Il Milan blocca sul pari la corsa scudetto del Napoli. Gattuso però la vince tatticamente
Con una cornice di pubblico delle grandi occasioni, Milan e Napoli si sono sfidate in un match fondamentale per la corsa all’Europa e soprattutto quella scudetto dei partenopei. A ‘San Siro’, il match è terminato con il punteggio di 0-0. E’ stata una partita emozionante fin dal primo momento con capovolgimenti di fronte continui in cui il Milan non ha di certo atteso l’azione del Napoli attaccando ogni spazio e giocando palla a terra, proprio come gli azzurri, capaci di farsi vedere più volte dalle parti di Donnarumma già dal primo tempo.
Due le novità di formazione importanti per entrambe le squadre con Sarri che nel ruolo di terzino destro ha rispolverato Christian Maggio che non giocava una partita da titolare addirittura dal 2017, precisamente il 29 dicembre quando i partenopei affrontavano il Crotone. Dall’altra parte invece, Gattuso, è ancora a caccia di trovare l’equilibrio in attacco dovendo scegliere spesso una punta tra Andrè Silva, Cutrone e Kalinic. Proprio quest’ultimo l’ha poi spuntata sul portoghese e il baby talento rossonero, partendo dal primo minuto. Ma andiamo dunque ad analizzare al meglio le fasi cruciali e le curiosità di questo Milan-Napoli.
Sarri rispolvera Maggio nel ruolo di terzino destro
Sono state fatte tante ipotesi alla vigilia di questo Milan-Napoli, ma alla fine Sarri, per sostituire lo squalificato Mario Rui, nel ruolo di terzino sinistro, avrebbe potuto tranquillamente scegliere un mancino puro come l’ex Fiorentina Milic, ma invece, forse anche comprensibilmente viste le attitudini del tecnico, ha optato per il cosiddetto ‘usato sicuro’: Christian Maggio. Il terzino destro è stato schierato nel suo ruolo naturale con conseguente spostamento di Hysai a sinistra (posizione già ricoperta in passato).
Per il 36enne Maggio è stato la presenza numero 13 in campionato in cui ha giocato da titolare soltanto 5 volte contro Atalanta, Lazio, Sassuolo, Udinese e Crotone, tutte nel girone d’andata. E infatti proprio dal match del 29 dicembre 2017, contro i calabresi, che Maggio non giocava una partita da titolare con la maglia azzurra. E l’ha fatto proprio in una delle partite cruciali della lotta scudetto del Napoli a una settimana esatta dal big match dell’Allianz Stadium.
Nel Milan fiducia a Musacchio e Kalinic
Tra i due litiganti il terzo gode (si fa per dire). Il gol realizzato una settimana fa contro il Sassuolo (rete che non realizzava dal 4 dicembre contro il Benevento), è valso la maglia da titolare a Nikola Kalinic. Gattuso alla vigilia era molto combattuto dalla scelta di quale attaccante schierare contro i rossoneri. Si era parlato tanto di Andrè Silva, con Cutrone leggermente in calo in queste ultime uscite, ma alla fine l’ha spuntata proprio il croato che contro il Milan ha centrato la sua presenza numero 25 in Serie A in cui ha però realizzato solo 5 gol, l’ultimo, proprio con il Sassuolo nell’1-1 finale contro i ragazzi di Iachini.
Per il resto tutto confermato con l’inserimento di Musacchio, al centro della difesa, al posto dello squalificato Bonucci. Per l’ex Villareal, dopo una serie infinita di panchine, cominciata il 30 dicembre contro la Fiorentina, la seconda apparizione consecutiva da titolare dopo la gara con il Sassuolo in cui ha sostituito Romagnoli.
Napoli e Milan in equilibrio nella prima frazione
Un gol annullato a Musacchio in evidente fuorigioco e solo qualche fiammata ad esaltare il pubblico di ‘San Siro’. Il primo tempo tra Milan e Napoli è stato piuttosto equilibrato con i partenopei che, stranamente, sono sembrati più lenti nel giro palla e nel far scorrere la sfera che solitamente ha visto i ragazzi di Sarri arrivare in porta praticamente con tre passaggi. La difficoltà maggiore è stata quella di non aver coinvolto al meglio gli esterni d’attacco con Callejon e Insigne che solo in pochissime occasioni sono riusciti a farsi vedere in maniera concreta dalle parti di Donnarumma.
Ma anche lo stesso Mertens è stato piuttosto in ombra per i primi 45’ soprattutto grazie alla marcatura di Musacchio e Zapata, con il primo più libero di fare attenzione agli inserimenti dei centrocampisti azzurri e il secondo a tenere a bada il folletto belga. Meglio il Milan che oltre al gol annullato, è stato più bravo a sfruttare i capovolgimenti di fronte con Kalinic pronto a correre in verticale e soprattutto Calhanoglu, con personalità, a prendersi palla e a dare inizio alla manovra dall’esterno. Il Milan era molto più organizzato nei primi 45’, ben messo in campo, costringendo il Napoli ad attaccare solo con le ripartenze senza consentirgli di ragionare.
Il Milan non abbassa la guardia nella ripresa
Se qualcuno si aspettava di vedere un secondo tempo decisamente diverso, si sbagliava di grosso. Perchè infatti la ripresa non è stata poi così diversa rispetto al primo tempo. Le due squadre hanno provato ad andare in gol, soprattutto il Napoli che ha tentato anche a cambiare tatticamente la gara inserendo, nello stesso momento, Zielinski e Milik per Hamsik e Mertens. Ma, come si direbbe in gergo, è stata ordinaria amministrazione da parte del Milan che, rimanendo corto e compatto, con i due centrocampisti che negli ultimi 15’ si sono abbassati di più a difesa della retroguardia rossonera, non hanno concesso spazi al Napoli e soprattutto hanno bloccato gli esterni per non concedere cross pericolosi per la testa dell’attaccante polacco.
L’ingresso di Andrè Silva per Kalinic è servito proprio per far salire la squadra negli ultimi minuti e far respirare i rossoneri che hanno saputo contenere un Napoli che non ha avuto la lucidità necessaria di trovare soluzioni alternative al solito gioco, per poter mettere in difficoltà un Milan che non ha mai abbassato la guardia. Forse, sullo 0-0, in questo momento della stagione, un attacco a 4 punte nel finale sarebbe stato meglio rischiarlo.
Gattuso intelligente, ma Sarri doveva rischiare di più
Nel complesso le due squadre viste a ‘San Siro’ sono sembrate molto simili, si sono quasi annullate a vicenda per tutti i 90’. Una gara in cui ci si aspettava comunque qualcosa in più da questo Napoli, apparso però molto stanco, anche nei singoli, come Hamsik (uscito per Zielinski) e soprattutto Mertens, sostituito poi da Milik con il belga mai entrato in partita, anche per merito di uno Zapata che ha interpretato al meglio le indicazioni di Gattuso. Come il colombiano, anche dall’altra parte, Albiol è sempre stato bravo a mantenere la posizione e tenere a bada le offensive rossonere. Ma i meriti di questo Milan, tatticamente, sono stati soprattutto nella capacità, degli uomini di Gattuso, di sapere restare corti e compatti, senza concedere spazi velenosi per un Napoli che altrimenti sarebbe stato molto pericoloso.
Le colpe del Napoli di non essere riuscito ad andare in gol, sono da ricercare però anche nel coraggio del tecnico azzurro di non aver voluto azzardare le 4 punte a 6 giornate dalla fine, con la Juventus pronta alla fuga e ad una manciata di giorni dal big match con i bianconeri. Il Milan è stato, in maniera evidente, capace di saper contenere le giocate dei partenopei e Gattuso ha giocato davvero a specchio, alla Sarri, bloccando i partenopei in verticale e sugli esterni. Con Callejon mai visto e Mertens spento, forse l’inserimento di Milik, insieme al tridente, avrebbe potuto dare qualche difficoltà in più a questo Milan davvero ben messo in campo.