Il Milan fa felice Montella: Locatelli fa le cose per bene, la Juve no
Un Milan di corsa e difesa batte una Juve stanca, di difesa e poca corsa. Certo, la polemica per il gol annullato (vendetta fredda per quello di Munntari?) non cambia lo scenario di un match che ha visto Montella, alla 200ma panchina in A, trovare mosse e contromosse giuste in 90′ tesi, spezzettati, con poco ritmo. L'infortunio di Dybala costringe Allegri a ridisegnare la Juve, ma l'esito è inferiore alle attese e la quantità di tiri non si traduce in qualità o pericolosità. L'errore di piazzamento sul gol del predestinato Locatelli, il secondo nei suoi primi due tiri nello specchio in Serie A, fa il resto.
Le formazioni – Montella sceglie il 4-3-3 con Bacca a guidare l'attacco e Suso e Niang sugli esterni offensivi. Locatelli in cabina di regia, Bonaventura e Kucka ai suoi lati. Romagnoli e Paletta i centrali in difesa. Allegri cambia due uomini rispetto a Lione. Dietro c'è Benatia per l'infortunato Chiellini, in avanti il tandem Higuain-Dybala. In mediana spazio a Hernanes con Pjanic e Khedira interni. Alex Sandro e Dani Alves sulla fasce.
Milan raccolto – Locatelli deve stare particolarmente attento nel sistematico uno contro uno a centrocampo. Non può avere aiuti, non ci possono essere raddoppi senza sbilanciare la squadra. Così la sua prima palla persa crea la prima occasione per la Juve: un ottimo Romagnoli ferma Higuain. Il Milan parte molto raccolto, con tutti i 10 effettivi sotto la linea della palla. Quando si distende, Niang e Suso tendono ad occupare le zone interne, a metà fra il corridoio centrale e le fasce, per dialogare meglio con i terzini che spingono. E' proprio il taglio-fuori di Niang, chiamato ad allargarsi da un filtrante molto largo, che forza la difesa bianconera a uno scivolamento un po' improvvisato dopo la palla persa di Pjanic. Il sovraffollamento sul settore sinistro dell'attacco del Milan libera spazio sul versante opposto per il sinistro a giro di Suso.
Juve frenata – Solito movimento a rientrare, dall'altra parte, di Dybala che gioca quasi da trequartista aggiunto e galleggia senza dare punti di riferimento ma creando occasioni di superiorità numerica e linee di passaggio. Interessante anche il supporto sulle fasce di Dani Alves (il più coinvolto nella manovra bianconera) e Alex Sandro, che costruiscono una buonissima chance al 15′. A destra, però, il brasiliano dialoga meno del solito in avvio con Khedira (5 appoggi nel primo quarto di partita) che si allunga e si allarga per creare un possibile triangolo da quella parte. Il Milan prova a costringere i bianconeri al lancio lungo, una delle chiavi che portarono al successo nello scontro diretto l'Inter, ma i bianconeri continuano a tessere la manovra sfruttando una costruzione bassa funzionale all'azione d'attacco.
Il Milan paga una linea difensiva un po' stretta sui cambi di gioco. Così al 22′ Alex Sandro ha troppo spazio per crossare, bella la parata di Donnarumma sul sinistro al volo di Dybala. Come prevedibile, Allegri imposta una marcatura aggressiva su Bacca, che in effetti tocca 7 palloni nei primi 25, e così facendo allontana il Milan dall'area, come dimostrano le zone d'azione alla mezz'ora.
Il gol annullato – La partita si infiamma dopo la mezz'ora prima per l'infortunio di Dybala che si tocca il flessore e viene sostituito da Cuadrado, poi con la polemica per il gol annullato alla Juve (apparso però regolare, sulla punizione di Pjanic è offside al massimo Benatia ma non Bonucci che parte da dietro e va sulla traiettoria davanti a Donnarumma). L'uscita della Joya cambia le prospettive di interpretazione offensiva della Juve, mentre la partita si innervosisce e perde ritmo. Cuadrado, infatti, parte naturalmente più largo e Khedira diventa una mezzala ancor più propositiva a destra in un sostanziale tridente fra le linee alle spalle di Higuain. La fascia destra diventa cruciale nel primo tempo della Juve e Hernanes può guadagnare qualche metro in fase di possesso.
Il secondo tempo – Cuadrado costringe il Milan, anche nel secondo tempo ad abbassarsi di più. La partita, allora, si decide con le mezzeali nel contesto di un confronto a centrocampo fra uomini più di palleggio che di contrasto. Così Bonaventura può esaltare la pazienza di un Milan che cerca di sbilanciare i bianconeri, ma non è facile pescare fuori posizione Barzagli.
Dall'altra parte è Khedira la chiave dell'attacco juventino, che però si ritrova a dover attaccare sempre una difesa schierata, un Milan compatto, e avrebbe bisogno di alzare il ritmo, in un match però troppo interrotto da falli e fischi. Il tedesco si butta dentro senza palla, e aumentano gli scambi con Dani Alves nella costruzione del gioco, mentre Higuain continua a sfruttare il suo solito movimento a venire incontro prima di attaccare la profondità ma la Juve gioca troppo sui piedi e poco negli spazi.
Il gol di Locatelli – Si inserisce invece bene eccome Locatelli che vede il buco lasciato da Alex Sandro e si prende la briga e il gusto di segnare il secondo gol in tre partite. Merito, o colpa, del taglio di Suso con il brasiliano che si preoccupa troppo di prendere posizione in area e lascia scoperto il semi-spazio da quella parte. La Juve è sbilanciata, passiva, e in quei 20 metri Locatelli scrive la storia della partita.
Dopo il gol, il Milan si riposiziona anche per effetto dell'ingresso di Poli per Niang. Allegri mette Mandzukic per Benatia e trasforma la Juve in 4-1-4-1, che diventa 4-4-2 con il croato sulla linea del Pipita, fermato al 90′ dalla bella diagonale di Paletta bravo a frustrare l'interessante triangolo proprio con Khedira, che sogna il gol dalla distanza all'ultimo respiro. Milano, quest'anno, è una terra straniera per la Juve. Una città di frontiera per aprire nuovi orizzonti.