Ilieski accusa Sculli, l’attaccante avrebbe combinato Lazio-Genoa
La domenica in Italia è sinonimo di calcio a trecentosessanta gradi. Negli anni ’80 i calciatori coinvolti nel calcioscommesse furono arrestati al termine delle partite. In una domenica di aprile del 2006, comparve un’intervista di Stefano Argilli, un difensore del Siena, che aprì la strada a Calciopoli. Oggi ‘La Repubblica’ pubblica un’intervista al macedone Ilieski, che parla delle scommesse e soprattutto di Giuseppe Sculli che, secondo lui, ha combinato Lazio-Genoa dello scorso maggio.
C’erano sei squadre affidabili – Hrystian Ilieski è latitante. Lui, dalla Macedonia, ha raccontato la sua verità. Prima ha parlato dei calciatori e ha detto:‘In Inghilterra non succede, in Italia invece si: i giocatori si mettono d’accordo, poi scommettono e vendono le informazioni. Quando le vendono a noi, o quando noi le scopriamo puntiamo forte. Altrimenti le vendono a qualcun altro. Alla mafia siciliana o a quella albanese o a quella ungherese. O a Beppe Signori, che è uno dei capi del calcioscommesse in Italia.’. Ilieski, detto ‘lo Zingaro’, parla anche del finale dello scorso campionato: ‘Era già tutto deciso. Chi vinceva lo Scudetto, chi andava in Europa, chi finiva in Serie B. Quindi è stato un ‘festival’. C’erano sei squadre che ritenevamo affidabili: Sampdoria, Cagliari, Chievo, Bari, Lecce e Siena. E noi abbiamo fatto un mucchio di soldi.’.
Lazio – Genoa – Ilieski si è soffermato, con dovizia di particolari, su Lazio – Genoa del 14 maggio 2011: ‘Abbiamo fatto molti soldi con Lazio – Genoa. Io cercavo di parlare da un po’ con qualcuno della Lazio, per avere informazioni sicure. Ma non ci riuscivo. Sono andato a Formello, ma non ho parlato con nessuno. Poi mi hanno detto: “Guarda la partita è fatta”! La partita l’ha fatta Sculli. L’accordo prevede l’1-1 per il primo tempo, poi nel secondo tempo partita vera; anche se alla fine il Genoa ha poi dato i tre punti alla Lazio, che doveva andare in Champions League. Sculli ha fatto la partita e io ci ho guadagnato un sacco di soldi. E come me mezzo Lazio, inteso come regione, lo sapevano tutti.’.