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Indagato Lotito, perquisizioni in FIGC. Il presidente della Lazio: “Sono solo calunnie”

La perquisizione della Digos in seguito a un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli in seguito alla telefonata tra Iodice, dg dell’Ischia, e il massimo dirigente della Lazio. Gli illeciti (al momento solo presunti) sarebbero riconducibili a finanziamenti elargiti a società calcistiche. Al vaglio degli inquirenti il reato di tentata estorsione. Nelle ore successive, è arrivata la prima risposta del patron laziale, attraverso un comunicato ufficiale. Tavecchio: “La Figc non ha nessun problema dal punto di vista della trasparenza e della correttezza”. Lotito rischia di perdere anche la carica di consigliere federale.
A cura di Maurizio De Santis
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Claudio Lotito presidente Lazio

Hanno fatto rumore le perquisizioni, da parte degli agenti della Digos, nella sede della Federcalcio e negli uffici di Tavecchio e Macalli. L'operazione degli agenti si muove nell'ambito di un'inchiesta partita dalla Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto, Vincenzo Piscitelli, e condotta dai pm Vincenzo D'Onofrio, Vincenzo Ranieri, Stefano Capuano e Danilo De Simone. Nell'indagine il presidente della Lazio, Claudio Lotito, figurerebbe indagato per tentata estorsione (perquisizioni sono state effettuate anche nella sua abitazione). Tutto nasce dalla telefonata che destò scalpore tra il massimo dirigente dei capitolini e il direttore dell'Ischia, Pino Iodice: colloquio che il dirigente isolano registrò in via cautelativa, consegnò ai magistrati e venne diffuso dal quotidiano Repubblica.

La palla ora passa anche nelle mani del procuratore federale Palazzi, che aveva già aperto un fascicolo sull'episodio e che ora dovrà pronunciarsi entro il prossimo 16 giugno e decidere se archiviare il caso o deferire Lotito. Nella peggiore delle ipotesi, il presidente della Lazio rischierebbe un'ulteriore condanna che, sommata alla precedente (otto mesi e 15 giorni), potrebbe farlo decadere dalla carica di consigliere federale. Per quanto riguarda la Lazio, invece, non ci sarebbe alcun problema e potrebbe partecipare regolarmente alla prossima Champions League, dato che l'eventuale infrazione del suo presidente non costituirebbe illecito sportivo. Gli illeciti (al momento solo presunti) sarebbero riconducibili a finanziamenti elargiti a società calcistiche. Il numero uno della Lazio si era proclamato sempre innocente e a di fronte alla possibilità di un eventuale deferimento della Procura Federale s'era difeso così: "Perchè mai? Andate a risentire tutto l'audio".

La risposta del patron biancoceleste era arrivata tramite un comunicato ufficiale, pubblicato sul sito della Lazio: "Da mesi sono oggetto di una campagna diffamatoria e calunniosa il cui fine è indubbiamente quello di ostacolare l'opera di risanamento del calcio, che sto contribuendo faticosamente a portare avanti, come dimostrato dai molteplici provvedimenti già adottati allo scopo di assicurare l’assoluta trasparenza del sistema. Consapevole di questo, mesi addietro, avevo appunto presentato presso la Procura di Roma una denuncia per diffamazione e calunnia. Confido che la magistratura, nella quale ho da sempre la massima fiducia, possa in breve tempo chiarire positivamente la mia posizione al fine di trasformare i miei accusatori in accusati". La magistratura, dopo le perquisizioni in Figc, ha disposto inoltre una perquisizione anche nella casa romana di Lotito.

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Subito dopo il comunicato del numero uno biancoceleste, sono arrivate anche le parole di Carlo Tavecchio: "In qualità di persona informata sui fatti ho dato delle risposte – ha dichiarato il presidente della Figc – Ci sono stati chiesti dei documenti che abbiamo consegnato. Non abbiamo nessun problema dal punto di vista della trasparenza e della correttezza".

‘Beretta conta zero', ‘Carpi in A rovinoso', ‘Qui il sistema salta'. Queste alcune delle affermazioni contenute nella registrazione della telefonata avvenuta lo scorso 28 gennaio e poi venuta alla luce nelle settimane successive. Tutto nasce dalla sfiducia al presidente della Lega Pro, Macalli, e dal tentativo da parte del massimo dirigente della Lazio di caldeggiare il suo programma di salvataggio della categoria che rischia il collasso. "Lui è un uomo potente, io rappresento una piccola società – raccontò Iodice a Repubblica -. Lotito fa pressioni: l’Ischia deve sostenere il suo programma o non avremo contributi".

"Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero", dice Lotito nella telefonata con Iodice, nella quale spiega anche il suo piano per la Lega Pro: "Voglio salvare la Lega Pro. Se nel giro di dieci giorni non si trova un gruppo di maggioranza su questo progetto, ti spiego che succede. Il 16 non arrivano i soldi, perché non ci sono". Progetto che prevede per il futuro "una commissione strategica, tre presidente, uno del nord, uno del centro ed uno del Sud: ogni venti giorni vedono l'attuazione del programma. In sei mesi incrementerò i ricavi, porterò uno sponsor al campionato ed i soldi dello streaming".

I diritti tv, Carpi e Frosinone: "Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se mi porti su il Carpi, una può salire, ma se mi porti squadre che non valgono un c…, noi fra due o tre anni non abbiamo più una lira. Se fra tre anni abbiamo Latina, Frosinone, chi c… se li compra i diritti? Non sanno neanche che esistono il Frosinone, il Carpi".

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