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Immobile accende una brutta Italia. Verratti: dove sei?

Al Mapei Stadium gli azzurri battono Israele grazie ad una rete dell’attaccante della Lazio ma la prestazione è da rivedere e analizzare sotto diversi punti di vista. Bene Darmian e Zappacosta. Da rivedere Astori e Verratti.
A cura di Vito Lamorte
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Italia brutta, troppo brutta per essere vera. Dopo la sveglia presa al Santiago Bernabeu contro la Spagna, la Nazionale di Giampiero Ventura vince a Reggio Emilia contro Israele e si prende il secondo posto del gruppo G, ipotecando i play-off. Gli azzurri sembrano ancora scossi dalle tre sberle contro la Roja e giocano in maniera troppo passiva permettendo all'Israele di chiudersi in maniera eccellente per quasi 60′: la rappresentativa italiana, nella prima frazione, non arriva mai prima sulle seconde palle e solo nella ripresa riesce ad essere più concreta negli ultimi metri.

L'unico aspetto positivo di questa sera è il risultato ma la prestazione e l'approccio vanno assolutamente rivisti per evitare brutte figure nei prossimi mesi: il commissario tecnico e il suo staff dovrebbero riflettere sul modulo e sull'interpretazione che ne danno i calciatori perché vi è un'evidente difficoltà nella creazione di gioco sia contro squadre di alto livello che di altro profilo.

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Giampiero Ventura, al cospetto della rappresentativa di Levy, ripropone lo stesso modulo della sfida con la Spagna, il 4-4-2 (o più comunemente detto 4-2-4), e nella prima frazione di gioco arranca parecchio perché gli uomini offensivi ricevono sempre palla sui piedi e mai in posizione pericolose. La ripresa vede l'Italia un po' più propositiva, soprattutto nella prima parte, e si susseguono occasioni che portano alla rete decisiva. Nel finale manca brillantezza ma l'obiettivo è raggiunto: adesso testa alla Macedonia e ai play-off.

I migliori

Ciro Immobile. Corre, si sbatte, ripiega e dopo due occasioni la butta dentro. L'attaccante della Lazio è il miglior marcatore dell'era Ventura con 6 reti e non ha nessuna voglia di rimanere a bocca asciutta anche al Mapei Stadium.

Matteo Darmian. Si propone sempre. Una sicurezza. Il terzino del Manchester United è spesso e volentieri al fianco di Insigne, con la catena di sinistra si muove molto meglio di quella opposta, ma il poco spazio a disposizione e i ritmi di gioco troppo bassi non gli consentono di andare sul fondo.

Yossi Benayoun. Chi non ricorda le sue performance in terra d'Albione con le maglie di West Ham, Liverpool, Arsenal e Chelsea? Il centrocampista di Dimona mette a referto la presenza numero 98 e si conferma l'uomo che ha vestito più volte la casacca della sua nazionale.

Davide Zappacosta. Il suo ingresso, al posto di Andrea Conti, è coinciso con un miglioramento generale della squadra: il nuovo laterale del Chelsea è molto determinato, corre su e giù per la fascia ed è un'alternativa sempre valida per l'appoggi dei compagni.

I peggiori

Davide Astori. Il difensore centrale della Fiorentina non va in difficoltà contro gli avanti israeliani ma quando deve far ripartire l'azione tocca troppe volte il pallone e manda a vuoto i compagni: con squadre così chiuse, far girare la palla più velocemente è fondamentale.

Marco Verratti. Può e deve fare di più. Il centrocampista dell'Italia è sempre troppo lento con il pallone tra i piedi e lui ci ha abituato a ben altro. Non incide mai negli ultimi 16 metri e riesce a prendersi l'ammonizione che lo terrà fuori contro la Macedonia. I fischi all'uscita non serviranno a farlo migliorare ma una domanda sorge spontanea: Marco dove sei? Eri tu quello con la maglia numero 8 o un tuo sosia? Ti aspettiamo a braccia aperte. Firmato: i tuoi tifosi.

Israele, prestazione d'onore

La rappresentativa israeliana ha giocato la sua gara senza dannarsi troppo: stretto in fase difensiva e ripartenze veloci per colpire la difesa azzurra. Levy ha impostato la partita in maniera molto precisa, togliendo tutti gli spazi davanti alla difesa e in profondità. In alcune situazioni Israele ha messo i brividi sia a Buffon che ai tifosi azzurri ma, alla fine, il risultato ha dato ragione all'Italia.

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