Napoli e Milan riportano l’Italia tra le grandi della Champions, in attesa dell’Inter

In attesa della sfida di questa sera di Marsiglia dell'Inter chiamata all'impresa in uno dei suoi periodi più negativi di sempre, il calcio italiano brinda con Milan e Napoli e l'Europa torna a conoscere quanto sia difficile doversi confrontare con le ambizioni internazionali dei nostri club. L'impresa del Milan a San Siro nel poker contro l'Arsenal di una settimana fa e l'entusiasmante vittoria di ieri al San Paolo del Napoli con il 3-1 al Chelsea hanno il sapore non tanto dell'impresa quanto della conferma che possiamo dire la nostra nella competizione più importante a livello europeo per club.

Già nella prima parte di questa Champions League abbiamo dato prova di forza portando tre squadre su tre agli ottavi di finale. Un traguardo importante e soprattutto un obiettivo raggiunto solamente dalle nostre società visto che in tutti gli altri grandi Paesi calcistici europei, si è pagato dazio perdendo qualche pezzo (o anche più se si pensa alla doppia eliminazione di Manchester City e United) per strada. E alla vigilia delle tre sfide degli ottavi qualche perplessità c'era ed era giustificata da un momento non del tutto brillante delle squadre impegnate in Europa. Tutte e tre, chi più chi meno, stavano trascorrendo un periodo difficile: il Milan falcidiato dagli infortuni e nell'eterna corsa testa a testa con la Juventus, condita da sorpassi in classifica e polemiche fuori dal campo; il Napoli, pian piano ridimensionatosi in campionato fino a ritrovarsi ai bordi della Zona Europa dopo un avvio e risultati che facevano pensare a tutt'altro obiettivo finale; l'Inter caduta nell'inferno della sconfitta, con un solo punto nelle ultime cinque gare di Serie A, e i problemi legati ad un progetto da riscrivere dalla copertina.
Insomma, non c'era da stare allegri e invece…
Invece, iniziamo dalla fine cioè dallo spettacolo di ieri sera al San Paolo quando i giocatori dello squalificato Mazzarri hanno strapazzato il Chelsea pluridecorato di Abramovich che oggi si vede con un piede e mezzo fuori dalla Champions League. Il ritorno a Stamford Bridge non sarà una passeggiata e a tratti si è vista anche una squadra capace di giocare a calcio come ai vecchi tempi ma è di certo una sfida alla portata del Napoli. Un Napoli che ha sofferto, sbagliato, ma che ha saputo rialzarsi e a ribaltare un'inerzia pericolosa che avrebbe potuto compromettere tutto quanto di buono fatto fino ad oggi. L'erroracio di capitan Cannavaro, complice anche un campo imbarazzante pur non essendo una giustificazione, ha dato la scossa ai compagni. Con il vantaggio di Mata, il Napoli si è destato insieme ad uno straordinario San Paolo, trascinando gli undici in campo all'impresa con la rete chirurgica di Lavezzi e il vantaggio rocambolesco di Cavani a fine primo tempo.

Un ‘delitto perfetto' contro Vilas Bolas in panchina, inutilmente a sbracciarsi verso un gruppo che non lo segue più (e lo si è visto ieri sera), mentre il Napoli privo di Mazzarri squalificato anche per il match di ritorno, ha dimostrato di essere più di un semplice gruppo capace di arrivare al successo anche senza il proprio comandante a bordo campo. La ripresa ha confermato quanto ottenuto nel primo tempo: altro gioco, altri gol (uno fatto, splendidamente sull'asse Cavani-Lavezzi) e un 3-1 che sarebbe potuto diventare un più corposo e corretto 4-1 se non fosse stato per Cole capace di salvare sulla linea un tiro oramai indirizzato a rete.
Poco cambia: questo Napoli ha dimostrato ancora una volta di sapersi svegliare nei momenti decisivi. Era già accaduto in tutto il girone del primo turno con avversari ritenuti quasi impossibili, come Bayern Monaco e Manchester City, in un girone che vedeva anche il Villarreal sulla strada alla qualificazione arrivata, invece, a suon di risultati esaltanti e con un secondo posto storico.
Non ci sarà da stare sereni nel match di ritorno ma semplicemente bisognerà ripartire e affrontare il Chelsea con la medesima umiltà avuta al San Paolo: i quarti di finale sono ad un passo e ciò significherebbe vedere il Napoli tra le prime otto formazioni migliori d'Eruopa.

Un traguardo che è alla portata anche del Milan di Allegri capace di risolvere la pratica già nel match d'andata a San Siro con un roboante 4-0 all'Arsenal che non ammette commenti ulteriori. I rossoneri non arrivavano da un momento positivo, si erano appena risollevati dalla paura di Udine ed erano al centro del ciclone delle polemiche con la Juventus in un confronto a distanza che sta portando le due squadre al big-match del 25 febbraio a San Siro dove il campo, in 90 minuti stabilirà chi sarà più equipaggiato per arrivare indenne a maggio per alzare il tricolore. In Europa non si sono visti nè timori nè paure: ritrovando Boateng e Ibrahimovic la squadra ha ritrovato sicurezza e gol con una struttura che al momento conferma di non subire le intemperie della stagione già logorante.
Se si fa un veloce raffronto alla pari delle due italiane si è dimostrato solamente il solito grande Barcellona di Pep Guardiola, mentre tutti gli altri (dal Lione con l'Apoel al Real Madrid a Mosca contro il CSKA) hanno avuto qualche intoppo di troppo. Tornando al Milan, questo Arsenal non dovrebbe creare problemi – al di là del poker rifilatogli – nemmeno nel ritorno a Londra. Al contrario del Chelsea che ha margini importanti di miglioramento, i Gunners di Wenger sembrano essere proprio quelli visti a San Siro: giovani, belli, spensierati ma privi delle carte giuste per sbancare il Milan dal jackpot Champions League.
Al contrario, i rossoneri riporteranno in campo anche in Inghilterra la saggezza e l'esperienza di chi in Europa ha mietuto successi anche nel recente passato (ultimo trofeo targato 2007) e che vuole ritornare ad essere protagonista arrivando ai quarti di finale a pieno titolo.

C'è, come dicevamo all'inizio, da aspettare l'Inter. Potrebbe chiudere il cerchio oppure scivolare anche a Marsiglia. Le premesse per far male, purtroppo, ci sono tutte: dalla grana Sneijder a una crisi di gioco e risultati che si prolunga oramai da fine gennaio. Un ambiente che è una polveriera con Massimo Moratti che sta tracciando nuove rotte per il futuro ma che stenta a dare sicurezza e tranquillità al gruppo attuale che ha autostima ai minimi storici e motivazioni ancor più ridotte.
Claudio Ranieri ha il suo bel da fare: dopo le bruttissime figure con Roma, Novara e Bologna, non serve certo una figuraccia internazionale proprio nel momento in cui l'Europa potrebbe trasformarsi in un salvagente essenziale. Il Marsiglia di Didier Deschamps non è l'ultima arrivata, in serie utile da 15 turni e pronta ad approfittare del periodo nero dei nerazzurri.
Ma comunque andrà a finire stasera, una cosa è certa: vittoria o sconfitta interista, nulla cambierà di quanto di perfetto fatto finora da Milan e Napoli, alfieri di un calcio italiano ritornato a far paura in Europa.