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Lukaku sfida i razzisti: “La prossima volta rispondo ma non uscirò dal campo”

L’attaccante belga dell’Inter, in un’intervista a RollingStone, ha parlato del razzismo nello sport italiano. Sulla possibilità che un giocatore debba lasciare il campo in caso di cori razzisti o manifestazioni simili durante una partita l’ex attaccante del Manchester United ha affermato: “No, ma penso che debba prendere posizione, quello sì”.
A cura di Vito Lamorte
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Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò. Però i miei pensieri rimangono sul campo, per aiutare i miei compagni a vincere.

Romelu Lukaku, in un'intervista a Rolling Stone, si è soffermato sul problema del razzismo legato al mondo del calcio in Italia, ma non solo. L'attaccante belga dell'Inter, approdato questa estate in Serie A e a segno nelle prime due giornate, ha dovuto fare subito i conti con questa grave piaga con cui lo sport italiano spesso deve rapportarsi. In merito alla possibilità che un giocatore debba lasciare il campo in caso di cori razzisti o manifestazioni simili durante una partita l'ex attaccante del Manchester United ha affermato:

No, ma penso che debba prendere posizione, quello sì. Perché il razzismo è qualcosa a cui bisogna rispondere. Guarda l'Inghilterra, dove nelle ultime settimane sono successe diverse cose a giocatori del Manchester United e del Chelsea: la questione va affrontata. Il calcio è qualcosa di internazionale, multiculturale. E se vuoi davvero attirare i migliori giocatori del mondo, devi accoglierli a braccia aperte, perchè a loro volta gli atleti devono adattarsi alla cultura in cui arrivano. Quindi è fondamentale non discriminare, e apprezzare quello che uno porta con la sua presenza.

Dopo la gara di Cagliari Lukaku ha subito preso posizione con un post sui social che ha attirato l'attenzione del mondo sul problema ma poi è arrivato il comunicato della curva Nord, cuore del tifo nerazzurro, che ha messo a nudo una parte dei problemi che il calcio deve affrontare quanto prima per migliorarsi. Sulla campagna BUU, ossia Brothers Universally United, “Fratelli Universalmente Uniti”, lanciata dall'Inter dopo i fischi che una parte dello stadio aveva riservato al difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly, lo scorso dicembre il centravanti nerazzurro ha dichiarato:

Penso che sia stata una grande cosa da parte del club lanciare una campagna come BUU – Brothers Universally United. E se vorranno il mio contributo, glielo darò. Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò. Però i miei pensieri oggi sono sul campo da calcio, per aiutare i miei compagni a vincere.

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