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Il Torino e la dura legge del gol: gioca troppo in difesa, poi segna Cristiano Ronaldo

Dopo il vantaggio di Lukic, i granata sprecano e si chiudono troppo. I tre centrali si preoccupano di proteggere l’area, ma a centrocampo la Juve vince i duelli individuali. A sinistra imperversa Spinazzola. I bianconeri passano al 4-2-3-1, da quella parte va in aiuto anche CR7 che pareggia di testa.
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La dura legge del gol. Il Torino si illude nel derby, va in vantaggio, manca almeno un paio di occasioni per raddoppiare ma per troppo tempo si limita solo a difendersi. E per farlo servirebbe una grande difesa. Spinazzola e Cristiano Ronaldo confezionano il pareggio dopo aver spezzato gli equilibri a suon di scatti e intuizioni nel secondo tempo.

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La Juve cerca le fasce, il Toro difende bene al centro

La Juve può stringere molto il campo con Cuadrado, rendere compatte le due linee e andare a puntare sull'inesperienza di Bremer, solo due brevi spezzoni in Serie A quest'anno. Il colombiano parte da ala, diventa mezzala quando Bernardeschi taglia dentro. Si crea così un tre contro tre per i difensori granata. Kean si muove fuori linea e sposta il mismatch con il marcatore lontano dall'area.

Nella spinta iniziale della Juve, i terzini Cancelo e Spinazzola consentono il respiro della manovra, lo sviluppo dell'ampiezza. Giocano molto alti e molto aperti anche per tenere bloccati gli esterni granata e mettere il centrale avversario nella condizione di dover scegliere più in fretta chi seguire quando l'ala più vicina stringe nel corridoio interno e punta l'area.

Mazzarri ha fatto evolvere il suo stile di gioco, comunque incardinato sul dogma della difesa a tre. L'intenzione aggressiva che porta a guadagnare un uomo in mezzo al campo, e si traduce nel pressing alto più efficace della serie A, comporta qualche apprensione per Nkoulou nel confronto diretto con Kean, che riesce a far valere la superiorità fisica nel breve.

Gli interventi difensivi nel primo tempo: il Torino compie tante chiusure in area, la Juve meno decisa a centrocampo
Gli interventi difensivi nel primo tempo: il Torino compie tante chiusure in area, la Juve meno decisa a centrocampo

La generosità di Belotti a tutto campo

Cambia però l'interpretazione del centrocampo, nel contesto di una squadra che si muove compatta. Il Torino contrasta gli effetti naturali di un modulo che porta a stringersi e allungarsi, si distende attraverso cambi di gioco più precisi nelle intenzioni che nelle esecuzioni nei primi dieci minuti. Meité viene a fare prevalentemente gioco per il Torino, con Pjanic che si alza a disturbare la circolazione bassa dei granata. La pressione bianconera si fa più energica non appena la squadra di Mazzarri rallenta il ritmo del fraseggio finalizzato a superare velocemente la seconda linea di pressing e innescare Belotti. Punta come sempre generosa, Mazzarri vorrebbe per lui uno spazio più ristretto intorno all'area. Belotti però tende ad allargare la sua porzione di campo, è il primo a cercare il duello aereo sui cambi di fronte e sui lanci lunghi, a dettare la profondità e poi a cercare di spezzare le distanze fra i centrali della Juve dentro l'area.

Il confronto dei movimenti di Kean e Belotti nel primo tempo: si vede quanto il centravanti granata si muova lontano dalla porta
Il confronto dei movimenti di Kean e Belotti nel primo tempo: si vede quanto il centravanti granata si muova lontano dalla porta

Si distrae Pjanic, regista bianconero: Toro avanti

Distanze che si aprono su una rimessa battuta male al 18′. Mazzarri limita il punto di forza della Juve, piazza Lukic per Pjanic che indeciso aspetta troppo per il retropassaggio e favorisce il vantaggio granata. Il ricordo emozionato nell'anniversario della tragedia di Superga si unisce alle speranze dei tifosi che vedono il Torino leggere bene le situazioni in campo aperto. Dopo il vantaggio, però, la Juve accelera fra le linee, Cristiano Ronaldo svuota l'area ma riempie lo spazio al centro alle spalle del centrocampo e da lì mette paura a Sirigu. Il Toro, che anche contro il Milan ha impostato blocchi individuali e un uno contro uno spavaldo a tutto campo. Le accelerazioni e i cambi di ritmo di Bernardeschi, però, hanno il potere di disequilibrare l'assetto difensivo del Torino, soprattutto se accompagnati dalle sovrapposizioni di Spinazzola. A destra, Cancelo dialoga con con Cuadrado: prendono in mezzo Bremer e si moltiplica il lavoro di Izzo e Nkoulou, che respinge due tiri in successione di Kean. Così Ansaldi deve spesso lavorare per due e non sempre mostra la lucidità vista contro il Milan in fase di impostazione.

I passaggi a fine partita: si nota la maggiore ampiezza della manovra della Juve e come il Torino coinvolga gli esterni solo dal centrocampo in su
I passaggi a fine partita: si nota la maggiore ampiezza della manovra della Juve e come il Torino coinvolga gli esterni solo dal centrocampo in su

I numeri del primo tempo

Restano più accorti Berenguer e Rincon (24 passaggi complessivi nel primo tempo) anche se la loro posizione rimane abbastanza alta: non troppo per non tenere troppi uomini sopra la palla, abbastanza per rendere elaborata l'uscita bassa della Juve che chiude il primo tempo con tre tiri (9 a 6) e 42 passaggi (195 a 153) in più).

Il Torino, dopo il vantaggio, si è chiuso al centro e concesso ai bianconeri le fasce, anche se a sinistra Spinazzola si è trovato qualche volta senza compagni con cui creare un triangolo stretto. Cancelo, Cuadrado e Pjanic superano i 10 passaggi completati nella trequarti offensiva, il portoghese e il colombiano scambiano 22 volte: è la principale combinazione in campo nel primo tempo.

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Lukic a uomo su Pjanic

Lukic anche nel secondo tempo si piazza praticamente a uomo su Pjanic, che rimane il cuore della manovra bianconera con 34 passaggi completati, record nei primi 55 minuti di partita. I tre dribbling completati da Berenguer e Ansaldi nella prima ora di gioco aumentano le possibilità di inserimento per le mezzali del Torino che difende molto bene centralmente.

I granata riescono a riempire i vuoti in cui cerca di distendersi una Juve prevedibile nell'articolazione del gioco. Bernardeschi e Cristiano Ronaldo si accentrano e si concentrano sulla densità di presenza negli spazi di mezzo,ma la squadra si allunga in una sostanziale asimmetria che lascia fin troppo libero di Spinazzola, costretto a portar palla con tanti tocchi. Quando però CR7 si mette più aperto a sinistra permette all'ex atalantino di accentrarsi palla al piede e andare anche al tiro, anche se la generosità non si abbina alla precisione al minuto 61.

Il duello fra Lukic e Pjanic
Il duello fra Lukic e Pjanic

La Juve sfonda a sinistra

E' da quel lato che la Juve comincia a costruire azioni su azioni. La libertà concessa a Spinazzola si trasforma nel valore aggiunto dei bianconeri. De Silvestri soffre perché è sempre uno contro uno, e qualche volta uno contro due se CR7 appoggia da quel lato. Rincon infatti gioca al centro, Lukic viene portato anche fuori posizione da Pjanic, e gli viene a mancare il raddoppio all'interno. Nemmeno Izzo può aiutare, perché i tre difensori centrali si addensano in area per proteggere così il portiere lasciando ai terzini avversari più libertà di crossare. Il Torino, la squadra che incassa meno gol rispetto al modello delle reti incassate attese sviluppato dall'agenzia Opta, porta tanti uomini sotto la linea della palla in avvio di ripresa.

La spinta di Spinazzola nella prima ora di gioco
La spinta di Spinazzola nella prima ora di gioco

La Juve si ridisegna secondo un 4-2-3-1 molto fluido, che si orienta sulla base dei movimenti più liberi dai vincoli tattici di Cristiano Ronaldo. Alla Juve manca un po' di qualità nei cross dalle fasce, al Toro un po' di velocità nel portare la palla dalla difesa all'attacco. Pesano però i 17 anticipi a 6 dei granata a un quarto d'ora dalla fine. La Juve pressa più decisa, Pjanic si muove spesso sulla linea dei trequartisti con il solo Matuidi a coprirgli le spalle. Entra Ola Aina nel Torino, che va a supportare De Silvestri in copertura su Spinazzola, rinforzando l'anello più debole. Ma è da quella parte che deriva il pareggio della Juventus. Il cross è perfetto, in area Bremer ritarda nel primo movimento e permette a CR7 di saltare senza marcatura alle sue spalle: il controllo del corpo del portoghese, al gol numero 601 con i club, fa il resto.

E' la conseguenza logica di una partita che il Torino ha condotto nell'attesa e nella speranza. Gli è mancata però la convinzione per fare quel che sarebbe servito per tradurre i desideri in risultati. La Juve, che completa più di 100 passaggi in più e tira 16 volte a 11, chiude con il doppio dei tiri in porta e con tutti i primi cinque giocatori per appoggi completati negli ultimi 30 metri. Salgono a 33 gli scambi fra Cancelo e Cuadrado, ma sono decisivi i 10 passaggi di Spinazzola per Cristiano Ronaldo. Pesano i 15 contrasti vinti a 13 e il vantaggio nei duelli aerei, 15 a 11, che consentono ai bianconeri di finire in ascesa. Al Torino resta il rimpianto per aver giocato con l'obiettivo di non perdere. Contro una Juve che alla fine ha provato a vincere.

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