Il dottor Petkovic: la sfida con la Fiorentina in attesa dello scontro con il boemo

Chiamatemi "Doc" – Ora possiamo dirlo con certezza: i risultati e le partite precampionato contano davvero poco. Lo hanno capito chiaramente i tifosi della Lazio che, dopo un'estate da horror con relative polemiche, hanno fatto di "Vlado" il nuovo messia della panchina e, soprattutto, l'alternativa credibile al "dirimpettaio" boemo. Non sarà certo il pareggio colto ad Atene, che tra l'altro lascia intatte le possibilità di passaggio del turno, a macchiare l'avvio di stagione di Petkovic e dei suoi ragazzi. Anzi: il giro turistico in Grecia, con tanto di fermata al parco divertimenti (l'autogollonzo di Seitaridis è da lacrime agli occhi), autorizza il popolo laziale a guardare il futuro con ottimismo e fiducia. La Lazio c'è, altro che chiacchiere. Dopo le critiche estive, il "dottore" bosniaco ha costruito una squadra che miscela doti atletiche a qualità tecniche. Ha messo a punto un motore (prima diesel, ora turbo) in grado di garantire le prestazioni necessarie per arrivare fino al traguardo e ha, soprattutto, risvegliato l'orgoglio laziale dopo l'esperienza altalenante di mister Reja: mai veramente amato dalla tifoseria capitolina. Petkovic è, indiscutibilmente, l'uomo copertina di questa Lazio e l'allenatore più sorprendente di un campionato (il nostro) abituato a venditori di fumo e a santoni incompresi. E' la novità più eclatante, in un calcio (sempre il nostro) fondamentalmente poco istruito e spesso, e volentieri, in preda a nervosismi gratuiti. "Vlado" Petkovic è l'eccezione e dovrebbe essere anche la regola: uomo tutto d'un pezzo, serio e mai sopra le righe, elegante, colto e, cosa più importante, maniacalmente preparato per affrontare tutte le insidie della nostra Serie A.
Il fattore K-H – Pare evidente che non ci sia solo la mano del tecnico, dietro l'exploit laziale. Petkovic sta, infatti, raccogliendo i frutti di scelte societarie che, alla fine, stanno dando risultati concreti e, probabilmente, anche inaspettati. Il caso di Miroslav Klose, a questo proposito, è emblematico.
Tutti a Firenze – Archiviata la trasferta greca, domenica si torna in campo per la nona giornata di Serie A e, manco a farlo apposta, la gara più interessante (il big match, come direbbero quelli bravi) è proprio quella che metterà di fronte le due squadre che più hanno sorpreso in questo avvio di stagione. Non è, infatti, un caso che il percorso di Lazio e Fiorentina, coincida con la capacità dei due allenatori in questione e la lungimiranza di quei dirigenti che, fino a pochi giorni fa, venivano letteralmente insultati dalle rispettive tifoserie. Montella sta a Petkovic, come Della Valle sta a Lotito: i paragoni potrebbero risultare azzardati ma, alla fine, il percorso delle due squadre sembra dare ragione a questa tesi. Fiorentina-Lazio è la partita di chi ha avuto il coraggio di cambiare, è la gara di chi, con possibilità economiche ridotte rispetto ad altri club, ha saputo costruire con intelligenza ripartendo da un mix di nuove promesse e giocatori dati per finiti. La gara del "Franchi" sarà ricca di spunti suggestivi: non solo lo scontro tra i due tecnici, ma anche la sfida tra i due amici Klose e Toni (quest'ultimo decisivo nel consigliare al tedesco il nostro campionato) ed il duello, tutto genio e creatività, tra Hernanes e Jovetic. Uscire indenni dalla trasferta fiorentina, sarebbe fondamentale per Petkovic che dopo le gare con il Torino, in casa, e la trasferta di Catania, avrà il compito più difficile: il derby contro la Roma di Zeman.