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Insultano il ct in un video, 2 calciatori condannati a 3 mesi di carcere

Il fatto è successo negli Emirati Arabi: il Tribunale ha punito con severità lo sfogo di due giocatori che avevano contestato duramente le decisioni del tecnico.
A cura di Maurizio De Santis
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Tre mesi di carcere per aver insultato il commissario tecnico della nazionale. Tutto vero, è successo negli Emirati Arabi. Una vicenda incredibile nella quale sono rimasti coinvolti due calciatori che hanno ‘osato' discutere le scelte dell'allenatore e, in particolare, usato parole offensive nei suoi confronti. Ce n'è abbastanza perché, secondo la giustizia locale, possano essere denunciati e condannati alla pena detentiva. Paradossale e durissima al tempo stesso come raccontato dal quotidiano francese L'Equipe che ha fornito tutti i dettagli dell'episodio. Abdullah Qassem, questo il nome di uno dei due colpevoli, sarebbe il principale imputato, il giocatore che – stizzito e deluso dalle decisioni del ct – prima sarebbe andato su tutte le furie poi lo avrebbe aggredito verbalmente.

Non contento di aver contestato Mahdi Ali Hassan Redha (commissario tecnico della nazionale), il centrocampista dell’Al Dhafra sarebbe andato oltre: ovvero, s'è fatto filmare da un compagno di squadra e registrato in un video la ‘filippica' nei confronti dell'allenatore. Gesto ed epiteti alla base della denuncia e della successiva decisione assunta dal Tribunale che li ha riconosciuti entrambi colpevoli e condannati a 3 mesi di galera. Di cosa sono accusati i due giocatori? Uso improprio dei mezzi di comunicazione, anzi nel caso in questione il capo d'imputazione di averlo sfruttati per offendere, ferire i sentimenti e l'onorabilità del commissario tecnico, oltre a una gravissima violazione dell’etica attraverso la Rete.

Inutile ogni tentativo da parte dell'avvocato difensore di Abdullah Qassem che aveva provato a stralciare la posizione del proprio assistito sostenendo la tesi secondo cui il video dello scandalo, adottato come prova schiacciante dal Tribunale, sarebbe stato pubblicato senza il consenso del calciatore protagonista dell'aggressione verbale nei confronti del ct.

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