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In Champions League con la Juventus – Match day

Dopo Copenaghen, è la volta della fredda Donetsk! Fanpage.it è in viaggio con i Campioni d’Italia per raccontarvi tutte le emozioni della vigilia e del “match day” di Shakthar-Juventus: sfida decisiva per il destino europeo dei bianconeri.
A cura di Alberto Pucci
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Donetsk

A zonzo per Donetsk – In attesa della partita, la nostra guida ucraina ci accompagna per una breve escursione in città. Dopo un giro davanti alla statua di Shevchenko (il famoso poeta, non l'altrettanto conosciuto calciatore) ed una sosta di fronte all'hotel bianconero, Oleg ci porta al "Forged Figures Park": splendido giardino, impreziosito da diverse sculture in acciaio. Donetsk è una città che non offre tanti spunti per una foto ricordo. Il suo restyling è recente ed è difficile trovare zone "caratteristiche". Il centro è dominato da lunghi viali, con stradoni molto larghi, con pochi negozi interessanti. Oleg, che parla un'italiano perfetto, prova a convincerci inutilmente del contrario e ci spinge in un negozio di souvenir a dir poco "rivedibile". Dopo un confronto con il nostro amico ucraino sulla reale, e corretta, pronuncia del nome "Shakhtar Donetsk" (ci sono 2 versioni: una russa ed una ucraina), salutiamo Oleg e ci dirigiamo verso lo stadio a piedi.

Termometro in picchiata – Il freddo e la tensione per la gara ci accompagnano per le vie centrali della città. Percorriamo a piedi la zona di Artema Street, poco distante dall'albergo juventino, e ci dirigiamo verso lo stadio. Tempo di curiosare all'interno dell'unico centro commerciale decente (prezzi ok, ma roba decisamente "kitsch") e di comprare qualche prelibatezze gastronomica da portare a casa (deformazione professionale del nostro inviato speciale), raggiungiamo la zone della Donbass Arena: già addobbata per il grande evento. Le differenze con il nostro mondo "calcistico" sono evidenti sin da fuori dove l'afflusso dei tifosi è semplice e guidato da una "segnalatica" a prova di stupido, il traffico scorrevole ed i parcheggi disponibili e tutto è talmente ordinato da sembrare impossibile. A Donetsk, fuori dallo stadio, non esistono i venditori di bandiere e sciarpe così come li intendiamo noi. Quì si vende solo materiale ufficiale e lo si vende in piccoli "gazebo" che, prima del match, vengono montati ovunque.

Fischio d'inizio – Dopo una breve, ma intensa, sosta allo "Champions Club" (zona riservata dove l'Uefa fa sfoggio della sua potenza, grazie ad un party con musica e prelibatezze) ci spostiamo verso il nostro settore. Steward e assistenti, anche se fanno fatica a capire l'inglese e a comunicare con noi, sono molto gentili e ci accompagnano su per una rampa di scale (incredibilmente pulita ma poco spaziosa per il deflusso dei tifosi), fino al gate d'ingresso del nostro settore. In ogni angolo, ci sono altri punti per acquistare merchandising e molte zone di ristoro dove fare il pieno di cibo e, soprattutto, di birra. Dettaglio non da poco: in questo stadio, non si può fumare! Per farlo occorre uscire "fisicamente" dall'impianto. I colori ed i suoni della Donbass Arena, ci travolgono non appena varchiamo l'ingresso. E' arrivato il momento di tifare per la vecchia signora!

Gioia bianconera –  La festa è finita ed è riuscita davvero bene. La vittoria, ed il passaggio del turno, ha messo di buon umore Gabriele, il nostro inviato speciale, e gli amici di Jeep al seguito. Cantano anche i quattrocento tifosi giunti dall'Italia: anche per loro, una trasferta da ricordare. Ci si sposta verso l'aeroporto che, a quest'ora, è popolato solo dai poliziotti con immancabile pallone pronto per essere autografato. Da queste parti, evidentemente, non hanno ben presente volto e fisico dei giocatori bianconeri. Ce ne rendiamo conto quando un poliziotto si avvicina a noi per farci firmare il pallone. I "veri" protagonisti della nostra escursione (termica) in Ucraina arrivano dopo qualche minuto: doccia, cena, interviste, doping e tutto il resto, portano via un sacco di tempo a Buffon e compagni che, infatti, salgono sull'aereo per ultimi. Si spengono le luci e il volo speciale bianconero decolla dal suolo ucraino, lasciando alle spalle una "tre giorni" divertente ma, soprattutto, vincente! Alla prossima…

Le 10 cose indimenticabili del "match day"

1) L'organizzazione fuori e dentro la Donbass Arena – Voto 9
2) La partita della squadra di Conte: perfetta! – Voto 8
3) I tifosi ucraini. Sportivi e simpatici, erano sempre alla ricerca di un tifoso italiano con il quale fare una foto – Voto 7,5
4) Il "catering" ed il relativo party organizzato dall'UEFA – Voto 7,5
5) L'italiano della nostra guida Oleg – Voto 7
6) I siparietti con i poliziotti alla caccia di autografi – Voto 7 (ex equo con i pazienti giocatori della Juventus)
7) La spesa al supermercato di Gabriele ed il costo molto accessibile di alcuni "generi" alimentari e non – Voto 7
8) Il deflusso dai settori della Donbass Arena: troppo stretti e piccoli per contenere tutti i tifosi – Voto 6
9) Il buffo cappellino di Giovinco (che mi ha fatto rivalutare gli occhiali di Bonucci alla partenza!) – Voto 5,5
10) La città ed i negozi del centro. Ci aspettavamo di più – Voto 5

N.B.: Fuori concorso, l'impianto di riscaldamento dello stadio: troppo bello per essere vero!

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