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Ibrahimovic: “Ho conquistato l’Europa, adesso tocca all’America”

In una intervista sul suo futuro, il campione svedese conferma la sua intenzione di giocare anche Oltreoceano: “Come Napoleone, in Europa ho conquistato i Paesi in cui ho giocato. Non ho paura di nuove sfide: un giorno potrei andare a vincere dall’altra parte dell’Atlantico”
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla conquista dell'America. Zlatan Ibrahimovic studia per diventare l'Eroe dei Due Mondi e dopo aver conquistato l'Europa punta diritto verso Oltreoceano. Come Napoleone, più di Napoleone visto che il generale francese si limitò al Vecchio Continente. A dirlo è lo stesso campione svedese in una intervista dove la modestia è stata messa per l'ennesima volta da parte. Dopotutto, ovunque è andato, Ibrahimovic ha vinto e conquistato e gli manca solamente la nuova sfida del calcio a stelle e strisce. A 35 anni, mentre è in procinto di sbancare anche in Inghilterra, un pensiero al futuro è doveroso per chi non conosce limiti al proprio ego.

Prima voleva essere messo al posto della Torre Eiffel, poi diventare l'Imperatore di Manchester, infine superare in gloria Napoleone Bonaparte. Per Zlatan Ibrahimovic non ci sono limiti se non quelli del tempo che avanza. E a 35 anni, il campione svedese deve bruciare qualche tappa se vuole farsi conoscere anche dall'altra metà del Mondo. Ciò che gli è stato precluso in Nazionale (partecipare ai Mondiali brasiliani) dovrà dunque conquistarselo con qualche maglia di club. Però prima c'è la spedizione inglese, alla corte di Mou, dove imporsi anche in Premier League.

La storia di Ibra racconta che non ha mai rifiutato una sfida:  il 35enne attaccante del Manchester United ha giocato e vinto in Olanda, Italia, Spagna e Francia, prima di firmare questa estate un contratto di un anno con i Red Devis: "Non ho paura di nuove avventure, come Napoleone in Europa, ho conquistato tutti i paesi dove sono andato" ha rilasciato in una intervista al quotidiano svedese ‘Aftonbladet', puntando il dito sulla MLS americana: "Forse potrei andare dall'altra parte dell'Atlantico e conquistare gli Stati Uniti".

Un'idea che era nata anche all'indomani del suo addio al Psg, prima che lo United avesse deciso di rompere gli indugi e ingaggiarlo: "E' stato bello giocare al Psg, non e' un segreto.Abbiamo avuto una squadra forte che e' migliorata anno dopo anno. Ma questo e' il passato, oggi e' un nuovo capitolo e cerco di ricreare la stessa sensazione"

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