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Iniesta ed il male di vivere: “Non ce la facevo più”

Il centrocampista del Barcellona si racconta nella sua biografia: “Angosciante, ti senti male e la gente intorno a te non capisce”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sembra incredibile ma l'Andrés Iniesta che tutti sono abituati a vedere, quello che con una singola giocata ha deciso spesso partite fondamentali con la maglia del Barcellona e della Spagna, per qualche tempo è stato il fantasma di se stesso. Lo ha raccontato nella sua biografia, "La giocata della mia vita", ed ha lasciato di stucco un po' tutti: da quello che si può leggere nelle anticipazioni pubblicata dal "Periodico", infatti, Iniesta è stato male a tal punto che temeva di non farcela più.

L'episodio sarebbe avvenuto nell'estate 2010, poco dopo la vittoria del Mondiale in Sudafrica vinto proprio grazie ad un suo gol ai supplementari contro l'Olanda. O almeno, il periodo sembra essere quello: Iniesta non lo specifica, ma lo identifica come "l'estate più gloriosa" della sua carriera. "All'improvviso uno comincia a stare male. Non sa perché, ma un giorno sta male. E quello dopo anche. E così, giorno dopo giorno, non migliori", si legge nelle anticipazioni del Periodico, "Il problema è che davvero non sai quello che stai passando. Mi fanno un'infinità di esami e tutti escono perfetti, ma il mio corpo e la mia mente non si incontrano, si allontano. Niente ti dà più dolore che non sapere quello che hai", prosegue Iniesta, "forse qualcuno leggendo pensa sia una sciocchezza o forse altri si identificano in quello che dico. Tutto quello che so è che è angosciante: la palla diventa ogni giorni più grande, ti senti male e la gente intorno a te non capisce. E l'Andrés che tutti conoscono resta vuoto dentro. È dura, molto dura".

Un viaggio introspettivo davvero molto toccante. Del resto, non è stata la prima volta di quella spiacevole sensazione. Era già capitato alla morte di Daniel Jarque, capitano dell'Espanyol stroncato da un infarto dopo un'amichevole in Italia. "Non potevo crederci, la notizia mi gelò il cuore. E i giorni successivi a Barcellona furono terribili", ha spiegato nella sua biografia, "da allora cominciò la mia caduta libera verso un luogo sconosciuto, vidi l'abisso. E fu allora che dissi al medico: Non ce la faccio più". Un male di vivere che il centrocampista catalano sembra poi aver finalmente superato.

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