Il mito di Sir Alex Ferguson: lo scozzese che ha conquistato l’Inghilterra
Con il Manchester campione d'Inghilterra 2011, lo United ha scritto un altro indelebile capitolo della storia del proprio club, della Premier e del più longevo tra i tecnici in circolazione: Sir Alex Ferguson, una ‘leggenda' vivente. Basterebbero le cifre: 69 anni, 25 stagioni sulla panchina del Manchester United, 12 campionati vinti con i Red Devils, incluso l'ultimo, conquistato sabato con una giornata d'anticipo sulla fine del torneo, e che ha portato a 19 il totale dei titoli del suo club, più di ogni altro in Inghilterra, dato che ha superato i 18 del Liverpool. E non solo: i trofei vinti con lo United fra campionati, coppe in patria e all'estero sono ben 36 e potrebbero diventare 37 se ci aggiungesse la Champions del 28 maggio a Wembley, finale contro il Barcellona, in caso di successo degli inglesi che portrebbe a 3 Champions vinte in carriera da Ferguson.
Nessuno ha vinto al massimo livello quanto lui, ricostruendo per tre volte un team imbattibile, guidando tre generazioni di campioni, da Cantona a Beckham a Rooney. Un mito del football mondiale. Forse, in caso di vittoria contro il Barça, quella di Wembley potrebbe essere l'ultima partita di Alex Ferguson come allenatore del Manchester United. L'idea sarebbe quella di fare, nell'estate dell'anno prossimo, il commissario tecnico della nazionale di calcio dell'Inghilterra alle Olimpiadi di Londra, provando a inserire il proprio nome e il proprio mito anche nella nazionale albionica con altri allori. Ferguson, dopotutto, deve al calcio anche il titolo di "Sir": fu insignito baronetto dalla regina Elisabetta nel 1999 dopo aver vinto la "tripla" – campionato, coppa d'Inghilterra e Champions League – nello stesso anno. Un antesignano degli attuali Josè Mourinho e Pep Guardiola.
DALLA SCOZIA CON FURORE – I successi di Alex Fergusson non iniziarono però una volta arrivato al Manchester United. Pochi ricordano che iniziò la carriera tra le mura patrie e riuscì a mietere anche in Scozia successi dopo successi. Nel luglio 1974 si conquista la sua prima panchina da allenatore con l'East Stringshire. Subito dopo viene ingaggiato dalla squadra del Saint Mirren, che Ferguson riesce a portare nella massima serie nel 1977. L'anno successivo la squadra ottiene la salvezza, ma la società non credette più in lui. Nessun problema , la stella di Ferguson stava già nascendo: trovò subito un ingaggio con l'Aberdeen, iniziando presto un ciclo vittorioso: nel 1980 vince il campionato superando il Celtic di un punto; nel 1982 l'Aberdeen conquista la Coppa di Scozia battendo in finale i Rangers per 4-1. L'anno successivo vince la Coppa di Scozia, e arrivò la prima consacrazione europea che lo fee conoscere al mondo: la vittoria nella Coppa delle Coppe 1982-1983 battendo 2-1 il Real Madrid in finale e la Supercoppa Europea battendo l'Amburgo. Nel 1984 riuscì a centrare anche il ‘double' campionato-coppa nazionale, l'anno successivo l'ultimo titolo scozzese prima della sua nuova avventura: contemporaneamente all'incarico di manager dell'Aberdeen accettò anche quello di commissario tecnico della Nazionale scozzese, che ricoprì dal 16 ottobre 1985 al 13 giugno 1986, partecipando ai Mondiali 1986, con la Scozia che viene eliminata al primo turno. Senza dimenticare che contemporaneamente in patria, Ferguson vince gli ultimi trofei con l'Aberdeen: Coppa di Scozia e Coppa di Lega.
L'ULTIMO HIGHLANDER – Nel novembre del 1986 inizia la sua straordinaria avventura in Inghilterra. Viene ingaggiato dal Manchester United. Non sono inizi facili, le vittorie di Scozia appaiono semplicemente un bel ricordo ma in Premier è tutta un'altra storia. Il Manchester è una squadra e una società che si deve rifondare piano piano e Ferguson, chiamato alla prova di maturità, ci mette del tempo per ottenere i primi trionfi. Eppure, la società crede in questo scozzese dagli occhi di ghiaccio e dopo tre anni arriva anche il primo trofeo. Il Manchester riesce a imporsi nella FA Cup del 1990 vinta a maggio: in finale piega di misura per 1-0 il Crystal Palace nella ripetizione della finale dopo un primo pareggio. E' la scintilla: da allora apre un ciclo di 35 trofei, a livello nazionale ed internazionale. L'anno successivo con lo United si impone in Europa: Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. Da allora non si ferma più e incomincia a vincere anche in patrria. Contemporaneamente il Manchester United si impone altre 4 volte in Coppa d'Inghilterra, 3 nella Coppa di Lega inglese, vince due Champions League, una Coppa Intercontinentale e un campionato del Mondo per Club. Non solo. Agli allori della società si aggiungono i premi personali di Sir Alex Ferguson che di anno in anno diventa un vero e proprio punto di riferimento del club di cui va a curare tutti gli aspetti tecnici, legati all'acquisto dei giocatori, ai vivai, a stelle da comprare e vendere al di là dei malumori della piazza. Viene eletto miglior allenatore della Premier League in 8 occasioni, conquistando anche l'insigne premio internazionale dell'Allenatore del Decennio (per gli anni 90). Il 19 dicembre 2010 realizza il record di giorni consecutivi alla guida del Manchester United, precedentemente appartenuto a Matt Busby arrivando a 8811 giorni, ovvero 24 anni, 1 mese e 14 giorni.
A questo si deve aggiungere che al 2010 risulta essere terzo per anni di permanenza sulla stessa panchina con 24 anni. E' preceduto solo da David Calderhead che allenò il Chelsea dal 1907 al 1933 per un totale di 26 anni e Guy Roux che allenò per 44 anni consecutivi l'Auxerre.
IL MANAGER DEI CAMPIONI – In 25 anni di Manchester United Sir Alex Ferguson ha avuto sotto di sè un numero infinito di campioni. Il più grande di tutti, anche per longevità e dedizione alla causa dei red devils è certamente il gallese Ryan Giggs. E' il 12esimo titolo per il centrocampista di Cardiff, recordman di presenze per lo United, che in prima squadra ha debuttato nel lontano marzo 1991. Ma non c'è solo Giggs da ricordare, anzi. Nei primi anni novanta una pietra miliare nella squadra di Manchester fu il portiere Schmeichel che rimase imbattuto per 17 giornate nell'anno del titolo 1991, stessa epoca dell'arrivo di un fenomeno vero, il francese Eric Cantona con cui si legarono i successi degli anni '90 come con una vera e propria leggenda dello United, l'irlandese Roy Keane. A metà degli anni 90, la seconda grande svolta voluta da Ferguson: fecero il loro ingresso in prima squadra elementi del settore giovanile quali David Beckham e i fratelli Gary e Phil Neville, che si aggiunsero a Paul Scholes e Nicky Butt, portando lo United al secondo ‘double' inglese. Erano le basi per il ‘treble' del 1999 che venne conquistato nel segno di campioni come Jaap Stam, Dwight Yorke e Jesper Blomqvist. Poi nel terzo millennio incominciarono a splendere altre stelle nel firmamento del Manchester di Ferguson capace di cambiare protagonisti ma senza fallire gli obiettivi. Nel 2003-2004 ci fu una piccola rivoluzione interna con innesti di giovani promettenti quali Cristiano Ronaldo, Wayne Rooney e di calciatori di valore come Rio Ferdinand. Risultato? Altri successi nel segno di campioni assoluti, fino al prossimo obiettivo: finale di Wembley 28 maggio. Una data e uno Stadio che potrebbero ridare l'Europa al Manchester e a Ferguson.