Il Barcellona ipoteca la Supercoppa, Suarez e Munir stendono il Siviglia
Non bello, ma dannatamente utile. Il Barcellona non brilla, ma sfrutta al meglio le occasioni e comincia a mettere le mani sulla Supercoppa di Spagna. Il 2-0 griffato Suarez e Munir costituiscono un vantaggio più che rassicurante in vista del ritorno di mercoledì al Camp Nou. Dopo la Supercoppa europea, il Siviglia beckettiano di Sampaoli cede ancora. Ci prova come contro il Real Madrid, ci prova meglio, fallisce meglio. Nulla a che vedere, però, con lo scoppiettante 5-4 dell'anno scorso. L'idea c'è, la visione anche, l'equilibrio arriverà.
Formazioni – Il Siviglia si presenta con un 4-1-4-1 con il regista Kranevitter detta i tempi a memoria cercando i tagli di Vitolo, l'ex Palermo Vazquez svaria a destra e apre spazi per l'unica punta Vietto. Consueto 4-3-3 per il Barcellona di Luis Enrique che sceglie in porta Claudio Bravo per la porta (anche perchè Ter Stegen è indisponibile) e Arda Turan nel tridente in assenza di Neymar.
Suarez, primo brivido – Il Barcellona si posiziona secondo di fatto un 4-4-2 in fase di non possesso. E' un'opzione inusuale per Luis Enrique che ha vinto sette delle nove competizioni cui ha preso parte da tecnico blaugrana. Porta comunque alla prima occasione del match, il destro ravvicinato di Suarez neutralizzato dal bel riflesso di Rico: sarà anche il maggiore pericolo di tutto il primo tempo.
Sampaoli ci crede – Sampaoli non può essere soddisfatto del primo quarto d'ora del suo Siviglia bielsista. Il 3-3-1-3 evolve in un 4-1-4-1 con . E' proprio il playmaker a creare la prima occasione per i padroni dell'Europa League, una conclusione deviata da calcio d'angolo. Il tecnico argentino, che ha sacrificato alla passione per il calcio anche il matrimonio, porta una visione alimentata, perfezionata in un pellegrinaggio senza paura per il Sudamerica prima del doppio trionfo in Copa America con il Cile. Una visione di calcio offensivo, di possesso insistito già a partire dalla difesa che però si scontra con le ruvidezze in impostazione di Rami.
Barça ripiega – La pressione alta e costante gradualmente fa arretrare i blaugrana (213 passaggi per squadra nel primo tempo), costretti ad adattarsi al gioco avversario. I problemi aumentano per Luis Enrique, che perde Mathieu per un problema muscolare alla coscia destra. Fa così il suo esordio ufficiale in blaugrana l'ex Roma Digne, decisamente più propositivo dell'ex Valencia, accostato in questi giorni all'Arsenal battuto oggi 4-3 dal Liverpool con una difesa ancora da completare.
Bene Vazquez – L'evoluzione di Vazquez in una mezzala completa in un contesto di passing game post-moderno rispetto alla genialità difficile da ingabbiare di Palermo dà la misura del lavoro di Sampaoli, già capace di dare il suo timbro alla squadra che ha sognato la Supercoppa Europea contro un Real Madrid spento e salvato dal solito Sergio Ramos.
Fuori Iniesta – E capace di costringere un po' il Barça, poco convincente difensivamente in precampionato, a snaturarsi, a cercare più la transizione, la ripartenza rapida, rispetto al possesso palla insistito, al calcio "posizionale" che ha fatto la fortuna dello stile blaugrana durante e dopo l'era Guardiola. Al 35′ deve abbandonare anche Iniesta, schierato ancora mezzala ma poco coinvolto nella manovra di un Barcellona poco propositivo (appena 11 palloni toccati). Entra Denis Suárez, che si piazza molto defilato a sinistra per cercare il due contro a sinistra in appoggio a Turan.
Messi spento nel primo tempo – Non è una gran partita, e non basta il filtrante per Turan di Messi (31 tocchi nel primo tempo ma presenza nulla nell'area avversaria), letto bene da Rico in uscita bassa, a ravvivare il finale di primo tempo.
Il timbro del Pistolero – E' ancora Suarez a illuminare l'avvio di ripresa. Si butta con cattiveria a prendere posizione su Escudero e gira di testa un cross tagliato da sinistra. Rico si trova la palla addosso e pur senza un grande riflesso si salva. Sono le prove generali per il gol che sblocca la Supercoppa al 54′. Suo il primo gol ufficiale dei blaugrana, ispirato da Denis Suarez e rifinito dalla sponda di Arda Turan. Un gol, il suo primo in Supercoppa di Spagna in carriera, che nasce dal buco sulla fascia destra difensiva del Siviglia dall'assenza di Escudero, ancora fuori dopo lo scontro con l'uruguayano ma non prontamente sostituito da Sampaoli, che tardivamente inserisce Sarabia e passa al suo classico 3-3-1-3. Rischia di sbandare il Siviglia, bucato subito dopo dalla combinazione Suarez-Messi, che sfiorano il raddoppio. I rojiblancos, a parte un rigore chiesto e non concesso per contatto Mascherano-Sarabia, faticano a imporre il necessario cambio di passo.
Sampaoli si gioca allora la carta Ganso, uno dei ragazzi di Villa del Miro, compagno di Neymar al Santos, con una tecnica individuale sopraffina anche nello stretto ma una mobilità molto latina. Il Siviglia a tratti riesce a manifestare una maggiore qualità nella gestione del possesso, ma il ritmo non è abbastanza elevato. E in contropiede Messi estrae dal suo repertorio la migliore giocata di una partita dimenticabile, pesca il capocannoniere della pretemporada Munir che d'esterno sinistro indirizza la Supercoppa verso Barcellona.