Il presidente della Juventus fa il muratore

Il patron della Juventus prende la cazzuola, stucca, impugna pala e spatola, impasta il cemento e provvede a ristrutturare lo stadio. No, non è Andrea Agnelli che indossa l'elmetto e si concede nella singolare versione del presidente operaio per dare il buon esempio ai lavoratori. E le gradinate dello stadio in questione non sono quelle del tempio bianconero, ma gli spalti più modesti del John Marcatto Stadium di Jaragua do Sul, nello stato di Santa Caterina, casa della Juventus sudamericana (fondata nel 1966) che assieme al bianco e al nero dei colori sociali mescola il rosso. Contaminazioni cromatiche che l'assimilano al San Paolo, ma senza il blasone dei paulisti. Jerry Torna Luft, numero uno del club brasiliano di Prima Divisione, non dispone degli stessi mezzi economici della Vecchia Signora e nemmeno ha una tradizione aziendale, sportiva e familiare alle spalle. Allora s'arrangia, perché far quadrare i conti più che un'impresa è una mission impossible. Entro il 12 gennaio prossimo i lavori all'impianto dovranno essere ultimati e, siccome i soldi sono pochi, la squadra muratori fatta in casa consentirà alla società sudamericana di risparmiare 30 mila dollari. Nemmeno laggiù la classe operaia va in Paradiso.
Trascorreremo le nostre vacanze qui – ha ammesso il presidente, come riporta Globoesporte -, perché sono convinto che ce la possiamo fare. Lavoreremo mattina e pomeriggio affinché tutto possa essere a posto, perché quando vogliamo le cose accadono. Soprattutto se restiamo uniti.
Lui spalma cemento, in Italia i presidenti delle squadre di calcio spalmano i debiti.