Insigne, 15′ in campo fuori ruolo: “Darò il massimo, non esiste un Mondiale senza Italia”
Annuisce, entra in campo e si piazza al posto di Verratti. Come, Insigne a centrocampo invece che in attacco? Ventura si sgola, sbuffa, bofonchia, fende l'aria disegnando strane traiettorie nemmeno fosse un vigile urbano all'ora di punta. Lui allarga le braccia e ai compagni di squadra che lo guardano straniti replica con una mimica emblematica: "Eh… sì, devo stare al centro… mi ha detto che devo giocare così". E' sufficiente questa immagine per spiegare la confusione tattica, di idee e d'identità della Nazionale.

Insigne inizialmente escluso dalla formazione titolare poi tiratovi dentro per i capelli, messo fuori ruolo per quindici minuti, buttato nella mischia nemmeno fosse il classico gregario che serve a difendere il risultato, votato al sacrificio e basta. E già, sei quasi fuori dal Mondiale e lasci in panchina uno dei pochi giocatori che con una giocata possono ribaltare le sorti dell'incontro. La Svezia ringrazia.

Un'ala sinistra tra le più pericolose del campionato, capace di mettere i brividi addosso a Pep Guardiola e al Manchester City, trasformata in mediano/interno di centrocampo/regista/trequartista (che aveva in mente il commissario tecnico?), sistemato nel cuore della mediana nonostante la fisicità preponderante degli avversari, relegato in una posizione che non gli permette di esprimere il meglio del suo repertorio.
Dribbling, cambio di passo, capacità di accentrarsi e battere a rete tagliando a fette la difesa avversaria. Ma tant'è, in questa squadra il calciatore del Napoli continua a essere un oggetto misterioso e a non avere una collocazione tattica adeguata alle sue caratteristiche.
Il mister mi ha chiesto se me la sentivo di sostituire Verratti, – ha ammesso ai microfoni di Rai Sport Insigne nel dopo partita -. E io gli ho detto di sì perché sono a disposizione darò sempre il massimo in ogni ruolo. Lui sa bene che giocatore sono ma le scelte spettano al ct e non ai calciatori. Sono entrato e potevo dare di più, mi dispiace, ma ora bisogna lavorare perché abbiamo il ritorno e vogliamo vincere. Non è possibile un Mondiale senza l'Italia, dobbiamo giocare con il coltello fra i denti. Dobbiamo dare tutti il 200% e speriamo nell'aiuto di San Siro.