Il nuovo fenomeno Villas Boas: come Mourinho, meglio di Mourinho
Adesso provate ancora a chiamarlo "Special Two". Adesso che ha alzato al cielo l'Europa League dopo aver conquistato il campionato in Portogallo ed essere ad un passo dalla vittoria nella Coppa Nazionale. Come Josè Mourinho, meglio di Josè Mourinho per tutti ancora lo ‘Special One' ma da mercoledì sera con un nuovo "nemico" cui far fronte, capace di fare ciò che fece il Mago di Setubal, ma bruciando le tappe e diventando il piu' giovane tecnico di sempre a trionfare in una competizione internazionale. Contro il Braga, nella finale di Dublino, non si è visto il vero Porto ma alla fine ha vinto la squadra migliore.
LA PARTITA DELLA STORIA – Nel primo tempo si è visto pochissimo. Il Braga ha avuto subito una bella occasione con Custodio, poi è stato solo il Porto a creare qualcosa di vagamente accettabile. Come le due occasioni di Hulk con un palo sfiorato con un sinistro da posizione defilata e poi con Varela con un colpo di testa finito fuori. Ma proprio quando tutti erano pronti al rientro negli spogliatoi ecco la mazzata in faccia al Braga con il gol-partita degli uomini di Villas Boas: meraviglioso assist di Guarin con un lancio di 20 metri per Falcao e colpo di testa perfetto da centro area per l’1-0 che segnerà le sorti del match e dell'Europa League 2011. Nella ripresa poco o nulla di più, con un acuto del Braga grazie all'intuizione di Mossorò che però al momento del tiro sbaglia tutto. Il Porto prende così in mano la partita senza strafare e a condurre il possesso palla nel secondo tempo senza subire altri patemi d'animo fino al fischio finale che ha iscritto nell'albo dei migliori Villas Boas il più giovane tecnico con un trofeo europeo vinto.
DALLO 0-9 AL BARCELLONA – E pensare che se oggi Villas Boas è celebrato come il nuovo allenatore del futuro, un fenomeno da panchina ricercato da mezza Europa – e in Italia da Juventus e Roma – la sua carriera seppur fulminea iniziò con una clamorosa eliminazione e conseguente esonero. Da Commissario Tecnico delle Isole Vergini Britanniche nel non lontanissimo 2002, perse 9-0 contro i modesti giocatori delle Bermude. Un clamoroso risultato che avrebbe potuto segnare la carriera di un giovanissimo e intraprendente tecnico ma che fu, forse, la scintilla che fece esplodere talento e qualità fino ad allora nascoste. Così come Mourinho, anche Villas Boas deve tutto o quasi a Bobby Robson. Grazie all'influenza di Robson – suo vicino di casa che si interessò di un talento che nessuno ancora aveva notato – ottenne il patentino UEFA C, solitamente riservato ai maggiorenni, al quale seguì il patentino B nel 1996 e quello A nel 2003, in cui emerse tra i suoi colleghi per la precisione dei rapporti e per le ottime capacità di osservatore dei giovani talenti. Nel 1996 è con Robson e Mourinho al Barcellona per il suo primo grande debutto nel calcio che conta. Ricordato il capitombolo da Ct, Villas Boas non si dà però per vinto e torna subito al Porto per allenare la formazione Under-19 e i successi fioccano: con la Nazionale giovanile vince 24 partite su 27 disputate e dopo l'assunzione di José Mourinho come allenatore del Porto, ne diventa l'assistente tecnico in prima squadra, incaricato di compilare i rapporti sulle formazioni avversarie. Il rapporto di lavoro con il tecnico di Setúbal continuerà anche con il trasferimento dello stesso al Chelsea (dal 2004 al 2007) e all'Inter (dal 2008 al 2009).
I PRIMI PASSI CON L'ACADEMICA – Da Mourinho, però si staccherà ben presto: a metà della parentesi interista di Mourinho, Villas Boas decide infatti di iniziare una sua personale carriera da allenatore lasciando il ruolo di assistente a José Morais Il 14 ottobre 2009 accetta quindi l'incarico offertogli dall'Académica sostituendo Rogério Gonçalves, esonerato dopo 7 gare dall'inizio del campionato. La squadra si trovava in fondo alla classifica, ma dopo il suo arrivo inizia una serie di risultati positivi che porta la formazione all'undicesimo posto, fuori dalla zona retrocessione, e fino alle semifinali della Taça de Portugal in cui venne sconfitta proprio dal Porto, squadra cui si legherà poco dopo.
IL PICCOLO ‘TRIPLETE' – Il 3 giugno 2010 viene ufficializzato il suo ingaggio come tecnico del Porto con il quale firma un biennale fino al 30 giugno 2012. Il 7 agosto conquista il suo primo trofeo alla guida della formazione portoghese aggiudicandosi la Supercoppa di Portogallo sconfiggendo il Benfica in finale. Il 29 dicembre Villas Boas prolunga il suo contratto con il Porto fino al 30 giugno 2013 inserendo una clausola rescissoria di 15 milioni di euro da pagare nel caso in cui dovesse andarsene.
L'anno dopo va ancora meglio: il 3 aprile 2011 conquista il campionato con cinque giornate di anticipo battendo per 2-1 ancora il Benfica e il 20 aprile vince nuovamente a Lisbona per 3-1 e si qualifica in finale della Taça de Portugal dove affronterà il Vitória Guimarães il 22 maggio prossimo. Il 5 maggio 2011, pur perdendo la gara di ritorno della semifinale di Europa League in casa degli spagnoli del Villareal, conquista l'accesso alla finale che vincerà a Dublino il 18 maggio (1-0, gol del bomber Falcao) contro lo Sporting Braga di Domingos Paciência, che nel 1994 era stato l'oggetto delle discussioni tra Villas Boas e Robson. Ma non solo, in vista c'è anche un piccolo ‘triplete', con campionato, Europa League e Coppa nazionale: come Mourinho, meglio di Mourinho.