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Ibrahimovic si presenta: “Nato vecchio, morirò giovane. Ho la fame di un leone”

Dal bagno di folla alla conferenza ufficiale coi Los Angeles Galaxy, inizia così la nuova avventura dello svedese in Major League. Zlatan non dimentica l’Italia e nel giorno di Juve-Milan ammette: “Allegri è un vincente, Gattuso un guerriero. Lo porterei con me in battaglia”.
A cura di Maurizio De Santis
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Un leone che ha ancora fame e un capitano di ventura, di quelli che sul campo di battaglia è meglio non trovarsi di fronte come nemico. Zlatan Ibrahimovic ha lasciato l'Europa ed è volato negli Stati Uniti per giocare scampoli di carriera nella Major League, tra le fila dei Los Angeles Galaxy. "Sono nato vecchio e ora sto per morire giovane", dice in conferenza stampa nel giorno della sua presentazione ufficiale.

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Una replica alla sua maniera a quanti lo hanno reputato troppo in là con gli anni, finito, azzoppato dall'infortunio (e dall'operazione) al ginocchio e non più capace di giocare ai livelli di un tempo. A coloro che avanzano dubbi sulla sua integrità fisica manda un messaggio ironico e un po' da spaccone (ma questo fa parte del personaggio).

Non vi preoccupate per la mia età – ammette lo svedese -, sono arrivato in Inghilterra con la sedia a rotelle e l'ho conquistata in tre mesi. So cosa posso dare, sono abituato a vincere. Sono un leone che ha ancora fame. Ringrazio tutti per l'opportunità che mi è stata data, ho vinto tanto perché ho lavorato sempre tanto.

Polvere di stelle e voci che arrivano dal ‘vecchio continente' lo riportano indietro nel tempo di qualche, quando indossava la maglia del Milan e sfidava la Juventus in campionato. Una classica del calcio italiano che vede l'uno di fronte all'altro Allegri e Gattuso: il primo all'apice della carriera, il secondo appena agli inizi. Ibrahimovic ha parole di elogio per entrambe, perché grande è la stima che nutre nei loro confronti. E così quando gli chiedono del match di Torino non ha remore.

Allegri sa cosa deve fare per vincere, ha vinto con il Milan e lo sta facendo con la Juve – ha aggiunto lo svedese -. Gattuso lo conosco come compagno di squadra e non c'è bisogno che gli spieghi come si vinca. Sta facendo grandi cose e sono contento per lui perché mi piace come persona. Se dovessi andare in guerra, Rino sarebbe uno dei pochi che porterei con me.

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