Il tifoso sospeso dal Chelsea per gli insulti razzisti a Sterling: “Non sono un criminale”
Sabato il Chelsea di Maurizio Sarri ha compiuto l'impresa di fermare per la prima volta in stagione il Manchester City di Guardiola, riaprendo di fatto il campionato e rilanciando le velleità dei Blues di competere per il titolo. Ma non è certo stata una serata di festa per Colin Wing e altri tre tifosi dei londinesi che sono stati sospesi dal club per aver insultato da bordo campo Raheem Sterling.
Una decisione che ha ribadito la tolleranza zero del calcio inglese verso ogni atteggiamento di stampo razzista proveniente dagli spalti. Subito, i quattro tifosi, individuati anche dalle telecamere interne a Stamford Bridge, che sorvegliano per tutto il tempo le tribune, sono stati avvicinati dai poliziotti. Poi, la decisione del club che in attesa di capire la dinamica dei fatti, ha sospeso i propri sostenitori dal poter assistere ad altre gare interne del Chelsea.
La versione di Wing. La ricostruzione dei fatti appare più articolata, con tesi a confronto difformi. Ascoltato anche lo stesso Sterling, che ha ammesso di avere sentito insulti razzisti nei suoi confronti, uno dei diretti interessati, un cinquantenne tifoso dei Blues, Colin Wing, ha dato la propria versione: "Non ho utilizzato alcun termine razzista né era mia intenzione farlo. Se così fosse, mi scuso con Sterling e spero sia più corretto di quanto non sia stato io nell'occasione: certe frasi comunque non dovrebbero essere pronunciate mai. Ma sono stato già punito con l'esclusione dallo Stadio".
Nessun insulto razzista. Ma cos'è realmente accaduto durante la sfida tra Chelsea e Manchester? Alcuni tifosi del settore in cui era Wing hanno confermato di non aver sentito insulti razzisti, lo stesso tifoso racconta la propria versione: "Non l'ho insultato con parole razziste, l'ho solo preso in giro e gli ho urlato ‘sei uno spreco e sei un imbarazzo in Inghilterra ", e poi tutta la zona dello Stadio in cui c'ero anch'io ha iniziato a cantare" Raheem Sterling corri come una ragazza'".
Tifoso d 50 anni dei Blues. Parole ovviamente da censura e un atteggiamento che adesso Wing rischia di pagare pesantemente: "Ero fuori di me, ma è anche vero che sono in un settore che viene sempre e comunque inquadrato dalle telecamere. Seguo il Chelsea da 50 anni, non ho mai fatto nulla di grave altrimenti adesso sarei di certo in carcere. Ho sbagliato, va bene, ma non sono un criminale".