Il gol del secolo di Maradona con la ‘mano de dios’: è il 22 giugno del 1986 (video)
Diego Armando Maradona è il primo caso di divinizzazione in vita. Uno che prende in prestito la mano de Dios e la usa per fare marameo e rifilare una scoppola agli inglesi dopo le scoppole (e le pallottole) prese dalla Nazione dei generali sulle rive delle Falklands (per i seguaci di sua maestà) o Malvinas (per i revanscisti sudamericani). Fenomeno laico, lo odi oppure lo ami. Il pibe accanto ad Evita, Che Guevara e San Gennaro. Una specie di Achille, ma col piede fatato e più scugnizzo che condottiero. Perfetto come idolo che parla alla pancia, non alla testa, del popolo. Era il 22 giugno di 28 anni fa: cambiano i tempi, non le vecchie abitudini. La gloria del calcio è immortale.
"Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires" (5 luglio 1984, presentazione ufficiale allo stadio San Paolo).
Già, perché a Napoli è rimasto tutto come nel luglio del 1984, all’arrivo del messia. La sua città. Che l’ha accolto, osannato, stritolato d’affetto e ingoiato nel ventre caldo dei vicoli. Perchè Maradona è meglio ‘e Pelè, pure tra i feticci. La casacca indossata dall’argentino nella storica gara con l’Inghilterra vale almeno il doppio della maglia calzata da ‘o rey nella finale di Messico ’70 contro l’Italia. L’albiceleste che fece venire le traveggole ai britannici è esposta nel Museo nazionale di Preston e assicurata per circa seicentomila sterline. Per Steve Hodge, abbagliato dal lampo che lasciò di sasso Shilton, è un trofeo inestimabile. Terry Butcher, suo compagno di squadra, la considera ancora il simbolo di una truffa: “Non ci avrei nemmeno lavato la macchina”, sbottò. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Chi ama il Dieci, invece, non dimentica.