Insigne vuole essere magnifico: “Magari faccio gol al City come al Bernabeu”
Lorenzo Insigne è uno degli interpreti principali del Napoli di Maurizio Sarri. Assieme a Callejon e a Mertens ha costituito quel tridente dinamico che Pep Guardiola ha elogiato in conferenza stampa: ne teme il dinamismo e la rapidità, la capacità di essere letali in area, pericolosi sempre, costruttori di manovra e perfetti finalizzatori. Non è la Ma.Gi.Ca. (Maradona, Giordano, Careca) ma, dovesse andare tutto per il verso giusto, sotto il Vesuvio potrebbero ritrovare la ‘Merica' (prendendo le iniziali dei cognomi) e finalmente festeggiare quello scudetto che risale a 30 anni fa, una vita intera.
Tra sogno e realtà in mezzo c'è la Champions. A quella musichetta i partenopei sono abituati: prima la sussurravano, adesso la intonano con l'acuto finale che rimbomba negli stadi d'Europa. Dal San Paolo all'Etihad, nonostante la nebbia e la minaccia della tempesta ‘Ophelia': niente può frenare l'entusiasmo di una tifoseria che ha dimenticato il tradimento di Higuain e ha colmato il dispiacere con le prodezze del belga Dries, trasformatosi in bomber vero.
Le forze in campo. Manchester City e Napoli si assomigliano molto ma l'ago della bilancia pende dalla parte degli inglesi che possono vantare calciatori molto forti e maggiore esperienza internazionale. Insigne non si lascia intimidire.
Per crescere bisogna affrontare i top club – ha ammesso Insigne nell'intervista al sito della Uefa -. Il mister ci chiede sempre di giocare il nostro calcio contro qualsiasi squadra, perché le qualità le abbiamo. Dovremo solo avere fiducia in noi stessi e scendere in campo senza paura. Sappiamo che il City ha tanti campioni, ma se giochiamo come sappiamo, possiamo metterli in difficoltà.
Senza paura. Magari, per usare lo stesso linguaggio adottato da Sarri in conferenza stampa, si toglierà lo sfizio di ‘palleggiare in faccia agli avversari' e poi chissà di piazzare un affondo come nella serata magica del ‘Santiago Bernabeu'. Allora, nonostante la sconfitta e la superiorità tecnica delle merengues, il Napoli e Lorenzo giocarono a viso aperto e crearono qualche grattacapo ai blancos.
L'anno scorso abbiamo incontrato subito il Real Madrid, campione d'Europa in carica. Ma ce la siamo giocata e siamo stati anche sfortunati in determinati episodi. Ancora oggi non riesco a credere di aver segnato al Bernabeu. Per me è uno degli stadi più belli al mondo, in cui hanno giocato i più grandi. Purtroppo il risultato finale non è stato positivo – ha aggiunti il ‘magnifico' – ma a un napoletano e tifoso di questa squadra, non capita tutti i giorni di segnare un gol lì.