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Il tribunale assolve Coco: nessuna frode fiscale

Si è risolto nel migliore dei modi la querelle fiscale che aveva coinvolto Francesco Coco e il fisco italiano. L’ex difensore era finito al centro dell’inchiesta su una presunta evasione fiscale di quasi 300mila euro, nel periodo tra il 2007 e il 2010, che riguardava la società Ibla Srl.
A cura di Alessio Pediglieri
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Si è risolto nel migliore dei modi la querelle fiscale che aveva coinvolto Francesco Coco e il fisco italiano.  L'ex difensore era finito al centro dell'inchiesta su una presunta evasione fiscale di quasi 300mila euro, nel periodo tra il 2007 e il 2010, che riguardava la società Ibla Srl. L’ex calciatore , che ha giocato in squadre come Milan e Inter, è stato assolto dal Tribunale di Milano dall’accusa di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte in relazione alle attività della società immobiliare gestita dalla famiglia. Per lui era stato chiesto un anno di carcere. Sono stati invece condannati a un anno di reclusione la madre, Giovanna Fiorito e il liquidatore della società, Fulvio Bertatini, anche loro accusati di reati fiscali.

Coco – ex giocatore tra le altre, di Milan, Inter e della Nazionale italiana – era accusato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, nell’ambito di un processo che voleva fare luce su una presunta evasione fiscale per svariati migliaia di euro negli anni d’imposta tra il 2007 e il 2010. Oltre a lui erano stati rinviati a giudizio la madre Giovanna Fiorito, il suo commercialista Raffaele Monastero e un altro imputato. La società, Ibla Srl, era in liquidazione dal 2009. In pratica, secondo i magistrati, sarebbero state effettuate operazioni legate a un immobile da 400 metri quadrati a Legnano, in provincia di Milano. Operazioni illecite per aggirare le norme fiscali. E nel corso dell’ultima udienza che si era svolta davanti alla prima sezione penale del Tribunale, era stato ascoltato il commercialista Raffaele Monastero (imputato assieme a Coco) che aveva negato qualsiasi tipo di operazione irregolare. Era stata chiesta inoltre la condanna a 2 anni di carcere per la madre, Giovanna Fiorito, anche lei accusata degli stessi reati fiscali.

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