Il riscatto dell’Apache: Tevez entra in campo e il City ritorna a vincere

La storia è ciclica e ci saranno altri casi simili a quello di Carlos Tevez anche in futuro: una parabola continua ascendente e discendente, da montagne russe, fatta di continue contraddizioni e dimostrazioni di forza. Il ‘gran rifiuto' dell'argentino ne aveva decretato il crollo sportivo, prima a Manchester, poi nel mercato (dove il club ha osteggiato in ogni modo una sua cessione), ma nella storia del pallone non è l'unico ‘no' e non rimarrà il solo. Anche la Liga ha avuto il suo caso a novembre del 2010: Mahamadou Diarra, centrocampista del Real Madrid di Josè Mourinho, si rifiuta di entrare durante il clasico contro il Barcellona, quello del 5-0. Per restare in Italia, due i casi clamorosi. Christian Panucci, ai tempi della Roma il difensore si era rifiutato di entrare in campo in ben due occasioni.
La prima volta è successo il 14 marzo del 2004 durante Reggina-Roma con in panchina Fabio Capello; la seconda volta accadde nel 2009 con Luciano Spalletti che convoca Panucci per Napoli-Roma decidendo di portarlo in panchina, ma il difensore si rifiuta e finirà in tribuna. Il secondo clamoroso caso del nostro calcio è molto più recente e si riferisce all'ultimo Inter-Atalanta con Claudio Ranieri che per scardinare il muro orobico chiede a Diego Forlan di entrare in campo e porsi sulla fascia: "No, mister. Se devo entrare preferisco giocare in un altro ruolo" sarà la risposta dell'urugagio e finirà con l'entrata in campo di Faraoni e un Ranieri che a denti stretti spiegherà alla stampa come Forlan sia stato "chiaro e cristallino" senza che vi fosse un ‘caso'.

Il gran rifiuto di Tevez – Ma ciò che accadde all'"Apache" Tevez ha avuto una ridondanza internazionale quasi senza precedenti. Il 28 settembre del 2011 all’Alianz Arena si gioca Bayern Monaco-Manchester City, gara di Champions League del primo turno. L’"Apache" parte tra le riserve, per scelte tecniche di Mancini che con l'argentino non ha mai avuto ottimi rapporti, venendo anche alle mani in allenamento per poi smentire il tutto. Nel secondo tempo, Roberto Mancini lo chiama per farlo entrare, ma Tevez si rifiuta di entrare a gara in corso.
"Con me ha chiuso", commenta il tecnico alla fine della partita persa 2-0 con i tedeschi. Detto, fatto: la dirigenza del City sposa la decisione del tecnico di Jesi e obbliga Tevez a fare le proprie scuse pubbliche e dandogli una multa. Nessuna reazione positiva dell'argentino che viene multato ma anche messo a tempo indeterminato, fuori rosa. L’ammutinamento dell’argentino però diventerà presto totale: parte per l'Argentina e non ritornerà più in Europa se non mesi dopo. Intanto, il deteriorarsi dei rapporti tra il giocatore e l’intero ambiente dei Citizen alimenta i desideri di mercato di mezz’Europa: Barcellona, Real, Inter, Milan, Psg, Juventus. Tutti a sperare che il City lo lasciasse partire nella parentesi invernale dove nasce anche un derby di mercato tra Milan e Inter. Nulla da fare, anche se Adriano Galliani prova l'impossibile. Vuoi per il grande rifiuto di Berlusconi al trasferimento di Pato al Psg, vuoi per la difficoltà di mettere insieme il denaro che sarebbe servito per accontentare City (si parlò di 25 milioni di euro + 3 di bonus) e calciatore (7-8 milioni di euro, tanto per cominciare), l’affare non andò in porto. Tevez rimane in Inghilterra e, fino a ieri sera, ha continuato a scontare il suo gesto ai margini della squadra, allenandosi con il gruppo ma senza mai tornare in campo.

L'esilio, le scuse, il ritorno – Il 28enne Tevez non gioca in prima squadra dallo scorso settembre e solo dopo il fallimento delle trattative di mercato invernale e l'intransigenza del club inglese nel portare avanti la propria linea pro-Mancini fanno desistere l'argentino dal continuare a fare il ‘disertore'. Torna in Europa, a Manchester e viene obbligato alle scuse e alla pace pubblica con il tecnico, con un ‘mea culpa' totale che viene pubblicato sul sito ufficiale del club. Da quel momento in poi, l'attaccante è tornato ad allenarsi con la squadra anche se non rinuncia alla propria verità confidando che era stato "trattato come un cane da Roberto Mancini".
Tevez è stato per quasi 4 mesi fuori dai giochi mentre la società pareva costretta, in una prima ricostruzione, a pagargli lo stipendio da 800 mila sterline al mese previsto dal contratto. Poi è arrivata la smentita in un pomeriggio di fine gennaio dove viene raccontata la verità: non solo Tevez non recepisce lo stipendio dal mese di novembre, ma è costretto anche a pagare una multa alla società, mentre il giocatore prova l'ultima carta a propria disposizione (fallendo nel tentativo) accusando il City e Mancini di mobbing. Alla fine, l'Apache cede e il 14 febbraio torna a Manchester e qualche giorno dopo stringe la mano a Mancini per sancire la pace che conviene un po’ a tutti. Il ritorno in campo, però dovrà ancora aspettare molte settimane: "Dipende solo da Carlos", aveva detto Mancini "Probabilmente lui sarà ok, ma dipende da un sacco di cose".

Rientra l'Apache e il City vince – Oltre un mese dopo, arriva il momento tanto atteso e ritorna in campo, nel posticipo della 29esima giornata Manchester City-Chelsea 2-1, gara che i citizens ribaltano nel risultato solamente nella ripresa, solo dopo l'entrata in campo di Carlos Tevez che offre l'assist vincente a Nasri per il successo che vale il ritorno a ridosso dello United in Premier e il rilancio delle speranze di Mancini per la corsa scudetto. Dopotutto, senza Carlos Tevez, nel frattempo, benchè nessuno lo ammetterà mai lassù a Manchester, il City aveva perso tutto ciò che c'era da perdere: Champions League, Europa League, Carling Cup e FA Cup. Una ‘caporetto' che aveva messo alle corde lo stesso Roberto Mancini con i proprietari arabi che non avevano voluto chinare la testa davanti ai capricci di Tevez ma pretendevano una squadra comunque competitiva su più fronti.
Oggi, davanti ad una ingloriosa sconfitta in casa contro il Chelsea (dopo l'imbarazzante partita persa contro lo Swansea) Mancini ha giocato la mossa delle disperazione, infilando in campo l'Apache. Con il ritorno di Tevez, il City è sembrato ripartire con un'altra marcia, cambiando l'inerzia dell'incontro dallo 0-1 al 2-1 finale. E' vero, Tevez è ancora fuori forma e dovrà faticare molto per ritornare ad essere il giocatore decisivo che tutti conosciamo. Ma sarà solo un caso che proprio nel giorno del ritorno di Tevez, il City torna a puntare al titolo? Non fatelo notare a Mancini…