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Il Napoli rallenta. Ma non è solo questione di ‘culo’, come dice Sarri

Quando non segna Higuain i partenopei non vincono. Questione di sfortuna (palo di Mertens), di una squadra che prende gol da 3 gare consecutive e segna di meno, ha perso un po’ di brillantezza, non ha ricambi all’altezza dei titolari. Contro il Milan il tecnico ha schierato per la 14a volta la stessa formazione da inizio campionato e accantona alternative tattiche. “Possiamo farlo soltanto per alcuni spezzoni di partita, altrimenti la squadra andrebbe in difficoltà. Le nostre caratteristiche sono altre”.
A cura di Maurizio De Santis
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Ci è mancato un po' di ‘culo', dice Sarri a margine del pareggio col Milan. Questione di centimetri (come il palo di Mertens) e di una brillantezza che, inevitabilmente, viene a mancare. Era dal mese di settembre, quello dell'avvio di campionato stentato, che il Napoli non centrava la vittoria per 3 partite ufficiali di fila. E sale a 3 il numero delle gare consecutive (ci sono anche i 90′ di Europa League) in cui ha subito gol, segnando anche di meno. A Torino, nel confronto diretto con la Juve, ha perso nei minuti finali per una deviazione fatale su tiro di Zaza (sfuggito a Koulibaly, fino allora impeccabile). La sconfitta col Villarreal è sembrata la fotocopia della sfida di campionato: negato un rigore, un po' di malasorte, nervosismo che sale e palombella su punizione (ancora una volta nel finale) che spedisce i partenopei a casa con le pive nel sacco. Al San Paolo contro un buon Milan – tutt'altra cosa rispetto alla squadra scompaginata dell'andata – i ‘dettagli' hanno fatto di nuovo la differenza: deviazione scriteriata di Koulibaly all'indietro, Callejon perde Bonaventura e lui fa gol dopo una manciata di minuti dalla rete (fortuita, per la deviazione di Abate) realizzata da Insigne. Dettagli, appunto, che la squadra non riesce più a capitalizzare.

La mappa di calore fotografa l'atteggiamento tattico di Napoli e Milan (fonte whoscored)
La mappa di calore fotografa l'atteggiamento tattico di Napoli e Milan (fonte whoscored)

Che succede? Eppure il Napoli fa gioco, nonostante il ritmo non sia più tambureggiante (comprensibile un po' d'appannamento) e gli avversari lo affrontino con atteggiamento da ‘provinciale'. Lo ha fatto la Juve, che ha soffocato Higuain e tamponato le fonti di gioco. Lo ha fatto il Milan di Mihajlovic che se n'è stato rintanato nella propria metà campo, salvo concedersi sortite offensive (poche, Bacca come il Pipita è stato il grande assente). Sarri sostiene che l'identità della squadra non va snaturata, che cambiar pelle tattica proponendo anche un modulo diverso non può essere la soluzione. Almeno, non dall'inizio. "Possiamo farlo soltanto per alcuni spezzoni di partita, altrimenti la squadra andrebbe in difficoltà. Le nostre caratteristiche sono altre".

La partita con la Fiorentina (in mezzo c'è il ritorno di Coppa col Villarreal) è un altro scontro importante e dirà a che punto sono i partenopei. Se davvero è solo questione di ‘culo' oppure c'è dell'altro che non va sottovalutato perché nei gironi di ritorno, oltre alle gambe, conta di più la ‘testa'. La classifica dice -1 dalla vetta e +5 dal terzo posto occupato proprio dai viola che al ‘Franchi' cercheranno la vittoria a tutti i costi per bilanciare i confronti diretti (all'andata hanno perso 2-1) e rosicchiare punti per il secondo posto, consolidando così la permanenza in zona Champions.

In arancione gli attacchi del Napoli, in azzurro quelli del Milan
In arancione gli attacchi del Napoli, in azzurro quelli del Milan

Alternative tattiche. A preoccupare è proprio questa situazione: l'involuzione di una squadra che va in campo quasi sempre con gli stessi undici titolari e che ha come variante – unica e scontata – l'ingresso di Mertens nella ripresa (in genere al posto di Insigne) e scampoli di match riservati a Gabbiadini. Stop, null'altro. Un dato fotografa alla perfezione le certezze monolitiche di Sarri: per la 14sima volta in campionato ha schierato l'identica formazione titolare.

Son dolori quando non segna Higuain. Il Pipita è a secco da 3 giornate ufficiali, compreso lo spezzone di gara giocato in Spagna. Non fa gol dalla gara col Carpi (sconfitto su rigore e in inferiorità numerica), fino allora aveva una media realizzativa che lo ha accostato a campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Suarez e Messi. Barzagli-Bonucci e Zapata gli hanno messo la museruola, lo hanno ingabbiato e costretto a girare al largo dalla sua zona prediletta.

Ricambi non all'altezza. Tutta colpa dell'argentino? No, sarebbe sbagliato e riduttivo limitare gli affanni del Napoli alle difficoltà dell'attaccante che ha un rendimento straordinario. L'ex Real risente dell'appannamento di pedine altrettanto determinati per il gioco arrembante e sfiancante (per il Napoli stesso) esibito finora: Allan e Hamsik non viaggiano alla velocità di prima (flessione fisiologica), la qualità e il dinamismo del gioco ne risentono. In panchina non ci sono ricambi all'altezza della situazione: El Kaddouri, come contro la Roma, s'è trovato sui piedi la palla del raddoppio e ha fallito; David Lopez non ha il passo e nemmeno le doti per imprimere uno scarto diverso alla manovra. L'arrivo di Grassi (per giunta infortunatosi subito) e Regini ha lasciato il cerino in mano a Sarri. "Probabilmente abbiamo più di un elemento al 95% e non al 100%, gente che fa la differenza – ha aggiunto -. Restare al top della condizione per 20 o 25 giorni è impossibile". Dettagli, pure questi. Ma qui il ‘culo' non c'entra.

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