo aspetto che intendo risentirlo".

Andiamo allora a capire insieme, interrogatorio dopo interrogatorio, cosa sia successo nel pomeriggio di ieri.

interrogatori scommesse milanetto

Milanetto: altre gare combinate – Verso le 18.30 si è concluso il primo faccia a faccia di giornata, con Omar Milanetto, ex difensore del Genoa e oggi atualmente al Padova, pericolosamente coinvolto nel giro di combine sul campionato 2010-2010 che riguarsano la sua ex società rossoblù. L'ex calciatore del Genoa, Omar Milanetto, è stato ascoltato per circa due ore di interrogatorio e secondo il suo legale, Mattia Grassani (in contrasto con le ‘sensazioni' di Di Martino) avrebbe "risposto a tutte le domande del gip e del pm" riguardo le "due posizioni in cui era coinvolto: la conoscenza del cittadino bosniaco Sergio Altic e la riunione a Modena nell'albergo in cui ha dormito Mauri". Il calciatore avrebbe anche fornito una documentazione di 79 pagine:

"Non è mai stato all'Hotel Una Tocq perchè la data e l'ora sono incompatibili. Questi elementi ci fanno ben sperare per la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare. Dopo tre giorni di carcere Milanetto soffre di questa situazione gravosa e ingiusta". "Milanetto – ha concluso – è convinto e lo dimostrerà di essere assolutamente estraneo a questa vicenda".

Eppure, anche se la procura non è soddisfatta, l'interrogatorio di Milanetto avrebbe prodotto altri elementi: infatti "Ci sono altre partite" che sarebbero state combinate, oltre a quelle già scoperte dagli inquirenti di Cremona che indagano sul calcioscommesse da quanto avrebbe detto il giocatore al gip Guido Salvini nel suo interrogatorio di garanzia. E così verrà riascoltato già nei prossimi giorni. Per lui, ricordiamolo, incombe la pesantissima accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Pena: la radiazione.

Mauri nega e non convince – Sull'alterazione soprattutto della gara Lazio-Genoa del 15 maggio 2011, è stato sentito in serata, ieri, anche Stefano Mauri, il secondo giocatore finito dietro le sbarre lunedi mattina. Il capitano della Lazio è stato ascoltato dagli inquirenti sul suo coinvolgimento nelle combine e soprattutto dopo aver dimostrato con tabulati e intercettazioni i suoi spostamenti che confermerebbero i contatti con elementi della banda degli ‘zingari', il gruppo criminale dedicato sul ‘campo' a gestire e raccogliere i soldi delle varie giocate illegali.
Secondo le prime indiscrezioni, Mauri non avrebbe fornito interessanti dettagli al Gip e non avrebbe convinto in vari punti della sua testimonianza, soprattutto nelle risposte sulla questione di schede telefoniche dedicate proprio al giro di scommesse. "Erano per incontri di basket" avrebbe detto il centrocampista della Lazio, fatto che in queste ore gli investigatori si preoccuperanno di verificarne la'utenticità. I legali del giocatore hanno confermato anche come Mauri non abbia "confessato nulla. Non ha fatto alcuna ammissione ma ha dato semplicemente una versione plausibile e non esiste niente – ha detto l'avvocato Matteo Melandri – che possa ricondurre Mauri a Ilievski".
Confermati invece, i contatti ripetuti con Zamperini, suo amico da lunghissima data:

"I contatti tra Mauri e Zamperini sono contatti bituali – ha dettol'avvocato – tra due amici. Li hanno sempre avuti e siamo pronti a dimostrarlo. Non sapeva nulla dell'attività di Zamperini".

Anche per Mauri l'accusa è la stessa mossa a Milanetto e la pena è la medesima: radiazione.

interrogatori mauri

La verità di Kaladze – E' stata anche la giornata di un altro giocatore genoano, Kaka Kaladze, coinvolto attraverso intercettazioni telefoniche che lo tiravano pesantemente in ballo. Il giocatore georgiano si è difeso e ha spiegato ciò che gli inquirenti credevano fossero parole in codice e un linguaggio cifrato tra malviventi: "Kaladze a Genova si sta comprando le porte" era stato detto al telefono, una frase quanto mai ambigua che insieme agli "orologi" (ovvero i soldi) e ad altre parole particolari, gli investigatori avevano costruito parte dei contatti avvenuti prima e dopo le gare incriminate.

"Questa cosa delle porte mi ha fatto sorridere. Perchè si trattava davvero di porte! In quel periodo stavo seguendo un progetto di ristrutturazione di un albergo a Kobulety. Presi contatto sia con fornitori italiani, sia con architetti georgiani che mi proposero diversi progetti. Probabilmente Sergio, come si faceva chiamare, seppe questa cosa e mi chiese se ero interessato ad acquistare porte e piastrelle. All'inizio gli dissi di sì, ma poi mi resi conto che mi sembrava tutto gestito piuttosto approssimativamente, non riuscivo ad avere né quantitativi disponibili, né misure e prezzi precisi e quindi tagliai il discorso".

Sugli altri aspetti più seri, cioè sui contatti con gli ‘zingari' Kaladze è stato lapidario: "Sono una persona pulita, non ho mai giocato neanche una schedina in vita mia, e venti anni di carriera sono lì a testimoniarlo. Fu Sculli a presentarmelo [Sergio Altic, uno dei capi degli ‘zingari', ndr] . Me lo presentò come Sergio, ad una cena della squadra. Me lo ha presentato come suo amico. In tutta la mia vita lo avrò visto cinque-sei volte, sempre a cene di gruppo con altra gente. Salvo una volta quando Sculli mi chiese il favore di accompagnarlo alla presentazione di una squadra di calcio a Serravalle ".

Turati coinvolge Grosseto e Ancona – La ‘bomba' più grossa è arrivata invece da un personaggio di secondo livello, il giocatore Marco Turati, ora al Modena che avrebbe confermato agli inquirenti la tesi secondo la quale dietro alle combine non ci sarebbero stati solamente dei giocatori ma anche le dirigenze dei club. In particolar modo, Turati avrebbe confermato la conoscenza dei fatti da parte dei presidenti di Ancona e Grosseto le cui situazioni si sono immediatamente compromesse.
"Abbiamo chiarito alcuni aspetti e il ragazzo ha negato qualsiasi contatto con stranieri e ‘zingarì", ha detto il legale di Turati, Marco Campora che poi ha aggiunto: "È stato collaborativo ed esaustivo abbiamo chiarito meglio la nostra posizione in relazione ai vari episodi che ci vengono contestati".

Da domani, nuovi interrogatori e nuove testimonianze in una inchiesta che appare sempre più lontana dal potersi delineare.

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