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Pagellone Europeo: CR7 da 10, tifosi irlandesi da 9, voto 2 al Belgio, 0 ai violenti

Concluso l’Europeo 2016 con la vittoria del Portogallo, è il momento di dare i voti alle squadre e ai protagonisti della manifestazione. Promossi anche Griezmann e la scuola italiana.
A cura di Mirko Cafaro
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Titoli di coda sull'Europeo 2016 con la vittoria del Portogallo, che conferma la statistica favorevole alle sorprese in finale con frequenza di 12 anni l'una dall'altra (prima la Danimarca nel 1992, poi la Grecia, quindi i lusitani ieri). È il momento, dunque, di tracciare un bilancio e dare i voti alla manifestazione. Voti come se ne vedono pochi nelle consuete pagelle, perché questa volta anziché fermarci nel range compreso tra 4 e 8, copriamo tutta la scala valoriale dal 10 allo 0.

Voto 10 – Cristiano Ronaldo: nell'arco di 50 giorni CR7 ha sollevato al cielo la Champions League e la Coppa dell'Europeo 2016, in entrambi i casi senza incantare, ma mostrando il volto umano del leader e del campione. Pure azzoppato da Payet dopo 8 minuti della finale, ha guidato i suoi fino all'impresa con una partecipazione emotivia e fisica da generale dell'esercito lusitano. L'ultimo atto di un percorso lunghissimo nel quale ha retto la pressione di un avvio difficile, ha spinto il Portogallo agli ottavi con la doppietta all'Ungheria (gol di tacco incluso), non ha tremato dal dischetto contro la Polonia nonostante l'errore in avvio con l'Austria, ha segnato col Galles in semifinale e poi ha chiuso il cerchio della finale persa 12 anni prima, grazie al Carneade-Eder. Pronto a sollevare anche il quarto Pallone d'Oro.

Voto 9 – i tifosi di Irlanda e Islanda: il volto bello, emozionante e coinvolgente dell'Europeo. Da una parte i variopinti irlandesi, capaci di sdoganare tormentoni (come quello per lo sconosciuto Will Grigg) e di vivere la manifestazione per quello che è, ovvero una festa; dall'altra i biondi islandesi e il loro geyser sound, nitido esempio di perfetta compenetrazione di un popolo in una squadra. Le imitazioni da parte delle altre tifoserie sono il segnale più netto della loro capacità di lasciare il segno.

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Voto 8Conte e la scuola italiana: con una delle nazionali più povere di talento nella storia azzurra, Conte insegna calcio e dà lezioni di tattica a mezzo mondo. Solo i rigori gli negano una gioia più grande, ma la squadra battagliera, ordinata, letale nelle ripartenze e con un blocco difensivo da fare invidia a chiunque rimarrà a lungo nella memoria di tifosi e semplici osservatori.

Voto 7Griezmann: si aggiudica il titolo di capocannoniere della manifestazione con sei gol, a tratti appare imprendibile e se la Francia si fosse imposta in finale (sono sue due delle occasioni più ghiotte) sarebbe stato un serio candidato al prossimo Pallone d'Oro. Cristiano Ronaldo infesterà i suoi sogni per molti mesi ancora…

Voto 6all'organizzazione dell'Europeo: non si registrano particolari pecche nella macchina organizzativa francese, ma neanche grossi squilli. C'era grande attenzione attorno alla sicurezza e, dopo alcuni giorni molto complicati in avvio, il tutto si è svolto regolarmente. Non ci fossero state tutte quelle invasioni di campo, forse il giudizio sarebbe stato anche di poco superiore.

Voto 5Croazia: finisce fuori agli ottavi, per mano del Portogallo, con un gol al 117′, eppure avrebbe meritato ben altra sorte. Il talento, i numeri e gli elementi per arrivare in fondo c'erano tutti – sufficiente dare un'occhiata a un reparto di centrocampo con pochi eguali nel mondo (Modric, Rakitic, Perisic e Brozovic) – ma il calcio è anche questo: a furia di specchiarsi nel proprio talento si finisce per restar fregati…

Voto 4Inghilterra: Hodgson aveva per le mani una rosa di talento, con alcuni tra i più interessanti prospetti dai tempi di Beckham, Owen e Gerrard, eppure dopo una tribolata fase a gironi è riuscito a farsi rispedire a casa con due tiri in porta da un'onesta Islanda. Quel Rooney in versione regista arretrato grida ancora vendetta…

Voto 3alla formula dell'Europeo: il sistema degli intrecci tra gironi, con il coinvolgimento delle quattro migliori terze (su sei), genera squilibri di cui risentono vistosamente spettacolo e competitività del torneo. La Francia raggiunge la finale affrontando un solo avversario degno di nota (la Germania); fosse andata diversamente contro i tedeschi, l'Italia sarebbe arrivata in fondo dopo un cammino con Spagna, Germania, Francia…

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Voto 2il Belgio: l'ennesima dimostrazione che il ranking Fifa non è realmente rappresentativo dei valori in gioco. Nonostante una squadra infarcita di talento, i belgi ricevono lezioni di tattica persino dalla cenerentola Galles (per non parlare dell'Italia di Conte). La generazione d'oro è finita in un vicolo cieco, schiacciata sotto il peso delle aspettative.

Voto 1Hart, Tatarusanu & C.: l'avvio della manifestazione è da incubo per molti portieri. Su tutti i numeri 1 di Inghilterra e Romania spiccano per i ripetuti errori che costano alle rispettive nazionali l'eliminazione anticipata.

Voto 0 – i tifosi di Inghilterra e Russia: ancora prima dell'avvio della manifestazione sono protagonisti di scontri, disordini e violenze; costringono l'Uefa a minacciare l'esclusione delle rispettive nazionali e offrono la peggiore immagine dei loro Paesi d'origine. Guarda caso, la figuraccia fuori dal campo fa il paio con quella in campo di inglesi e russi.

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