Il ritorno di H’Maidat: dall’accusa di rapina e il carcere, al test con il Como
Una seconda possibilità non la si nega a nessuno, soprattutto a chi ha sbagliato, ha pagato e ha capito. Così l'ex centrocampista di Brescia e Roma, Ismail H'Maidat che nel 2018 fu arrestato in Belgio con l'accusa di rapina a mano armata e venne condannato a 4 anni, dopo 10 mesi di detenzione è stato scagionato. Adesso per lui può iniziare una nuova vita, personale e sportiva perché in questi giorni è in prova con il club lariano, il Como in Serie C e il direttore sportivo Ludi ha confermato che ci sono buonissime possibilità che resti in squadra dopo il test.
Potrebbe ripartire dalla Serie C, con la maglia del Como, cercando di dimenticare e far dimenticare la bruttissima parentesi che lo ha visto coinvolto lontano dall'Italia, in Belgio con l'accusa di aver partecipato a 5 rapine. Accuse evidentemente cadute perché dopo 10 mesi è tornato in libertà e si è rimesso in gioco anche grazie al suo procuratore che mai lo ha lasciato solo nei momenti difficili: Mino Raiola.
L'arrivo in Italia, dal Brescia alla Roma
In Italia è arrivato nel 2014 quando è stato il Brescia a prelevarlo e a tenerlo per due stagioni, poi il giro della penisola: Roma, Ascoli, Vicenza, ancora Roma, poco prima di essere accusato. Ha avuto occasione anche di cimentarsi con la sua Nazionale, il Marocco (anche se nato in Olanda e di origini nordafricane) riuscendo a giocare 4 partite nell'Under23 e 1 in nazionale maggiore.
Ragazzo ribelle, talento speciale
Sì, lo ammetto: non ero un ragazzo facile e ho commesso tanti errori. Ma chi a 12 anni non ne fa? La realtà è che non avevano fiducia in me. Io sono un bravo ragazzo
Grazie all'agente, il centrocampista 24enne adesso ha una concreta possibilità di tornare ad essere un tesserato, nel Como Calcio, e provare a pensare solamente a giocare. E magari dare un taglio anche alle tante intemperanze che da ragazzo lo hanno limitato nel cammino calcistico. Perchè Maidat è considerato da quando aveva 12 anni un puro talento con la palla ai piedi: dallo Sport Club Enschede (la sua prima società) sbarca al Twente dove si fa riconoscere, per tecnica e stupidità. In campo ci sa fare: mancino, duttile, tecnicamente migliore dei suoi coetanei. Ma fuori è ribelle, non segue le regole, tanto che viene espulso dal club per cattiva condotta.