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Incidenti Italia-Croazia, mano leggera della UEFA: solo multe alle federazioni (FOTO/VIDEO)

Tredicimila euro di multa all’Italia, ottantamila alla Croazia che dovrà disputare una gara con un settore dello stadio chiuso.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La tanto temuta "mano pesante" della UEFA sugli incidenti avvenuti in Italia-Croazia, gara valida per le qualificazioni ad Euro 2016 che si è disputata a San Siro il mese scorso, non c'è stata. La federazione continentale ha optato per la linea leggera, limitandosi a dare una multa di tredicimila euro alla Federazione italiana, ed una di ottantamila euro a quella croata, assieme ad una gara da disputare a porte "parzialmente" chiuse: ovvero, i croati dovranno giocare in uno stadio con un settore di capienza non inferiore agli ottomila posti chiuso ai propri tifosi. Insomma, nulla di grave per entrambe le federazioni, che se la cavano con poco rispetto a quanto visto in altri ambiti ed in altre situazioni.

Era andata infatti decisamente peggio a Serbia ed Albania, dopo i fattacci dovuti al drone con bandiera della Grande Albania: in quel caso, vista anche la gravità dei fatti in campo, la Uefa aveva optato per la sconfitta a tavolino dell'Albania per 3-0 e, contemporaneamente, penalizzò di tre punti la Serbia, oltre a costringerla a giocare a porte chiuse le due gare successive di qualificazione ad Euro 2016. Oltre, ovviamente, a centomila euro di multa comminate ad entrambe le federazioni. I fatti del match tra Serbia ed Albania erano oggettivamente più gravi, ma gli Azzurri temevano soprattutto di dover giocare a porte chiuse visto che l'organizzazione del match contro la Croazia, e le relative misure di sicurezza, erano a proprio carico. Un po' come dopo i fatti di Italia-Serbia del 2010, quando a Genova andò in scena uno show vero e proprio di violenza dentro e fuori lo stadio, che costarono ai "soliti" serbi, oltre alla sconfitta per 3-0 a tavolino, anche due partite a porte chiuse (di cui una con la condizionale), mentre all'Italia toccò una partita da disputare a porte chiuse ma con la sospensione condizionale della pena.

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