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Infortuni spacca carriera, 5 calciatori che hanno appeso le scarpe al chiodo

Sono alcune storie di ragazzi che hanno dato tutto pur di non abbandonare quel rettangolo di gioco. Toccante, soprattutto il racconto di due italiani: Brocchi e Balzaretti. E come dimenticare van Basten, il ‘cigno di Utrecht’, costretto allo stop da una caviglia messa male?
A cura di Fabrizio Rinelli
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Campioni che hanno lasciato il segno nel nostro calcio. Un calcio che però li ha abbandonati troppo presto, tutta colpa dei tanti infortuni che hanno messo di fatto la parola fine alla carriera di questi calciatori. Un autentico calvario per alcuni che, spinti dalla passione di questo sport, sono stati operati e poi visitati dai migliori medici sportivi al mondo che hanno potuto constatare solo le difficoltà che avrebbero trovato andando avanti con il calcio giocato. Queste 5 storie, di calciatori che hanno dovuto lasciare il calcio dopo un infortunio, sono ancora ben impresse nella nostra mente.

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Il più forte di tutti: Marco Van Basten

"Eh niente, la notizia è breve. Ho convocato questa conferenza stampa per dirvi che smetto di fare il calciatore. C’è poco da dire. Mi ritiro". Altro che notizia breve, per i tifosi olandesi e per tutti gli amanti del calcio, le parole di Marco Van Basten, il “Cigno di Utrecht”, scioccarono tutti. Van Basten fu purtroppo un gioiello fragilissimo, costretto a ritirarsi il 26 maggio del 1993, all’età di 28 anni. Tutta colpa di quella caviglia malandata e martoriata da infortuni e operazioni. L’olandese era considerato tra i primi tre centravanti più forti di tutti i tempi, ed è stato il  grande protagonista della storia del Milan: 4 campionati, 4 Supercoppe italiane, tre Coppe dei Campioni, 3 Supercoppe Europee, 2 Intercontinentali, tre Palloni d’Oro, un Fifa World Player. Per lui, si espose anche Maradona che disse: “Marco si è fatto male proprio quando stava per diventare il migliore di tutti“.

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Brocchi e quel fallaccio di Matuzalem

Quel fallaccio di Matuzalem in Genoa-Lazio del 2013, mise definitivamente la parola fine alla carriera di Cristian Brocchi. "Lo staff medico, in accordo con l’atleta Cristian Brocchi, comunica che nonostante tutti i tentativi terapeutici effettuati, conservativi e chirurgici, si è verificata definitivamente l’impossibilità a riprendere la consueta e regolare attività professionale". Un comunicato pieno zeppo di rimpianti e di dolore, spense di fatto la carriera di un calciatore grintoso e generoso che ha sempre dato tutto in ogni sua esperienza calcistica. Fatali in particolare il trauma riportato il 26 novembre del 2011 in Lazio-Juventus, con l'articolazione del calciatore che non si è mai ripresa, e poi proprio il fallaccio di Matuzalem nel corso di Genoa-Lazio dello 3 febbraio 2013.

Nonostante da due anni, avesse poi intrapreso un trattamento di tipo conservativo dai medici biancocelesti per recuperare dall'infortunio subito contro la Juventus, Brocchi aveva sempre come la sensazione di cedimento articolare e di instabilità delle articolazioni coinvolte. Oggi, dopo l’esperienza sulla panchina del Milan fra giovanili e prima squadra, è allenatore del Brescia in Serie B.

McHugh dice addio. Tutta colpa di un dito

Un infortunio choc che ha sconvolto il mondo intero. In Irlanda, il povero Kevin McHugh ha dovuto dare l'addio al calcio dopo aver perso l'anulare della mano sinistra in modo davvero atroce. L'attaccante dei Finn Harps, squadra che milita nel massimo campionato locale, durante una normale sessione di allenamento, rimase incastrato con il suo anello di nozze in un recinto. "Quando sono atterrato, dopo aver scavalcato, ho sentito qualcosa di strano, ho guardato la mano e il dito non era più lì”.

Queste le sue parole dopo quel fattaccio. Raccontò che tutti i suoi compagni di squadra erano bianchissimi in volto e in stato di shock, e fu proprio lì che capì subito la gravità della situazione. L'ex giocatore di Derry City e Linfield, che lavorava già come allenatore di una squadra giovanile, aveva comunque già deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Questo brutto infortunio però, accorciò solo i tempi.

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Fofana smette a soli 25 anni

Era uno dei prospetti più interessanti del calcio francese. Stiamo parlando dell’ormai ex centrocampista del Lione Gueida Fofana. Il talento transalpino, decise di smettere per la troppa sfortuna. A soli 25 anni, dopo un’incredibile serie di infortuni, non potè far altro che dire basta e arrendersi alla malasorte. Di passaporto guineano, Fofana decise di chiudere la propria carriera da professionista dopo il fastidioso problema che lo tenne bloccato da due anni. Classe 1991, il talento del Lione, non riuscì mai a recuperare dal grave e ancora irrisolto infortunio alla caviglia che lo tormentò in modo costante per troppo tempo.

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L’incubo di Balzaretti: "Non riuscivo a camminare"

I tifosi della Roma, di lui, non potranno mai dimenticare le sue lacrime dopo quel gol in campionato realizzato nel derby contro la Lazio. Un’esultanza che non riuscì a trattenere e che fece esplodere sotto la curva dei tifosi giallorossi. Tutto molto emozionante e bello per Federico Balzaretti, che però dovette fare i conti con la pubalgia. Un problema fastidiosissimo di cui soffrono tanti calciatori. Per curarsi e riprendersi al meglio, volò negli Usa per un'operazione che doveva risolvere il guaio. Ma al rientro in campo, la dura scoperta: il problema era invece relativa all’articolazione fibro-cartilaginea tra le ossa pubiche. Non c’era più la cartilagine.

Non avendo mai avuto un problema simile ho pensato che fosse una cosa passeggera e ho giocato contro il Sassuolo – disse a settembre del 2014 -. Al termine di quel match mi sono dovuto fermare, non riuscivo a camminare…

Il giocatore giallorosso fu quindi sottoposto a ben due interventi chirurgici. "Secondo i dottori non potrò più giocare. La pubalgia non mi consente più di fare ciò che amo, è stato difficile prendere questa decisione ma ero obbligato", confessò in una toccante conferenza stampa che l'ex terzino della Roma convocò, dopo aver provato in tutti i modi a non lasciare la gioia di sgroppare lungo la fascia sinistra.

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