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Ibra al Milan, Galliani: “No, in Italia costa troppo per tutti”

L’ad rossonero chiude le porte all’arrivo dello svedese: “Purtroppo oggi le cose sono cambiate, una volta il nostro campionato era un punto di arrivo mentre adesso è considerato una fase di passaggio”. Il futuro: “Un Milan italiano coi talenti del nostro settore giovanile”
A cura di Maurizio De Santis
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Pagare a peso d'oro per averlo di nuovo in Italia. Ibrahimovic, 34 anni, jolly per lo scudetto (un po' meno per la Coppa), è un lusso che le squadre italiane non possono permettersi. Le qualità del calciatore non si discutono ma vale davvero la pena investire tanto su un atleta che – bravura a parte – ha un orizzonte limitato? La Ligue 1 non è la Serie A (fattore di competitività da non trascurare) e in Serie A non circolano più tanti soldi da poter soddisfare le pretese dello svedese. "Voglio 750mila euro a settimana", ha sparato grosso Zlatan. Impossibile che qualcuno – Cina a parte – sia così folle da garantire un ingaggio del genere. A Milano, sponda rossonera, hanno messo il cuore in pace da tempo e la speranza che la punta del Psg facesse ritorno a San Siro è stata spenta dalle parole dell'ad Galliani al Corsera: "Ibrahimovic e altri come lui – ha ammesso – hanno ingaggi tali da non essere più sostenibili dai nostri club. Purtroppo oggi le cose sono cambiate, una volta il nostro campionato era un punto di arrivo mentre adesso è considerato una fase di passaggio".

Il presidente Berlusconi ha tracciato la strada da tempo, per il futuro immagina una squadra che abbia spina dorsale e identità italiane. Un gruppo che valorizzi la ‘meglio gioventù' del calcio nazionale e, in particolare, del settore giovanile rossonero. Galliani resta sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda: "Quello del Milan di giovani e italiani è il progetto che intriga di più anche me – ha aggiunto l'ad milanista -. Credo che per un dirigente non ci possa essere soddisfazione più grande che vedere un proprio talento crescere così tanto da arrivare in prima squadra e poi in Nazionale".

Il progetto è già partito, un piano a lunga scadenza che fa leva su ben 37 giocatori del nostro settore giovanile che vestono le maglie delle varie under, conferma Galliani. "Sei della prima squadra provengono dal nostro settore giovanile. Donnarumma, Abate, De Sciglio, Calabria, Antonelli e ora Locatelli"

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