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Il Piacenza torna tra i pro: il ricordo della squadra di soli italiani

Il Piacenza, sprofondato tra i dilettanti dopo il fallimento del 2012, torna in Lega Pro e riporta alla mente la squadra protagonista in A negli anni ’90. Una squadra con una connotazione molto netta.
A cura di Mirko Cafaro
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Una storia magica, quasi fuori dal tempo, che ancora adesso genera un moto diffuso di nostalgia negli under-35. È bastato un risultato sul campo a farla riaffiorare: il Piacenza, reduce dal fallimento nel 2012, torna tra i pro (promossa con largo anticipo dalla serie D) ed è un attimo ritornare con la mente a quella squadra capace di strappare applausi in serie A, tra gli anni '90 e gli inizi del 2000, schierando solo giocatori italiani. Un'isola felice, un'esperienza unica, in grado di contenere i costi, tirar su giovani interessanti (da Filippo a Simone Inzaghi, da Nicola Caccia a Pasquale Luiso, sino a Eusebio Di Francesco, solo per citarne alcuni) da mixare con vecchie volpi della categoria per mantenersi con discreta continuità nella massima serie.

È quanto accaduto tra il 1993 e il 2003, periodo in cui i biancorossi hanno collezionato sette campionati di A e tre di B, a cui hanno fatto seguito immediate risalite. Tutto ha inizio nel 1992-1993 quando la squadra, allenata da Gigi Cagni e sospinta dalle reti di bomber Totò De Vitis (in tutto 19), strappa la prima storica promozione. Ma l'approdo nel calcio dei grandi genera vertigini, al punto che dopo una stagione di sofferenze e un finale infuocato, gli emiliani sono costretti a cedere il passo alla Reggina, vittoriosa a San Siro contro il Milan nell'ultima giornata, facendo  ritorno in B.  La risalita, tuttavia, è altrettanto immediata e non potrebbe essere diversamente, ancora con Cagni in panchina e con un trio d'attacco, composto da De Vitis, Piovani e dall'emergente Pippo Inzaghi, che mette insieme 42 reti.

La preparazione alla nuova avventura in A priva Cagni dello stesso Inzaghi (direzione Parma), ma anche di capitan De Vitis (Verona); in compenso arrivano Caccia e Di Francesco. I piacentini fanno così tesoro degli errori precedenti e stavolta riescono a trovare maggiore continuità, sino a festeggiare la salvezza anticipata con il pari a Udine (0-0) alla penultima di campionato, anche grazie ai 14 gol proprio dell'attaccante neo-acquisto e agli 8 di Piovani. A fine campionato, Cagni lascia dopo sei stagioni e viene sostituito da Mutti, l'ottima stagione di Caccia viene monetizzata attraverso la cessione al Napoli, in compenso la società di Garilli scopre Pasquale Luiso, anche conosciuto come il "toro di Sora" che contribuirà con 14 gol alla salvezza raggiunta allo spareggio contro il Cagliari.

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Nelle due stagioni successive arrivano altrettante salvezze: la prima sotto la guida di Vincenzo Guerini, che a fine stagione viene sostituito da Giuseppe Materazzi. Nel campionato 1998-1999, in particolare, la squadra mette in mostra un buon calcio, avvalendosi di giocatori esperti come Giovanni Stroppa e il quarantenne Pietro Vierchowod, ancora una volta giunti a dare manforte a giovani del vivaio promossi in prima squadra, come Alessandro Lucarelli e Simone Inzaghi. Proprio al fratello di Pippo si devono i 15 gol determinanti per una nuova conferma ad alti livelli. Il 1999-2000 è dunque l'anno di Luigi Simoni, osteggiato dalla piazza per i suoi trascorsi alla Cremonese, e sostituito in corso d'opera da Daniele Bernazzani e Maurizio Braghin. I cambi, però, non sortiscono effetti e il Piacenza torna in B, senza però rinunciare a lanciare altri elementi di grande interesse, tra cui si segnala il 18enne Alberto Gilardino.

In serie cadetta si riparte da Walter Novellino che ottiene il ritorno di Caccia, autore a fine anno di 23 gol utili all'immediato ritorno al piano di sopra con una giornata d'anticipo, con la Sampdoria degli ex Cagni e Luiso a farne le spese. In A, la gestione di Fabrizio Garilli, subentrato nel frattempo al padre scomparso, introduce una grande cesura col passato optando per l'acquisto di due stranieri: i giovanissimi brasiliani Amauri e Matuzalem – che nel nostro campionato diventano di casa, a dimostrazione di un investimento di prospettiva – ai quali si aggiunge l'italianissimo Dario Hubner, capace di realizzare 24 reti e di laurearsi capocannoniere insieme a David Trezeguet. Oltre a loro in biancorosso anche il capitano Sergio Volpi, nei panni di regista di centrocampo, Carmine Gautieri da esterno offensivo, Paolo Poggi in attacco, Paolo Tramezzani e Vittorio Tosto in difesa, la coppia Orlandoni e Guardalben tra i pali.

Nell'estate 2002 le vicende societarie del gruppo Camuzzi Gazometri, controllato dai Garilli, comportano un ridimensionamento delle spese: Novellino passa alla Sampdoria, sostituito da Andrea Agostinelli e dopo un positivo avvio di stagione, la squadra accusa una pesante flessione. A febbraio Agostinelli fa posto al ritorno di Cagni e il cambio, associato agli arrivi di Marchionni, Ferrarese e Baiocco, oltre ai gol del solito Hubner, restituiscono slancio alla rincorsa salvezza che si chiude solo alla penultima di campionato, con la sconfitta sul campo del Parma. Finisce qui l'esperienza piacentina in A. Il resto è storia recente. Prima i tentativi mancati di risalire, quindi il ridimensionamento, sino al crollo verticale: retrocessione in Prima Divisione e poi in Seconda, coinvolgimento nello scandalo scommesse e fallimento del 2012. Lì dove la storia è ricominciata.

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