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Il cammino in Champions League deciderà le sorti di Ancelotti e degli altri “italiani” al PSG

Un conto è vincere in Francia, un altro è farlo in Europa. Ancelotti lo sa bene e sarà costretto, per evitare problemi con la proprietà qatariota, a cercare il successo anche in Champions. A cominciare da questa sera con il Valencia.
A cura di Alberto Pucci
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Carlo Ancelotti

Vigilia rovente – Il futuro, volente o nolente, si gioca qui: al "Mestalla" di Valencia dove, questa sera, il PSG scenderà in campo per cercare il passaggio del turno. Definire l'ambiente parigino, un ambiente tranquillo sarebbe eufemistico. A pochi giorni dalle dichiarazioni di Marco Verratti, dalle "punture" di Rummenigge in merito al "fair play finanziario" e dagli ammiccamenti di Mourinho alla panchina transalpina, ecco arrivare le frasi di Carlo Ancelotti che, ieri in conferenza stampa, ha mandato un messaggio chiaro al suo datore di lavoro. La sfida in Champions League diventa, a questo punto, uno snodo cruciale per il tecnico di Reggiolo. Un crocevia rischioso, sulla strada che porta non solo a Wembley (sede della finale di Champions), ma anche a Parigi dove, fino ad oggi, l'ex allenatore rossonero pare avere residenza. "Ho voglia di rimanere – ha dichiarato ai cronisti il tecnico italiano – ma il club deciderà a fine stagione, in base ai risultati. Il mio contratto scade il 30 giugno e verrà rinnovato se faremo bene in campionato e in Europa". Dichiarazioni di "facciata" che, però, nascondono (neanche tanto bene) un malumore strisciante…e non solo sulla panchina. Zlatan Ibrahimovic, nomade già di suo, sembra non divertirsi più di tanto in Francia ("Ibra alla Juve? Tutto è possibile" parole e musica, di qualche giorno fa, di Mino Raiola), Thiago Silva sembra un fidanzato lontano dalla sua amata ("Un giorno vorrei tornare al Milan" Dicembre 2012), Ezequiel Lavezzi twitta tutto il suo tifo e amore per il Napoli, ogni qual volta l'undici di Mazzarri scende in campo ("Ha Napoli nel cuore, un giorno potrebbe tornare" dichiarò, il mese scorso, l'agente del Pocho). Insomma, Marco verratti pare essere in buona compagnia e, evidentemente, il primato in Ligue 1, i petrodollari e l'arrivo di David Beckham non hanno scaldato più di tanto le "prime firme" del Paris Saint Germain.

Josè Mourinho

Facciamolo in tre – Tutto ruota intorno al cammino europeo ma, anche, al "domino" che si è creato in questi ultimi giorni e che vede protagonisti tre vecchie conoscenze del nostro calcio. Carlo Ancelotti, al di là dei risultati, potrebbe anche prenotare il volo di ritorno per l'Italia (destinazione Milano?) dove ci potrebbero essere vecchi amici ad aspettarlo a braccia aperte. Il suo "capo" Leonardo, invece, vorrebbe anche lui tornare indietro e accomodarsi nuovamente su una panchina ("Mi piacerebbe allenare in Inghilterra", avrebbe dichiarato pochi giorni fa).

“ La lingua francese? È la prima che ho imparato, da bambino, dopo l'inglese! ”
Josè Mourinho
Infine, la "scheggia impazzita" Josè Mourinho: la variabile che potrebbe dare il via al valzer degli allenatori. Ormai sull'uscio della porta di casa madrilena, Mourinho starebbe scegliendo se tornare a Milano o accasarsi a Parigi, dove avrebbe già "consigliato" alla dirigenza transalpina, gli eventuali acquisti che verrebbero comodi alla sua causa.  Una girandola di voci e dichiarazioni, un "tetris" infinito di allenatori e giocatori che vanno e vengono, che rischia di togliere la giusta concentrazione a chi, questa sera, scenderà in campo contro il Valencia. Ancelotti, nei giorni scorsi, ha avvertito i suoi dei rischi del viaggio in Spagna. Nonostante la striscia vincente in campionato (il PSG è reduce da quattro vittorie consecutive), i parigini rischiano l'imboscata. Qualificatosi come secondo a pari punti con il Bayern Monaco, nel girone F, il Valencia ha recentemente bloccato sul pari sia i "Galacticos" di Mourinho, sia i "marziani" del Barcellona, dimostrando di essere una squadra che, tra le mura amiche, può render difficile la vita a qualsiasi avversario.

Fischietto azzurro – A dirigere il match tra Valencia e Psg, ci sarà il "nostro" Tagliavento. Sarà un banco di prova per la categoria arbitrale italiana che, dopo le polemiche della Serie A, è chiamata a rispondere concretamente anche in campo europeo dove, in alcune situazioni, ha lasciato più di un dubbio. Proprio a Madrid, ad esempio, sarebbe meglio non nominare i fischietti italiani con i quali, lo "special one" ha avuto diversi problemi. Una lista di errori, sparsi in tutto il mondo (anche in Cina, nell'ultima supercoppa italiana), che ha convinto l'Iffhs, l'Istituto internazionale di storia e statistica del calcio, a declassare ulteriormente i nostri arbitri relegandoli ai margini della top ten dei fischietti mondiali.

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