Il Napoli giocava solo per lui, la Juve no. Così Higuain ha cambiato il modo di giocare
Il Napoli giocava solo per lui, la Juventus no. Sarri gli aveva cucito addosso la squadra e ne aveva fatto il calciatore principe, la punta dell'iceberg della sua manovra. Nella squadra di Allegri gli capita di fare panchina e mordere il freno del turnover. Mertens, Callejon, Insigne facevano a fette le difese avversarie e ‘tagliavano' per il Pipita spazi di manovra. A Torino Mandzukic è un concorrente e un partner in attacco perché Dybala è infortunato. Sotto il Vesuvio segnava gol a grappoli, adesso il suo potenziale è più limitato. Cosa era e cosa è diventato Higuain, uno dei più forti centravanti in Europa: il passaggio dagli azzurri ai bianconeri raccontato con un'infografica che raccoglie i dati statistici del suo rendimento.
Il rendimento del Pipita nelle prime 10 giornate
L’acquisto dell’anno, offuscato solo da quello del Man Utd per Pogba, sta pagando dividendi meno “ricchi” di quanto ci si potesse attendere. Al di là delle attenuanti, che pure ci sono – vedi la sua iniziale precaria condizione o l’adattamento ad una nuova città e ad una nuova squadra – il Pipita, numeri alla mano, non sembra essere quello ammirato lo scorso anno alle falde del Vesuvio (38 reti stagionali).
Tutti i dettagli statistici, infatti, rivelano come il numero 9 bianconero non sia perfettamente funzionale ad un complesso sistema di gioco che, a differenza di quanto accadeva a Napoli, non vede lui come centro nevralgico, risolutore finale, bomber principe. 2 reti in meno, meno tiri totali, meno tiri nello specchio, 0 assist vincenti e solo 6 occasioni create sono la testimonianza evidente dell’attuale situazione tecnica di un inestimabile patrimonio calcistico, al momento non sfruttato a dovere, come Higuain.
Mister 90 milioni da factotum a ‘solo' punta
In più, a Torino il ragazzo non riesce a rendersi utile come prima in fase di costruzione. Al di là della estrema precisione dei numeri, piuttosto eloquenti, la cosa che potrebbe preoccupare maggiormente e tracciare una netta linea di divisione fra Napoli e Torino è la quantità di palloni toccati dal Pipita non solo in attacco.
Higuain con mister Sarri, infatti, oltre a essere lo spietato terminale dell’immensa mole di gioco prodotta, spesso, diventava un centrocampista in più che, con le sue incredibili doti, era in grado di lanciare i tagli offensivi di Callejon, Mertens o Insigne. Una condizione questa che lo caricava maggiormente e gli restituiva fiducia grazie al fatto di essere vivo e presente nella manovra. Una situazione tattica che non si verifica a Torino e che, più dei freddi numeri, potrebbe spiegare questa suo, seppur piccolo, peggioramento complessivo.