Il mondo del pallone condanna lo scandalo del calcioscommesse. Tranne Luciano Moggi

Davanti al ritorno massiccio dello scandalo sul calcioscommesse, l’Italia del calcio si risveglia alla vigilia di Natale arrabbiata e stanca.
Il nuovo filone dell’inchiesta “Last Bet”, già da mesi prevista in questo periodo dopo l’iniziale indagine di quest’estate, ha infatti destato scalpore e disgusto di fronte alle ultime notizie, ai giocatori coivolti, ai 17 arresti effettuati tra cui spicca quello avvenuto nella mattinata di lunedi e che ha coinvolto il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni che, stando alle prime indiscrezioni, avrebbe tentato anche la fuga davanti all’arrivo delle forze dell’ordine.
Già tutto visto e rivisto, purtroppo, per una piaga che è dura a morire e che dimostra come i traffici illeciti intorno al calcio non solo non si siano mai estirpati ma si siano evoluti e integrati con l’evolvere dei tempi e delle tecnologie a disposizione. L’organizzazione è immensa (da Singapore al Sudamerica e l’Europa), il giro di denaro altrettanto importante tanto che gli inquirenti hanno parlato di una struttura transnazionale che racchiude decine e decine di Paesi differenti che operavano tra loro attraverso le reti telematiche di scommesse e con emissari che venivano mandati sul posto, cioè laddove si svolgevano le gare incriminate, con il compito di controllare, minacciare e riferire le evoluzioni in tempo reale. Insomma, una struttura che ha coinvolto soprattutto le partite di seconda fascia, anche in Serie A ma di caratura minore, utili per poter ‘aggiustrae risultati’ con una spesa di corruzione limitata e che puntava soprattutto a gestire le gare di Serie B e di Lega Pro.
Oggi, davanti alle conferenze stampa fiume degli inquirenti e in attesa degli interrogatori per spiegare lo scandalo scommesse, arrivano le considerazini e le dichiarazioni dal mondo del calcio, unito nel condannare la vicenda e nel porre dei paletti sempre più rigidi contro la corruzione e lo scandalo scommesse. Come disse già in estate il presidente Uefa Platini che auspicò la radiazione a vita e una commissione europea che avrebbe utsato la ‘tolleranza zero’ nei confronti delle parti coinvolte, fossero semplici giocatori, società o federazioni.

La speranza di Abodi, Lega Calcio B
Parole pesanti che però lasciano spazio anche a qualcosa di positivo: “Questo secondo filone evidenzia elementi di novità” ha sottolineato ancora il presidente Abodi: “Un giocatore di una squadra di B, è stato raggiunto da questi personaggi ma ha fatto quello che doveva: denunciando. Il nostro mondo inizia cpsì a dare segni di capacità di difesa: noi abbiamo un patto di lealtà da rispettare e il privilegio che hanno di lavorare nel calcio può dare soddisfazioni se non si viene meno a questo patto. Altrimenti è giusto che si determinino sanzioni pesanti. Da un certo punto di vista non dobbiamo abbassare la guardia: dobbiamo alzare il controllo e collaborare con chi ha maggiori capacità investigative delle nostre“.

Abete e Beretta: Serie A salva, ma magra consolazione
Lo stesso pensiero l’ha avuto il presidente FIGC, Giancarlo Abete, dettosi non sorpreso di quanto stia venendo alla luce: “Sta di fatto che molti dei soggetti interessati a questa seconda fase risultano essere già stati sanzionati e alcuni radiati dagli organi di giustizia federale”. Mentre i pensieri del numero 1 della federcalcio sono rivolti anche allo scandalo di Calciopoli e al difficile tentativo di ridimere le tensioni dopo un tavolo della pace che si è infranto su posizioni opposte e troppo adicate, adesso c’è anche da affrontare anche il problema delle scommesse illegali che rischiano di deturpare definitivamente il mondo del pallone.
Sapevamo che l’inchiesta stava andando avanti – ha ricordato Abete – visto che ci era stata preannunciata“. Sull’ipotesi di nuove penalizzazioni contro le società, Abete ha fatto capire che tgutti gli scenari restewranno aperti ma che ” ovviamente si dovrà attendere le risultanze dell’indagine“. Anche per Abete, si ritorna però ad una notizia da non dimenticare e cioè che un giocatore ha avuto il coraggio di denunciare il tutto: “importante evidenziare lo stretto rapporto fra la Procura federale e la Procura della Repubblica di Cremona, e il fatto che il giocatore del Gubbio si sia rivolto alla Procura federale che ha trasferito il tutto ai magistrati”.
Altro aspetto consolante in tutto questo trambusto arriva anche dal presidente di Lega di Serie A, Mario Beretta che, malgrado tutto, prova a vedere il cosiddetto bicchiere mezzo pieno: “Ci tengo a sottolineare che al momento fino a notizie contrarie la Serie A non é toccata dall’inchiesta sulle scommesse riesploso stamani. La notizia comunque é preoccupante per tutti, noi abbiamo interesse a preservare il calcio di tutte le categorie, tutto si deve basare sulla trasparenza, serve rigore nell’accertamento delle responsabilità e poi dobbiamo essere durissimi nelle pene, basta non fare di ogni erba un fascio“. E siccome l’indignazione da sola non basta mai, ecco che lo stesso Beretta prova a delineare l’impegno che andrà preso da parte di tutti gli organi del mondo del calcio contro la piaga delle scommesse illegali: “Le contromisure? Dobbiamo essere tutti impegnati a far capire che non esiste tolleranza e tutti siamo impegnati in questa direzione”

L’imbarazzo del mondo del calcio
Più circoscritte le dichiarazioni dei diretti interessati, tra amministratori delegati e dirigenti di club che commentano il fatto con il beneficio del dubbio.
O come Marino, il dg dell’Atalanta, direttamente coinvolta ancora, con la figura di Doni: “Ora, di fronte a questo provvedimento grave, ma non definitivo, dobbiamo attendere che la giustizia faccia il proprio corso. Noi abbiamo la massima fiducia nei magistrati. L’Atalanta, del resto, ha già pagato il proprio debito e ora deve pensare solo al campo, anche se la vicenda ci ha turbato molto. La società deve dare forza alla squadra ed alla città“.
“Radiazione per chi sbaglia, non si possono dare sanzioni che siano una via di mezzo. Queste cose vanno combattute drasticamente“. Questa è invece stata la posizione del direttore generale dell’Inter, Ernesto Paolillo che si sposa col pensiero di Lo Monaco, ds del Catania: “Mi auguro che questi ultimi episodi facciano da deterrente, è un problema che esiste, è una stortura, un malcostume che va assolutamente estirpato.”

A parte, invece, le parole di Luciano Moggi che utilizza lo scandalo scommesse ‘pro domo sua’ per tornare sul concetto di una giustizia ad orologeria se non truccata. In pratica, la tesi è sempre la stessa: gli inquirenti decidono prima chi colpire e poi ci costruiscono attorno le prove con telefonate tagliate ‘ad hoc' e indagini unidirezionali.
Non conosco bene quello che è successo e alle intercettazioni credo poco per natura, visto che le mie sono state tagliate a seconda di quello che conveniva, per cui non voglio emettere giudizi. Il calcio non credo sia così inquinato, anche guardando a quello che è successo a me, e questo ultimo scandalo dimostra che il calcio è quello di prima e anche i problemi arbitrali sono peggiorati
Parole dure dell’ex dg della Juventus che ha poi provato a correggere il tiro: “Certo, sono state attuate delle misure cautelari, ci sono delle persone che sono agli arresti e che a livello di immagine hanno tutto da perdere, per cui voglio pensare che i magistrati abbiano in mano cose sostanziali"‘.