Inchiesta Uefa su Tavecchio per opti poba e mangia-banane
In Italia epiteti come mangia-banane, ‘opti poba' vengono sviliti a livello di sfotto' così capita che un candidato alla presidenza della Figc, Carlo Tavecchio, venga eletto a larga maggioranza per rappresentare il calcio italiano. Al di là delle Alpi la pensano diversamente: impugnano il ‘bastone del comando' e bacchettano il numero uno della Federazione di via Allegri aprendo un'inchiesta disciplinare nei suoi confronti. Quella frase sui calciatori extra-comunitari pronunciata durante l'assemblea della Lega Dilettanti (di cui è rimasto a capo fino a prima dell'elezione e del nuovo incarico) è stata messa in secondo piano nelle stanze del Palazzo, a Roma. Alla Uefa, invece, non è piaciuta e non sono bastate le scuse, le giustificazioni, i chiarimenti, l'appoggio dei suoi sostenitori e il curriculum di benefattore snocciolati dallo stesso Tavecchio per placare le perplessità dell'organismo internazionale. S'è difeso lunedì scorso, in occasione del primo consiglio federale e lo ha fatto ancora una volta durante la conferenza stampa di presentazione di Antonio Conte, quale nuovo ct della Nazionale. "Contano i fatti – ha ribadito – e posso dire che grazie a un mio provvedimento ha consentito a 12 mila extracomunitari di giocare e avere una ribalta professionistica". Già… poi va in Consiglio e come primo atto cosa fa? Depotenzia, fino a svuotarla e di fatto a cassarla, la norma sulla ‘discriminazione territoriale' che non piaceva alle società e nemmeno ai tifosi. Insulto libero e niente più Curve chiuse (o altri settori dello stadio) nonostante le bestialità urlate sulle gradinate.
La replica di Tavecchio all'inchiesta dell'Uefa. "Sono sereno e rispettoso della decisione – ha ammesso -. Del resto si tratta di un atto dovuto, quindi da noi stessi previsto e sono certo che potrò spiegare anche alla Uefa sia il mio errore sia le mie vere intenzioni".