Il caso Donnarumma, cosa è successo: il retroscena delle lettere
Quello che sta succedendo tra il Milan e Gianluigi Donnarumma non è chiaro ed è una vicenda che mostra diversi angoli nascosti, visto che ognuno tende a "tirare acqua al suo mulino" senza mostrare un minimo di trasparenza. Dopo la contestazione nella gara di Coppa Italia contro l'Hellas Verona e alcune dichiarazioni via social del giovane portiere la situazione è ancora più ingarbugliata.
Nei sei mesi che sono trascorsi dal rinnovo del giovane portiere con il club rossonero ne abbiamo sentite di tutti i colori e quello che ne ha sofferto di più, con molta probabilità, è colui che viene descritto come il "portiere del futuro" ma negli ultimi tempi viene dipinto come una sorta di demonio "mangiasoldi".
La Gazzetta dello Sport ha pubblicato la lettera degli avvocati di Donnarumma inviata al Milan che aggiunge un altro tassello alla vicenda ma non ne completa il quadro. Cerchiamo di procedere per gradi e ricostruire le tappe di quella che sta diventando una soap opera.
Raiola chiede l'annullamento del contratto di Gigio
Il 12 dicembre 2017 il Corriere della Sera afferma la volontà di Mino Raiola di richiedere l'annullamento del contratto firmato da Donnarumma il 12 luglio 2017 al Milan. Un rinnovo da 5,5 milioni netti a stagione più bonus. Il nodo delle questione è il mancato deposito della clausola di rescissione del portiere.
Contestazione dei tifosi
Pochi giorni dopo la pubblicazione dell'articolo c'è Milan-Verona di Coppa Italia e i tifosi rossoneri contestano pesantemente Gigio Donnarumma, che non riesce a trattenere le lacrime. Uno striscione appare in curva sud: "Violenza morale 6 milioni all'anno e l'ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene la pazienza è finita!".
Donnarumma su Instagram: Mai parlato di violenza morale
Si susseguono dichiarazioni di dirigenti, pesanti parole di Mirabelli nei confronti di Raiola, e viceversa, con comunicati ufficiali del Milan che si son susseguiti, ma ad un certo punto arriva il pensiero di Donnarumma che su Instagram pubblicato un post: "Non ho mai detto né scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto". Il ragazzo esprime tutto il suo legame con i club rossonero ma, a questo punto, dove sta la verità? Mistero.
"Prostrazione psicologia": la lettera del 14 giugno
La pubblicazione de La Gazzetta dello Sport prova a mettere ordine e rende noto che la lettera dell'avvocato Rigo, legale di Donnarumma, c'è stata ma risale al 14 giugno 2017, ovvero durante il periodo di scontro per il rinnovo contrattuale. Dopo un mese, il 12 luglio, arriva la firma fino al 2021.
Sono i due passaggi chiave: "al fine di porre termine alla condotta vessatoria posta in essere" e "la prostrazione psicologica di Donnarumma, che non poteva non avere una ricaduta sulla sua salute e personalità morale".
Nodo clausola: seconda lettera dell'avvocato
Questo punto si capisce come non è la "violenza psicologica" il punto cruciale della vicenda riesplosa ma il mancato deposito della clausola di rescissione. Mino Raiola e il Milan si erano accordati verbalmente sulla clausola, che sarebbe stato depositato ufficialmente in un secondo momento: 40 milioni in caso di mancata qualificazione in Champions, 70 in caso di piazzamento del Milan nelle prime quattro. Dopo la di mano non è seguito il nero su bianco e non è mai stato depositato nulla. Per questo a fine settembre l'avvocato Rigo ha scritto nuovamente al Milan, mettendo pressione e invitando a depositare entro 10 giorni la clausola, pena la rescissione del contratto. Nonostante questa intimidazione non è avvenuto nulla, né in un senso, né nell'altro.