Inghilterra, si allarga lo scandalo pedofilia nel calcio giovanile
Lo scandalo pedofilia nel calcio giovanile inglese continua ad allargarsi a macchia d'olio. Il dipartimento di polizia che sta seguendo le indagini ha infatti fatto sapere che il numero di tecnici e dirigenti sospettati di aver abusato sessualmente dei loro giocatori è salito ad ottantatré, mentre i club sarebbero addirittura novantotto e di tutte le categorie. Numeri che, tristemente, sembrano destinati a crescere.
Dall'inizio della vicenda, si sono susseguite le segnalazioni telefoniche da parte delle vittime: quasi tutti uomini (il 98% delle segnalazioni), che dichiarano di essere stati molestati tra i sette ed i ventanni. Le denunce, allo stato attuale, sono già 639 mentre le vittime accertate sono circa trecentocinquanta. Richard Craig Scudamore, numero uno della Premier League, ha scritto ai genitori di oltre tremila giovani calciatori per rassicurarli sulle attuali misure di controllo e sicurezza attive nei settori giovanili dei club della massima divisione inglese. Ma lo scandalo continua.
Nei giorni scorsi aveva suscitato clamore la storia di Paul Stewart, l'ex calciatore inglese che nella sua carriera ha vestito le maglie di club prestigiosi come Manchester City, Liverpool, Tottenham, che aveva ha raccontato in diretta televisiva gli abusi sessuali subiti da ragazzino dal proprio allenatore: una violenza durata addirittura quattro anni, da quando ne aveva undici e fino ai quindici. E prima ancora c'era stata la vicenda degli ex calciatori Woodward, Walters, Dunford e Unsworth, che avevano accusato il loro ex manager Barry Bennel di molestie sessuali ai tempi delle giovanili del Crewe Alexandra. E l'elenco dei casi, purtroppo, sembra destinato ad allargarsi nonostante i tentativi di rassicurazione da parte di Scudamore.