Mercato Inter, Spalletti: “Non abbiamo i soldi per Pastore o Mkhitaryan”
Mai abbassare la guardia, mai cedere di un passo: Luciano Spalletti sta provando a tenere sulle corde un gruppo che rischia di sfaldarsi tra sconfitte, vacanze e calciomercato. Tre nemici con cui fare i conti alla ripresa delle ostilità nel ritorno in campo dell'Epifania. Per un'Inter oggi terza in classifica e saldamente in Zona Champions League ma che ha chiuso il 2017 in fortissimo calo, aprendo anche il dibattito sull'ennesima incompiuta nerazzurra. Insomma: c'è da lavorare prima ancora che sperare in nuovi arrivi o qualche rivoluzione via Suning.
A Firenze con in testa il mercato
Spalletti non ha bisogno di piangersi addosso, il suo primo anno all'Inter è iniziato nel migliore dei modi ma adesso deve dimostrare di saper affrontare nella maniera corretta la prima crisi da quando si trova sulla panchina nerazzurra. Di fronte ha una sfida particolarmente delicata, la trasferta di Firenze, che arriverà mentre le sirene del mercato invernale suonano forte. Per tutti, non solo per diversi giocatori interisti.
Il rischio distrazione
Eppure, Spalletti sembra temere moltissimo il turbinio di gossip attorno ai suoi uomini migliori: Brozovic, Joao Mario, Icardi, Perisic, Miranda. Voci di eventuali aste per acquistare i calciatori, altri rumors su cessioni oramai già prestabilite. Insomma, tanto disordine e confusione che può mettere in difficoltà anche i più attenti professionisti perché – come ha professato in conferenza stampa il tecnico toscano: "Se l'occasione fa l'uomo ladro, il mercato fa il giocatore distratto".
Nessuna spesa folle
Dunque, per Spalletti c'è da guardare più in casa propria che attraverso la finestra: la soluzione sta dentro la società, nel gruppo, in chi c'è già non in attesa di chi verrà. Suning non può spendere, sceglierà come muoversi e il tecnico si adatterà in base a ciò che arriverà se arriverà:
"Nessuno può arrivare e cambiare le sorti di una squadra. Tutti sanno che non possiamo fare acquisti importanti in questo mercato. Devo poi valutare se chi c'è già è all'altezza di vestire questa maglia. Le cose i miei se le devono sistemare da soli".
Nè Pastore, nè Mkhitaryan
Per Spalletti il concetto è semplice: sarà un mercato senza botti d'artificio anche perché non ce ne sarebbe bisogno. Il gruppo c'è, la struttura anche, servirebbero "giocatori migliori di quelli che già ci sono" ma è una semplice constatazione. Lungi dall'essere una richiesta per Suning:
Tutto può essere migliorabile: in difesa può mancare un calciatore, ma dalle altre parti ci vuole uno più forte. Possiamo fare nomi: Mkhitaryan, Pastore, Verdi, ci vogliono 30 milioni e non li abbiamo. Per cui è inutile girarci intorno. Oppure ci vuole un altro club che vuole fare uno scambio.
Il mercato d'attesa
Una risposta chiara a chi continua a mettere l'Inter al centro di trattative. Si tratterà invece di stare solamente all'erta e acciuffare l'occasione giusta. Tra fair play, cartellini troppo costosi e richieste impossibili da avallare, per Spalletti il mercato di gennaio sarà solamente una lunga estenuante attesa:
In difesa serve un uomo per far numero, negli altri reparti invece gente più forte di quella che ho. Ma i nomi che girano costano 30-40 milioni. E per fare uno scambio di prestiti devono volere prendere uno dei nostri. E tutti devono mettere a posto il FFP facendo numeri in entrata. Ausilio e Sabatini dovranno essere bravi a cogliere al volo un'occasione, se si presenterà".
Tutti alla pari, Icardi incluso
L'obiettivo resta migliorarsi, senza rovinare ciò che si è costruito in questi mesi. Per Spalletti la ricetta giusta è che chi veste il nerazzurro dia il massimo sempre seguendo le direttive che vengono indicate. Nessuna eccezione, nemmeno se ti chiami Icardi fai gol e sei il capitano della squadra:
Serve che tutti siano intensi per 90′. Altrimenti non possiamo andare lontano, non siamo una squadra che può permettersi di lasciare qualcuno a pascolare per il campo. Anche perché si parla di problema del gol, ma prima bisogna essere bravi a recuperare il pallone