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Infantino, il figlio di emigranti italiani diventato Presidente della FIFA

Lo svizzero, eletto come successore di Blatter, auspica subito le riforme: la prima potrebbe essere un mondiale a 40 squadre.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Gianni Infantino è il nuovo presidente della FIFA, ma in pochi conoscono la sua storia. I più lo ricordano, soprattutto in Italia, come il segretario generale della UEFA, volto noto prima, durante e dopo i sorteggi delle competizioni europee. Ma lo svizzero, di chiare origini italiane, non è stato solo questo: con la sua elezione a presidente della FIFA ha confermato la leadership europea nelle gerarchie del calcio, conquistando il "trono" che per anni era stato occupato da Sepp Blatter, svizzero anche lui seppur di ceppo francese.

Avvocato di 46 anni, figlio di due emigranti italiani in Svizzera (madre calabrese e padre della Valcamonica; lui stesso ha un appartamento a Reggio Calabria, dove si reca quando può), Gianni Infantino non è mai stato alla ribalta ma ha sempre lavorato in sordina. Il maremoto che ha "cancellato" Blatter aveva appena trascinato via anche Michel Platini, candidato forte della UEFA alla successione dello svizzero: ma senza di loro, la figura dell'avvocato poliglotta (parla ben cinque lingue) è emersa subito. Non era facile vincere: i suoi 115 voti (contro gli 88 di Al Khalifa) non sono soltanto voti europei. Infantino ha conquistato voti ovunque, tra Africa ed Americhe, riuscendo a convincere tutti.

"Voglio essere il presidente di tutte le federazioni", ha detto subito dopo la sua elezione, "ho affrontato un viaggio eccezionale che mi ha fatto incontrare molte persone fantastiche, che amano e respirano calcio ogni giorno, molte persone che meritano che la Fifa venga rispettata. E restituiremo alla Fifa il rispetto che si merita", ha sottolineato Infantino, "tutti ci applaudiranno per quello che faremo alla Fifa. Abbiamo bisogno di rispetto e ce lo riguadagneremo. Ricostruiremo una nuova Fifa, in cui possiamo rimettere il calcio al centro del palcoscenico".

Ma intanto è già tempo di pensare alle riforme: lui, Infantino, auspicava un Mondiale a 40 squadre. E non tutti erano d'accordo. Intanto la UEFA sta cercando un nuovo presidente: Platini spera di conservare la poltrona per altri due anni, ma in quel caso servirà "una mano" proprio della FIFA. Dove adesso siede il suo ex-braccio destro Infantino. E poi, per il futuro della presidenza europea, si vedrà.

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