In un video con Tacconi, Brighenti afferma: “Babacar ha 4 anni in più”
L’ex portiere della Juventus Stefano Tacconi, come molti suoi ex compagni di nazionale, ha presenziato al funerale di Azeglio Vicini, ex c.t. scomparso a 84 anni. Nel viaggio di ritorno Tacconi ha postato un video in diretta sul proprio profilo Facebook, in cui ha raccontato alcuni episodi del passato e ha lasciato anche la parola a Sergio Brighenti, che viaggiava con lui. L’ex attaccante, classe 1932, ha detto che l’attaccante senegalese Babacar, che proprio in questi giorni è passato dalla Fiorentina al Sassuolo, avrebbe quattro anni in più rispetto a quelli che dichiara.
Brighenti e l’età di Babacar
Sergio Brighenti è stato un grande attaccante, fu in campo nella famosa partita tra Inghilterra e Italia del 1959 ed è stato vice di Vicini a Italia ’90, e in questo video ha detto che, ai tempi del Modena, venne a sapere che: “Alcuni maneggiatori portarono quattro giocatori africani: andai a controllare e i documenti erano falsi. Avevano quattro anni in più. Uno si chiamava Babacar”. Dunque se ciò fosse vero l’attaccante senegalese non sarebbe nato nel 1993, ma nel 1989. Vedremo se ci sarà una replica da parte del giocatore o magari una nota del Sassuolo, che ha preso il giocatore dalla Fiorentina.
Brighenti e Tacconi parlano anche di Vicini
Nel video l’ex numero uno bianconero ha fatto anche un paio dichiarazioni altamente discutibili e senza dubbio fuori luogo usando anche in un paio di casi delle espressioni di stampo razzista. Tacconi e Brighenti hanno voluto ricordare Vicini. Poi l’ex portiere chiede a Brighenti come mai ha fatto per anni la riserva di Zenga e l’ex vice-allenatore ha detto: “Vicini era un comunista, convinto”. Tacconi tra il serio e il faceto ha detto: “Sapeva che io ero fascista e Zenga comunista?”. Brighenti ha detto: “Si lo sapeva”. La conclusione del video è una frecciata a Zenga: “Walter ci deve ancora il premio di Italia ’90, 300 milioni (di lire)”. Tacconi allude all’errore commesso dall’allora numero uno dell’Inter nella semifinale con l’Argentina, che costò carissimo agli azzurri.