Il rinnovo di Higuain e le parole del patron agitano Napoli
Come va interpretata la stoccata pubblica, in un consesso ufficiale (in Lega, a Milano), del presidente De Laurentiis rifilata a Higuain? "Ha preso un chilo e mezzo, deve ritrovare la forma migliore". Parole che, in un momento così delicato per la stagione del Napoli, rischiano di rendere tutto più complicato. Rispetto a un'esternazione del genere che alimenta perplessità come potrebbe mai sentirsi un calciatore come il Pipita, autore di 24 gol in campionato, capocannoniere in A, trascinatore della squadra di Sarri, pedina ambita dai top club europei (dal Bayern di Ancelotti fino al Psg di Blanc) a margine di una stagione straordinaria? Perché, invece di avere frasi d'incoraggiamento per il suo giocatore più forte e decisivo (le ha meritate sul campo non certo a prescindere) il massimo dirigente ha scelto di spostare l'attenzione sui (presunti) difetti di condizione e di brillantezza? Che senso ha? Certe cose non dovrebbero restare tra le mura dello spogliatoio? Sono riflessioni dettate dall'amarezza del momento, che hanno il valore di un buffetto, oppure c'è dell'altro? A Napoli non è la prima volta che accade una cosa del genere: è successo con Walter Mazzarri, Ezequiel Lavezzi e poi con Edinson Cavani: tutti nell'anno del loro addio sono stati accompagnati da (improvvise) indiscrezioni sulla loro vita privata, sul lato oscuro dei difetti che spingono i pregi nel cono d'ombra.
Questo significa che Higuain lascerà la maglia azzurra a fine campionato? Calma, è azzardato dirlo adesso. Però, le parole del presidente ronzano in testa, diventano preoccupazione e chiodo fisso: un club che vuole davvero competere in Italia e in Europa, sia pure attraverso un processo di crescita graduale per la disparità di fatturato, non può dare di sé la percezione di perdere i calciatori migliori cedendoli al migliore offerente. In questo caso – come accaduto per il Matador – la clausola rescissoria di 94.5 milioni di euro che blinda l'ex Real in azzurro (contratto fino al 2018) equivale a una sorta di tesoretto da monetizzare al momento opportuno. Una cifra altissima che l'entourage dell'attaccante avrebbe voluto ritoccare al ribasso, ponendo questo fattore come possibile condizione per intavolare discussioni sul rinnovo dell'intesa. Discussione sul rinnovo che, al momento, non fa registrare novità.
Ed è in questo solco che Chelsea, Arsenal, Paris Saint-Germain e più ancora il Bayern Monaco – qualora dovesse perdere Lewandowski – che proveranno a muoversi con decisione. In mezzo c'è ancora una stagione da chiudere con la corsa alla qualificazione diretta in Champions e allo scudetto, obiettivi ancora possibili. In un contesto del genere sortite chiare (e pubbliche) come quelle di De Laurentiis e qualche (presunto) chilo di troppo rischiano di essere solo zavorra per le ambizioni di un Napoli che fino alla gara con la Juve aveva entusiasmo e brillantezza mentre adesso – complice il pari col Milan, il mancato sorpasso e l'eliminazione dalla Coppa – sembra aver smarrito l'istinto killer. E allora forse è meglio che a parlare siano solo il campo e i risultati.