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Inter, Conte: dito contro dirigenza e mercato ma doveva (e poteva) imporsi in estate

Antonio Conte ha alzato il tiro del suo malcontento evidenziando una rosa incompleta nella qualità e nel numero degli elementi che la compongono. Voleva giocatori precisi (Vidal, Llorente, Dzeko), nessuno è arrivato. Ma un tecnico della sua esperienza avrebbe dovuto imporsi prima, non ora che tutto appare di nuovo compromesso.
A cura di Alessio Pediglieri
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Antonio Conte sta provando a fare di necessità virtù, ma la coperta troppo corta in pieno autunno si sente eccome. Alle prime folate di freddo si è ritrovato coi piedi scoperti: contro la Juventus, a Barcellona e adesso contro il Dortmund. Non tre partite a caso ma le Partite, di questo inizio di stagione. Che l'Inter ha puntualmente perso. Motivo? La crescita, un progetto in formazione, una sfida che necessita di tempo per radicarsi, una mentalità da costruire. Tutti motivi validi che poi vengono spazzati via come foglie al vento davanti alla realtà: la rosa è corta e inadeguata per essere competitivi con costanza in tutte le competizioni.

Tre indizi per una prova: Inter inadeguata

Il campanello d'allarme era arrivato a San Siro nel secondo tempo contro la Juventus dove l'Inter ha pagato pegno in fase di lucidità ed esperienza lasciando il passo al killer instinct di Gonzalo Higuain. Il secondo allarme è giunto da Barcellona con un secondo tempo da dimenticare dopo il gol-lampo di Lautaro che aveva gelato il Camp Nou. Infine, il terzo indizio che fa la prova: la scellerata sconfitta di Dortmund dallo 0-2 al 3-2.

Il mercato che non c'è stato

E' vero, Conte ha ragione di non essersi lamentato solo dopo ma aveva già detto da tempo che mancavano elementi validi in rosa e il numero dei giocatori era troppo limitato. E' pur vero che in estate – dunque in tempi non sospetti – oltre a chi è arrivato aveva richiesto altri giocatori specifici con nomi e cognomi: Dzeko o Llorente e Vidal. Nessuno è arrivato, mentre in mediana sono giunti Sensi (dal Sassuolo) e Barella (dal Cagliari) e in avanti Lautaro e Sanchez.

Primo sbaglio: non considerare Nainggolan

Dunque, è vero: a quest'Inter manca il classico centesimo per fare il milione ma è anche vero che qualche spiccio in casa ce l'aveva, eccome. L'odierna situazione è anche figlia diretta non solo di un mercato che non ha accontentato in tutto mister Conte ma anche progenie delle scelte dell'allenatore salentino. Due nomi su tutti: Icardi e Nainggolan. Soprattutto il belga rappresentava una tipologia di giocatore che mancava in rosa e che non aveva alternative, aver congedato Nainggolan già ai primi di luglio considerandolo un fuori rosa è stato uno sbaglio. L'alter ego dell'oramai ex nerazzurro era Arturo Vidal, oggi ancora a Barcellona, ma il cileno non è arrivato e l'aver ‘forzato' la mano alla società non ha portato al risultato sperato.

Secondo sbaglio: la cessione di Icardi a fine mercato

Discorso a parte per Icardi che per motivi personali e di regolamenti interni non avrebbe potuto continuare la sua carriera in nerazzurro. Ma anche in questo caso, la cessione al 31 agosto al Psg in tutta fretta è sembrato un ripiego finale quasi privo di senso pratico. Conte aveva chiesto il giorno del suo insediamento di risolvere la questione con l'argentino in un paio di settimane. Fosse stato così, c'era tutto il tempo per capire in modo concreto che i soli Lukaku-Lautaro-Sanchez (l'attuale reparto offensivo) non sarebbero stati sufficienti per il 3-5-2 del tecnico.

Terzo sbaglio: il pianto in pubblico

In poche parole, Conte si sarebbe dovuto imporre dall'inizio perché oggi i buoi stanno già scappando dalla stalla. Puntare il dito sulla dirigenza, in questo momento, ha un effetto boomerang: l'opinione e la critica impazza scatenando la ricerca di uno ‘strappo' interno, di una crisi tra tecnico e società che non fa assolutamente bene all'ambiente. L'Inter è mancata nelle fasi chiavi di inizio stagione: con la Juventus ha perso la vetta della Serie A, con Barcellona e Borussia la possibile qualificazione agli ottavi. Tre scivolate imperdonabili, ma che non si risolvono con la lamentela pubblica del post partita.

Perchè Conte (oggi) non ha ragione

Un uomo e un tecnico della sua caratura avrebbe avuto il dovere di risolvere il rebus subito, non adesso aspettando gennaio. Per la sessione invernale di calciomercato, i giochi in Champions League saranno già conclusi col primo turno chiuso e qualificazioni decise. E si rischia anche di ritrovarsi invischiati nel vortice delle inseguitrici di sempre, nei confronti della Juventus in campionato.

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