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Il bello della Serie A 2012 porta il nome di Palermo e Cagliari: benvenuti al Sud

Insieme al Napoli hanno cambiato la geografia calcistica italiana. Mentre le squadre del Nord faticano ad esclusione della Juventus e dell’Udinese, le società isolane, insieme ai partenopei tengono alto l’onore del nostro pallone. In modo sorprendente, ma non troppo.
A cura di Alessio Pediglieri
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palermo-cagliari serie A

Rosanero e rossoblù sono al terzo posto in classifica dopo cinque turni giocati di campionato. Una piccola grande impresa da parte di due club di seconda fascia, capaci però di trovare motivazioni e spirito agonistico pronti via: 10 punti a testa al pari del Napoli che gioca per lo scudetto e dietro solamente alle due capoliste bianconere Juventus e Udinese. Roma, Lazio, ma soprattutto Milan e Inter, dietro distaccate da punti pesanti: un successo che non nasce dal caso e che trova tantissimi parallelismi tra Cagliari e Palermo ad iniziare dai due più vulcanici presidenti di tutta la serie A, alle scelte tecniche di una estate torrida sulle rispettive panchine. Palermo e Cagliari sono da Champions League: questo dice il campionato se solo finisse oggi. Un po' presto, certo, e di sicuro con il proseguo della Serie A, quando le partite saranno di più, entrambe le formazioni scenderanno in graduatoria, ma ciò non toglie quanto di eccellente abbiano fatto fino ad ora.

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Prima analogia: Mangia e Ficcadenti,  quando cambiare in panchina fa bene al gruppo

A partire dalla panchina, Cagliari e Palermo trovano profonde similitudini. I rosanero hanno un ‘novellino‘ assoluto, Denis Mangia, arrivato alla sua prima grande esperienza quasi per caso. Bravissimo con i giovani, guidando in finale la primavera del Varese e trovando posto alla guida dei ragazzi del Palermo, ha ottenuto la panchina più prestigiosa grazie alle scelte di Maurizio Zamparini un presidente che da sempre ha stupito e meravigliato sia per le sue storiche intemperanze ma anche per essere riconosciuto da tutti come un "mangia allenatori". I sardi hanno in panchina Massimo Ficcadenti, un buon allenatore con maggior esperienza rispetto al suo collega palermitano ma di certo non un big tra i tecnici a disposizione. Anche in questo caso, il 44enne la scorsa stagione alla guida del Cesena, è stato ‘figlio‘ di una scelta impopolare nata in piena estate da parte di Massimo Cellino, altro patron tra i più "rivoluzionari" dell'intero panorama calcistico nostrano. A farne le spese, sono stati Roberto Donadoni e Stefano Pioli in una piccola rivoluzione dove i nuovi arrivati hanno avuto la capacità di abbreviare i tempi a disposizione per ricreare due gruppi compatti e per far digerire con gol e punti, le scelte societarie alle rispettive tifoserie.

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Seconda analogia: 48 allenatori cambiati da Cellino e Zamparini

Non solo panchina. Altre similitudini arrivano anche in società: dicevamo dei presidenti, ad esempio. Massimo Cellino cagliaritano doc, classe '56, ha preso in mano il Cagliari il 10 giugno 1992. Con lui, la società ha disputato 14 campionati di Serie A (con un 6º, due 9º e tre 10º posti come migliori piazzamenti, e due retrocessioni), 5 campionati di B (con due promozioni), ha raggiunto una semifinale di Coppa UEFA (1993-94) e due semifinali di Coppa Italia (1999-00, 2004-05). Maurizio Zamparini è alla guida del Palermo, invece, dal 2002 dopo essere entrato nel mondo del calcio attraverso la società del Venezia Calcio. Con la squadra rosanero ha ottenuto la promozione in Serie A nel 2004; nel 2005, nel 2006, nel 2007, nel 2010 e nel 2011 la sua squadra riesce a qualificarsi per la Coppa UEFA, che dalla stagione 2010-2011 si chiama UEFA Europa League. Ma ciò che maggiormente accomuna i due patron sono le loro costanti "rivoluzioni" tecnico-tattiche con gli allenatori che spesso ne pagano le conseguenze. Con Cellino, in quasi 19 anni della sua gestione, si sono avvicendati sulla panchina del Cagliari ben 23 allenatori, per un totale addirittura di 32 cambi in panchina. Zamparini nella sua carriera ha esonerato per trentacinque volte l'allenatore della propria squadra, e dal 2002, ovvero da quando è al Palermo, ha avuto sedici allenatori.

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Terza analogia: dalla voglia di lasciare al progetto per i nuovi stadi di proprietà

Ma i due presidenti si "assomigliano" anche per altri aspetti: le minacce di lasciare il calcio e la volontà di costruire nuovi impianti per le rispettive società, al fine di rilanciarle definitivamente. Cellino dichiarò che il 30 giugno 2008 avrebbe lasciato la presidenza del Cagliari Calcio, ma ciò non avvenne: con la squadra salva in serie A, dichiarò nuovamente che sarebbe rimasto alla guida della società fino alla costruzione del nuovo stadio, un progetto che ha trovato serie difficoltà con la regione Sardegna: il progetto è però reale con un impianto da 25 mila posti e di proprietà del Cagliari. Intanto, però non è stato con le mani in mano: in qualità di presidente del Cagliari ha realizzato il Centro Sportivo Ercole Cellino, chiamato con il nome del padre, ad Assemini. Il centro è la sede degli allenamenti della prima squadra. Maurizio Zamparini l'11 novembre 2010, a seguito della sconfitta sul campo del Milan per 3-1 all'undicesima giornata, aveva anch'egli maturato la decisione di abbandonare il calcio mettendo in vendita la società. Decisione poi rientrata, continuando anche nell'idea di costruire un nuovo stadio tutto rosanero. ‘investimento oneroso sarebbe pari a circa 300-400 milioni di euro e il primo passo ufficiale in questo senso è stato fatto il 3 dicembre 2009, quando la società rosanero, principalmente nella persona di Zamparini, aveva illustrato il progetto per la realizzazione del nuovo stadio della squadra al Comune di Palermo. Ancora in alto mare per difficoltà burocratiche.

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Quarta analogia: fucine di campioni, da Zola ad Amauri, da Cavani a Matri

Il binomio Cagliari-Palermo veleggia anche per lo spirito che muove le due società: spesso in controtendenza con gli altri presidenti e in contrasto con la Lega calcio, rifiutando le logiche economiche delle società più ricche e battendosi sempre per bilanci più contenuti e spese più moderate, in linea con le possibilità che le due piazze possono dare. Così, grazie alle ‘Grandi‘ che oggi pagano investimenti imbarazzanti e rossi in bilancio titanici, le due società si distinguono anche per un mercato votato alla gestione delle risorse interne e non solo, per aver cresciuto nel tempo giovani campioni poi pronti a spiccare grandi salti. Nell'arco degli ultimi anni a Palermo sono cresciuti e passati campioni come Luca Toni, Amauri, Edinson Cavani, Barone, Zaccardo, Amelia (questi ultimi tre anche Campioni del Mondo a Berlino, 2006). Con la maglia del Cagliari sotto Cellino hanno giocato talenti quali Gianfranco Zola, Francescoli, Oliveira,  Matteoli, e i più recenti Daniele Conti, Suazo, Cossu, Matri, Acquafresca.

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Quinta analogia: mercato oculato e progetti a lunga scadenza

Cagliari-Palermo è però un ‘duo‘ che sposa benissimo qualità e gioco, fino ad ora espressi in questo scorcio di stagione. Il Palermo ha dimostrato di essere aggressivo, concentrato, giocando in un modo collettivo che ne dimostra la solidità della struttura del gruppo. Tutti si sacrificano e Zamparini pur avendo venduto pezzi da 90 ha tenuto il gruppo di sempre senza cedere alle richieste attorno a capitan Miccoli, a Pinilla e Hernandez, inserendo giovani di talento come Della Rocca e Barreto e affidando le chiavi del gioco a "senatori" come Balzaretti e Migliaccio. Stesso dicasi per il Cagliari di Cellino che ha operato sul mercato in modo oculato e attento. Cambiando anche molto, soprattutto in attacco cedendo l'astro nascente di Alessandro Matri oggi alla Juve, chiudendo le porte al nazionale Marchetti ma rinunciando alle offerte per Cossu e Conti e portando giovani interessanti raccolti per il mondo come Ibarbo o il rientrante Larrivey o ancora Thiago Ribeiro. Il tutto condito da entrambe le società con bilanci spesso in pareggio o in positivo, livellando il divario con le grandi che spesso hanno speso molto raccogliendo in percentuale molto poco.

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Sesta analogia: un campionato che vale un posto in Europa per entrambe

Infine, i numeri di questa prima parte di campionato: 10 punti a testa. Il Palermo li ha ottenuti con le vittorie sull' Inter, 4-3 al debutto alla Favorita,sul  Cagliari e sul Siena, segnando in cinque gare 9 reti, subendone 6 e con una sola sconfitta a Bergamo con l'Atalanta. Il Cagliari ha vinto a Roma, contro il Novara e a Lecce, perdendo solo nello scontro diretto con il Palermo per 3-2. I sardi hanno segnato 8 reti subendone solo 5. Entrambe si attestano su livelli da prime della classe e attualmente lotterebbero per un posto in Europa: Europa League o Champions League, a pari punti del Napoli dei campioni con Cavani, Lavezzi e Hamsik. I fenomeni rosanero e rossoblù sono invece Pinilla, Hernandez, Thiago Ribeiro e Conti: non certo delle prime scelte, di certo dei giocatori che oggi si stanno godendo il piacere di guardare tutti dall'alto verso il basso in classifica.

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