Il valore aggiunto di Conte, un’Italia sempre più internazionale

Partiamo dalla fine, dalle parole di un Antonio Conte che non nasconde la soddisfazione e il piacere di poter assaporare una scommessa vinta contro tutto e tutti, tagliando il traguardo qualificazione con una giornata d'anticipo, zero sconfitte in cantiere e una Nazionale che inizia adesso anche a segnare con continuità: "Sembrava facile ma non lo è, questo gruppo sta crescendo, si sta lavorando bene". E nel gruppo che il CT omaggia, c'è un valore aggiunto che sta determinando anche la crescita azzurra sotto la gestione Conte: un'Italia "straniera" nella quale il Commissario Tecnico non ha paura di chiamare all'appello giocatori sparsi per tutto il mondo, dall'America all'Inghilterra alla Francia.
Uno spirito internazionale ma anche un valore tecnico che è al momento un quid aggiuntivo non di secondaria importanza. La vittoria contro l'Azerbaigian ne è la cartina di tornasole: a segno sono andati l'oriundo Eder, il ‘francese' El Sharaawy e l'"inglese" Darmian. E se si pensa che Conte ha nel gruppo moltissimi altri calciatori che con la Serie A non hanno più nulla a che fare e che chiama con costanza e segue con dedizione senza timori, allora si può dire che quest'Italia è pronta per affrontare il prossimo Europeo con il piglio giusto e le qualità necessarie per essere protagonista.
Sirigu, Verratti, Darmian, Pirlo, Giovinco, Pellè, El Sharaawy. In ogni reparto c'è uno "straniero", figlio dei tempi che cambiano ma anche emblema della sfrontatezza di un CT che non si radicalizza solamente sulla sola Serie A. All'appello al momento mancano due desaparesidos, Ciro Immobile che dopo la sfortunata parentesi tedesca a Dortmund sta cercando la quadratura del cerchio in Spagna al Siviglia, non senza difficoltà e fatica, insieme a Domenico Criscito allo Zenit in attesa di una ri-chiamata di Conte.
E se a questi si aggiungono anche i naturalizzati Eder e Vazquez allora il discorso si spinge anche oltre, con il secondo appena entrato nella galassia azzurra mentre il primo si è ritagliato un posto in prima pagina a suon di gol visto che con la Sampdoria ma non solo, continua a segnare con una continuità quasi disarmante.
Un cambio di rotta e di vedute che rompe decisamente con il passato quando gli "oriundi" erano visti con sospetto e i giocatori che provavano fortuna oltralpe erano aghi nel pagliaio azzurro dove si era più propensi a chiamare l'ultimo protagonista estemporaneo di un turno di campionato piuttosto che calciatori che militavano all'estero. Una scelta che fa onore al progetto preteso dall'ex tecnico bianconero che sta dimostrando di essere un allenatore moderno e modernizzato capace di ritagliarsi il meglio per sè e per una Nazionale che gioca, vince e finalmente piace.